Arrabal, Fernando
Indiceautore drammatico e regista cinematografico spagnolo di lingua francese (Melilla, Marocco, 1932). L'incapacità di accettare il mondo crudele dell'infanzia e l'impossibilità di penetrare il mondo kafkiano degli adulti sono alle origini di un teatro dell'assurdo i cui costanti protagonisti sono l'uomo e la donna bambini, in un impasto di sadismo e di prostituzione, nel quale bene e male fanno da tessuto a un dialogo che disconosce i valori normali dell'esistenza. Le sue pulsioni dissacratorie non conoscono limiti o remore, deridendo i martiri del franchismo in Guernica (1960), la crocifissione in Le cimetière des voitures (1957; Il cimitero delle automobili), Cristo in L'extravagante réussite de Jésus-Christ (1982; La stravagante resurrezione di Gesù Cristo). Influenzato dal surrealismo, dal Living Theater e da Grotowski, si orienta verso il “teatro panico” di ispirazione dionisiaca, dove si mescola vita, desiderio e sogno, mirando alla disinibizione dell'individuo alienato. Personalità poliedrica, scrittore prolifico e originale, la sua opera interessa vari campi della letteratura come il teatro: Fando et Lis (1955), il citato Le cimetière des voitures, Une tortue nommée Dostoïevski (1968; Una tartaruga chiamata Dostoevskij), Bella Ciao (1970, opera lirica), Bréviaire d'amour d'un altérophile (1987; Breviario d'amore di un alterofilo); la poesia: sotto il segno surrealista dell'arbitrarietà formale segretamente dominata, vanno collocati i versi che Arrabal di quando in quando compone come Viva la muerte (1971; Viva la morte), L'arbre de Guernica (1976; L'albero di Guernica), Humbles Paradis (1985; Umili paradisi), Songes des insectes (1988; Sogni di insetti); la saggistica: Lettre au général Franco (1972; Lettera al generale Franco), J'irai comme un cheval fou (1973; Andrò come un cavallo pazzo), La panique (1973; Il panico), Lettre aux communistes espagnols (1978; Lettera ai militanti comunisti spagnoli); la narrativa: Baal Babylone (1959, la cui versione cinematografica, per la regia dello stesso Arrabal, assume il titolo Viva la muerte, 1971), La tour prends garde (1983; La torre è in guardia), La vierge rouge (1986; La vergine rossa) e La fille de King Kong (1988; La figlia di King Kong), storie caratterizzate da una prosa rapida, spesso bizzarra e sconcertante, ma, in definitiva, molto calibrata. Ha scritto inoltre un racconto delirante picaresco, L'extravagante croisade d'un castrat amoureux ou comme un lys entre les épines (1989; La stravagante crociata di un castrato innamorato o come un giglio tra le spine). “Trapiantato” in Francia, ha tuttavia riaffermato il suo legame con la Spagna in La torre herida por el rayo (La torre ferita dal raggio; premio Nadal 1982). Arrabal ha portato avanti la sua esperienza come regista, realizzando i film Andrò come un cavallo pazzo (1973) e L'albero di Guernica (1975), e si è cimentato anche nella pittura con i suoi tableaux-collages (1985): risultato di questo interesse può ritenersi Goya e Dalí, pubblicato nel 1992. Nello stesso anno è uscito il volume I delle sue Opere. La sua attività è proseguita con la pubblicazione, nel 1990, di Lettre à Fidel Castro (Lettera a Fidel Castro), una denuncia del regime castrista, e di La nuit est aussi un soleil (La notte è anche un sole), commedia burlesca. Sono del 1994 La matarife del jardín de invierno (La matrice del giardino d'inverno) con prologo di Milan Kundera, e Arrebalescos, che riunisce trent'anni di corrispondenza con il pittore surrealista Julius Baltazar, del 1996 Têtes de mort dans l’armoire (Teste di morto nell'armadio), che contiene gli interrogativi di Arrabal sui rapporti tra l'arte e la norma, con particolare riferimento alla propria pittura, vissuta da anticonformista, la commedia Le fou rire des Lilliputiens (La pazza risata dei Lillipuziani) e Un esclavo llamado Cervantes (scritto in spagnolo, Uno schiavo chiamato Cervantes), dove Arrabal ha indagato sulla misteriosa vita privata dell'autore del Don Chisciotte. Nel 1994 è stata pubblicata, a cura dello storico dell'arte Ante Glibota, una monumentale biobibliografia critica di Arrabal che passa in rassegna non solo la sua produzione, ma anche l'intensa vita di relazione che lega quest'artista alle principali personalità creative dell'ultimo Novecento. Nel 1999 ha realizzato Jorge Luis Borges-Una vita di poesia, un filmato che presenta una selezione di riprese televisive con gli ultimi interventi del celebre poeta e narratore argentino, alle quali Arrabal ha affiancato immagini girate a Milano nel 1998 e sequenze tratte dai suoi film.
Bibliografia
E. Martin, Le théâtre de l'absurde, Parigi, 1963; A. Schifres, Entretiens avec Arrabal, Parigi, 1969; O. Aslan, Le cimetière des voitures, in J. Jacquot, Les voies de la création théâtrale, Parigi, 1970; B. Gilles, Arrabal, Parigi, 1970; F. Raymond-Mundschau, Arrabal, Parigi, 1972.