Alleanza Democràtica
movimento politico “trasversale” italiano nato nell'ottobre 1992 sull'onda della crisi dei partiti messa in moto dalle inchieste dei giudici milanesi. Nel luglio 1993, nel corso di una convenzione cui partecipavano i popolari per la riforma di Mario Segni, i repubblicani, i liberali vicini a Zanone, alcuni esponenti del PDS, dei Verdi dei radicali, del mondo cattolico, il progetto sembrava definitivamente decollare. Ma l'ambiziosa ipotesi di Alleanza Democratica di porsi quale motore di un processo di rinnovamento della politica e di superamento dei vecchi partiti doveva ben presto arenarsi per l'indisponibilità del PDS e il rifiuto di Martinazzoli impegnato nella trasformazione della Democrazia Cristiana. Già a settembre Segni si staccava dal movimento e nel gennaio 1994 altrettanto faceva il PRI. In realtà alcuni repubblicani anche di primo piano decidevano di rimanere rompendo con il loro partito, ma era abbastanza chiaro che il progetto di Alleanza Democratica risultava fortemente ridimensionato. Nelle elezioni politiche svoltesi nel marzo 1994 con il sistema maggioritario, infatti, pur ottenendo 17 deputati e 7 senatori eletti nelle liste dei “progressisti”, Alleanza Democratica non riusciva a superare la quota di sbarramento del 4% prevista per il riparto proporzionale (il 25% dei seggi); molti dei suoi parlamentari aderivano allo schieramento di centro-sinistra dell'Ulivo e venivano rieletti in occasione delle consultazioni anticipate del 1996.