Argènta

comune in provincia di Ferrara (34 km), 4 m s.m., 311,10 km², 21.648 ab. (argentani), patrono: san Nicolò (6 dicembre).

Cittadina sulla sponda sinistra del fiume Reno. Sorta originariamente sulla destra del fiume Primaro (l'attuale Reno), venne ampliata da Esuperanzio, vescovo di Ravenna, e fortificata nel 603 da Smaraldo, esarca di quella città. Conquistata più volte dai Longobardi, tornò alla Chiesa nel 774 grazie ai Franchi. Dai vescovi ravennati passò nel sec. XII ai ferraresi e all'inizio del sec. XIII subì saccheggi e devastazioni dai bolognesi. Intorno alla metà del sec. XIV passò agli Estensi, ma nel 1598 cadde nuovamente sotto il dominio della Chiesa di Ravenna. Seguì un periodo di decadenza sia per le opere di canalizzazione che mutarono l'idrografia del territorio, sia per un violento terremoto (1624) che la distrusse quasi interamente e dopo il quale fu ricostruita sulla riva sinistra del Reno. Nel 1923 vi venne assassinato dai fascisti don Giovanni Minzoni. Verso la fine della seconda guerra mondiale la città venne quasi rasa al suolo. § La pieve di San Giorgio, oltre il fiume, è quanto rimane dell'antica Argenta: è una costruzione di origine bizantina, forse del sec. VI, ma alterata da continui restauri, con portale romanico del 1122. Di origine medievale, nel capoluogo, è la chiesa di San Domenico (sec. XV e XVI). § Bonifica integrale, riforma agraria, cooperativismo e integrazione con le industrie trasformatrici hanno dato vita a un quadro sociale e produttivo composito. L'agricoltura produce barbabietole, cereali, frutta, ortaggi e foraggi per l'allevamento di bovini; è diffusa la pioppicoltura. L'industria opera nei settori alimentare, metalmeccanico, dell'abbigliamento e accessori, della plastica, dei componenti per l'edilizia, della carpenteria in metallo e legno. Molto attivo il commercio dei prodotti ortofrutticoli. Un Ecomuseo raggruppa strutture museali e, nel territorio circostante, oasi naturalistiche e valli bonificate.