Alea, Tomás Gutiérrez
regista cinematografico cubano (L'Avana 1928-1996). Con Julio García Espinosa si preparò al Centro Sperimentale di Roma; realizzò nel 1956 un mediometraggio proibito da Batista, organizzò la sezione culturale dell'esercito ribelle, girò i primi documentari della rivoluzione. Con il trittico Historias de la Revolución (1960) firmò il primo film nel nuovo cinema nazionale, lirico nella sua sobrietà. È un cineasta eclettico e tormentato: in Las doce sillas (1962) adatta il racconto dei sovietici Ilf e Petrov alla borghesia cubana e al suo trasformismo; in Cumbite (1964) affronta un dramma sociale ambientato tra i contadini di Haiti nel 1940; in La muerte de un burócrata (1966) satireggia con gusto comico la burocrazia socialista all'Avana; in Memorias del subdesarrollo (1968) approfondisce, con linguaggio europeo, il ritratto di un intellettuale di estrazione borghese che non sa evolversi al ritmo della nuova realtà. Del 1976 è La ultima cena, del 1979 Los sobrevivientes, dedicato a Buñuel, del 1983 Hacia un cierto punto. Ha avuto un grande e purtroppo breve ritorno con due titoli fortemente critici (diretti con Juan Carlos Tabío) nei confronti della situazione politica: in Fragole e cioccolato (1993) ha denunciato le difficoltà e le discriminazioni che subiscono gli omosessuali nella sua patria mentre in Guantanamera (1995) ha raccontato, in un picaresco road-movie, la stupidità della peggior burocrazia di regime alle prese con l'altrove semplice trasporto di una salma..