alessandrina, cultura-

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Filosofia e scienza

Fiorita al Alessandria d'Egitto alla corte dei Tolomei attorno alla Biblioteca e al Museo, la cultura alessandrina ereditò da Aristotele l'interesse scientifico; di erudizione è impregnata del resto la stessa letteratura (vedi alessandrinismo). Sotto la spinta del pensiero aristotelico, gli spiriti dai grandi ideali di un tempo e dalla fede nei miti sono tratti a considerazioni più pratiche, a riflessioni nel campo delle discipline esatte: si afferma così un individualismo che rivendica i diritti della ragione e della critica. Ad Alessandria d'Egitto ebbero accoglienza i maggiori scienziati del tempo: fra i matematici, Euclide (sotto Tolomeo Sotere) e il suo scolaro Apollonio di Perge che insegnò sotto Tolomeo III Evergete; fra gli astronomi, Aristarco di Samo, il Copernico dell'antichità, colui che per primo propose una teoria eliocentrica, Conone, astronomo di corte, e il più grande di tutti, Ipparco di Nicea, che fu anche il fondatore della trigonometria. Terreno meno favorevole incontrò la filosofia, che rielaborò ecletticamente dottrine precedenti, specialmente platonizzanti, e dettò soprattutto norme di vita pratica, con intonazione, negli ultimi secoli, accentuatamente religiosa. Con il termine di “scuola filosofica alessandrina” si designa, in particolare, la scuola di indirizzo neoplatonico fondata da Olimpiodoro il Vecchio e fiorita dal sec. IV al VII. Caratterizzata dalla tendenza all'eclettismo e al misticismo, tale scuola fu condizionata dalla lotta contro il cristianesimo, del quale, peraltro, subì l'influsso. Contò, tra i suoi esponenti, la martire Ipazia, Sinesio, vescovo di Cirene, Giovanni Filopono. Anche in medicina si può parlare di una vera e propria scuola alessandrina, che fa capo a Erofilo, seguace di Ippocrate, e al suo rivale Erasistrato. Merito precipuo della scuola medica di Alessandria d'Egitto fu lo studio dell'anatomia (da essa fondato su una base razionale, la dissezione dei cadaveri) e del sistema nervoso e circolatorio.

Arte

Secondo la teoria del “panalessandrinismo” l'apporto dell'arte alessandrina sarebbe stato determinante per l'arte ellenistica, mentre la critica più recente tende ad affermare che nessun centro ha avuto una funzione preponderante nella koiné ellenistica. La cultura artistica greca fu trapiantata ad Alessandria all'epoca della fondazione della città, che ne divenne il centro di diffusione verso l'interno dell'Egitto e la Nubia, dove convisse con le ultime manifestazioni dell'arte egizia fino ai primi secoli dell'età cristiana, quando una rielaborazione dei suoi moduli produsse l'arte copta. Per l'architettura rimangono poche testimonianze, mentre le opere di scultura, pittura e artigianato permettono di individuare alcune caratteristiche peculiari dell'arte alessandrina nell'ambito della cultura ellenistica. Si tratta di un'arte destinata essenzialmente a un pubblico colto e raffinato, che cerca nell'arte un personale godimento estetico. Nei ritratti, sia in pittura sia in scultura, predilige la caratterizzazione psicologica ed espressiva, che si accompagna al gusto per la forma sfumata e per una delicata gradazione cromatica (testa femminile dal Serapeion, Alessandria, Museo; ritratti del Faiyûm; cammei con coppie di dinasti tolemaici). Una particolare predilezione godettero i soggetti di genere, le caricature (nell'ampia produzione di bronzetti e terrecotte) e il rilievo paesistico. Il III stile pompeiano sembra riprendere queste caratteristiche tematiche all'interno di un gusto per i soggetti esotici. Sempre a Roma continuano quelle sculture alessandrine in granito o basalto che sintetizzavano elementi egizi con forme ellenistiche (tetrarchi di S. Marco, Venezia). Le creazioni dell'artigianato alessandrino furono molto diffuse non solo nell'area mediterranea, ma anche nell'Oriente (arrivavano fino a Bēgram, nell'Afghanistan) costituendo un importante veicolo di trasmissione di elementi classici in culture di diverse origini. Le manifatture ceramiche producevano vasi smaltati e a rilievo ispirati alla metallotecnica. La glittica, la toreutica e l'arte vetraria produssero opere di grande eleganza (Tazza Farnese, Vaso con amorini vendemmiatori, Napoli, Museo Archeologico). Della ricchezza delle stoffe e dei tappeti, documentata da fonti antiche, abbiamo un tardo riflesso nei tessuti copti.

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