Ashikaga (dinastia giapponese)
dinastia shogunale giapponese, imparentata coi Minamoto, che governò il Giappone dal 1338 al 1573. Il primo shōgun fu Takauji (1305-1358), il quale, dopo aver assicurato la vittoria dell'imperatore Godaigo nella lotta contro gli Hōjō (1333), insoddisfatto delle ricompense ottenute, riunì una coalizione di signori feudali avversi alla politica di Godaigo e, conquistata Kyōto (1336), pose sul trono l'imperatore Kōmyō, dal quale ottenne, nel 1338, il titolo di shōgun. La lunga lotta fra gli Ashikaga e i sostenitori della linea imperiale legittima si concluse solo nel 1392, con la riconciliazione che, sotto il terzo shōgun Yoshimitsu (1358-1408), estese il dominio degli Ashikaga su tutto il territorio giapponese. Yoshimitsu rafforzò l'organizzazione politica dello shogunato, allacciando, fra l'altro, rapporti commerciali ufficiali con la Cina dei Ming, di cui riconobbe la sovranità nominale nei confronti del Giappone. Con lui la dinastia degli Ashikaga raggiunse il suo massimo splendore: dal quartiere di Muromachi a Kyōto, dove era stata trasportata la sede del governo, prese nome l'intero periodo (1392-1573) durante il quale la corte degli Ashikaga fu il centro di una raffinata vita culturale, permeata dal pensiero della setta buddhista zen, che trovò espressione nel teatro nō. Con i successori di Yoshimitsu, il potere degli Ashikaga decadde, minato dalle incessanti lotte feudali e dalla crescente violenza delle rivolte contadine. Sotto il regno dell'ottavo shōgun Yoshimasa (1436-1490) il problema della successione shogunale diede origine alla disastrosa guerra di Önin, in seguito alla quale gli Ashikaga finirono per diventare uno strumento politico nelle mani dei grandi signori feudali (daimyō) che si contendevano il dominio del Giappone. Nel 1573 il generale Oda Nobunaga scacciava definitivamente da Kyōto il quindicesimo shōgun Yoshiaki (1537-1597), che invano aveva tentato di ribellarsi alla sua protezione.