Anday, Melih Cevdet
poeta e scrittore turco (Istanbul 1915-2002). Iniziati gli studi universitari ad Ankara nella facoltà di legge, si trasferì poi in Belgio nel 1938. Tornato in patria due anni dopo si dedicò alla poesia, caratterizzandosi per liriche di genere sostanzialmente romantico. Nel 1941 aderì al manifesto letterario d'avanguardia Garip, che teorizzava un superamento dei canoni tradizionali della poesia turca e la valorizzazione di uno stile più semplice, diretto, con un linguaggio più vicino all'espressione comune, popolare. Negli anni Cinquanta Anday si orientò verso una lirica di critica sociale, accompagnata da sfumature umoristiche, mentre negli anni Sessanta approdò ad un astrattismo, ma senza mai abbandonare uno dei temi fondamentali della sua produzione poetica: l'esaltazione della razionalità dell'uomo, non ancorata però ad un sistema di rigidi valori morali e sociali. Tra le sue raccolte di liriche più importanti si ricordano Albero irrequieto (1946), Ulisse dalle braccia legate (1963), I fannulloni (1965), Sul mare nomade (1970), Morte della nave (1975), Parole (1978), Gilgamish all’inseguimento dell’immortalità (1981). Tra i romanzi più noti sono da menzionare Gli oziosi (1965), Ordine segreto (1970) e Diario di Cristo (1974).