Amsterdam, Scuòla di-
termine introdotto da J. Gratama per definire un gruppo di giovani architetti – P. Kramer, J. M. Van der Mey e M. de Klerk – che lavorò ad Amsterdam nei primi decenni del sec. XX, strettamente legato alle ricerche di H. P. Berlage, L. Sullivan e del giovane F. L. Wright. Fra il 1920 e il 1930 questi architetti realizzarono complessi edifici residenziali, caratterizzati da superfici in mattone rosso e articolate ricerche spaziali, raggiungendo un'unità linguistica e costruttiva che può essere considerata il maggior contributo dei Paesi Bassi all'architettura moderna. Nella continua sperimentazione di un'arte nuova nella progettazione della residenza popolare, imposero la loro presenza culturale attraverso la collaborazione a riviste e all'adesione ad associazioni come Architectura et Amicitia. Nel 1918 Th. Wijdeveld fondò Wendingen, la rivista che divenne l'organo ufficiale della Scuola di Amsterdam. La loro opera, vicina a quella dell'espressionismo tedesco, è considerata il ponte attraverso il quale la prima influenza della scuola americana arrivò in Europa.