Alaska
IndiceStato federato degli USA nordoccidentale, 1.529.895 km², 735.132 ab. (stima 2013), 0 ab./km², capitale: Juneau. Confini: Mar Glaciale Artico (N), oceano Pacifico (S, W) (stretto di Bering); Canada (E).
Alaska. Cartina geografica.
Alaska. Veduta del White Pass.
De Agostini Picture Library/M. Bertinetti
Alaska. Veduta del ghiacciaio nel Glacier Bay National Monument.
De Agostini Picture Library/M. Bertinetti
Alaska. Veduta della città di Anchorage.
De Agostini Picture Library/M. Bertinetti
Alaska. Veduta del porto di Ketchikan.
De Agostini Picture Library/G. Carfagna
Generalità
Le coste pacifiche, che si sviluppano per 9000 km, sono articolate in penisole e golfi con numerosi raggruppamenti insulari, fra cui gli arcipelaghi di Alessandro e delle Aleutine; quelle affacciate al Mar Glaciale Artico, per una lunghezza di 1700 km, sono invece piatte e rettilinee. Fanno parte dell'Alaska anche le isole Pribilof, San Matteo e San Lorenzo, che sorgono al largo nel Mare di Bering. Il territorio dell'Alaska è movimentato da possenti rilievi, prosecuzione del sistema delle Montagne Rocciose; essi iniziano a S con la catena dei monti Sant'Elia (Saint Elias Mountains), comprendenti la vetta omonima e il monte Logan, da cui si dipartono due catene, quella dei monti Chugach e la Catena dell'Alaska che culmina nel Denali, la massima cima (6194 m) dell'America Settentrionale, e proseguono con la Catena delle Aleutine. La struttura dell'Alaska è tipica delle zone geologicamente giovani, con intenso vulcanesimo e forte sismicità. Tra gli apparati vulcanici il maggiore è il Wrangell (5036 m); il vulcano Katmai e la valle adiacente, chiamata Valle dei 10.000 Fumi, sono monumento nazionale. Intenso è stato il modellamento glaciale; numerosi ghiacciai scendono sia al Mar Glaciale Artico sia al Pacifico; dai monti Sant'Elia si origina il ghiacciaio Malaspina, uno dei più grandi del mondo. Le elevate catene montuose rappresentano inoltre delle barriere climatiche: a N il clima è nettamente artico, con temperature costantemente basse, neve quasi tutto l'anno e d'inverno, lungo le coste, mare gelato; a S invece, dove la costa è lambita dalla corrente calda proveniente dall'Asia ed è ben riparata dai monti, il clima è relativamente più mite: a Juneau, la temperatura media di gennaio è di –3,5 ºC, quella di luglio di 13,5 ºC. Le precipitazioni variano dai 200 mm annui dell'Alaska settentrionale ai 500 dell'Alaska centrale e agli oltre 2000 lungo il golfo dell'Alaska. Il territorio è attraversato in senso E-W dal fiume Yukon, il principale dello Stato; sono pure importanti il Noatak, il Kuskokwim, il Susitna e il Copper; tra i laghi il maggiore è l'Iliamna. La popolazione dell'Alaska è in continuo aumento: nel 1900 era di appena 63.592 ab., di cui 30.000 indigeni (Inuit, Aleuti), nel 1940 era salita a 72.524 ab. e oggi è di 735.132; l'aumento è quasi esclusivamente dovuto a immigrati statunitensi. La città più popolata è Anchorage; altri centri principali sono Juneau, la capitale, Fairbanks e Ketchikan.
Economia
L'economia, un tempo legata prevalentemente alla pesca (salmoni, aringhe, merluzzi), si basa oggi essenzialmente sulle risorse minerarie: petrolio (scoperto dapprima nella penisola di Kenai, sul golfo dell'Alaska, e, successivamente, nella baia di Prudhoe, sulle coste artiche), oro (scoperto nel 1896), carbone, gas naturale, rame, argento e platino; un oleodotto lungo 1270 km (pressoché interamente in ambiente artico) trasporta a Valdez, porto libero dai ghiacci tutto l'anno, il petrolio estratto a Prudhoe. Di conseguenza Valdez è divenuto il terzo porto degli Stati Uniti per tonnellaggio (dopo New York e New Orleans). E proprio il petrolio, fonte di ricchezza per l'Alaska, ha causato un gravissimo disastro ecologico: il 24 marzo 1989 la petroliera Exxon Valdez, per un errore di manovra, ha urtato il fondale, rovesciando in mare il suo carico; 41 milioni di t di greggio hanno devastato centinaia di chilometri di costa, con danni irreparabili alla fauna marina. L'agricoltura (patate, orzo, avena) è limitata alle valli dei fiumi Matanuska e Tanana, dove il suolo è libero dal gelo per 90-100 giorni l'anno; anche i pascoli non sono utilizzabili per circa otto mesi l'anno. L'allevamento riguarda renne, bovini, ovini, volatili e soprattutto animali da pelliccia. Le foreste, che si estendono su un terzo del territorio, forniscono ottimo legname da lavoro (abeti, cedri, betulle). Le attività industriali si limitano alla lavorazione del pesce (Ketchikan) e del legname (Ketchikan, Sitka) e alla raffinazione del petrolio (Nikiski). Gli scambi commerciali con gli altri Stati degli USA avvengono prevalentemente via mare con imbarchi dai porti di Juneau, Anchorage, Ketchikan, Skagway, quelli col Canada tramite l'Alaska Highway. Il traffico passeggeri con gli Stati Uniti si svolge, invece, quasi esclusivamente per via aerea. All'interno di questo vasto paese sono stati aperti numerosi parchi nazionali, tra cui (1980) il Wrangell-St. Elias, di circa 220.000 km².
Storia
Esplorata da Bering e Čirikov tra il 1728 e il 1741, poi da spedizioni russe, spagnole e inglesi (ricordiamo quella di J. Cook nel 1778), l'Alaska deve i primi tentativi di colonizzazione ai mercanti russi di pellicce Šelikov e Golikov, che tra il 1748 e il 1786 fondarono a Kodiak i primi stabilimenti mercantili, ben presto divenuti anche centri per la colonizzazione ed evangelizzazione degli indigeni. Dal 1799 essa fu amministrata da una compagnia russo-americana cui lo zar Paolo I aveva concesso poteri sovrani. I confini del territorio furono definiti dai trattati del 1824 con gli Stati Uniti e del 1825 con la Gran Bretagna. Nel 1867 la Russia, non intendendo assumersi l'onere del governo di un territorio tanto impegnativo (del quale peraltro non si conoscevano ancora le ricchezze minerarie) lo cedette agli USA dietro un compenso di 7.200.000 dollari. L'Alaska divenne così dapprima (dal 1867) territorio amministrato dal Congresso, poi, nel 1913, fu dotata di organi legislativi elettivi e infine, il 3 gennaio 1959, fu proclamata 49º Stato dell'Unione.
Manifestazioni artistiche
Dal punto di vista artistico si possono distinguere tre aree culturali: la zona abitata dagli Eschimesi, che è quella arida della costa, la zona occupata dagli Athabaska, che è la più interna, e la costa nordoccidentale, occupata dai Tlingit e dagli Haida. Reperti preistorici sono stati ritrovati nella zona eschimese-aleutina; tra le antiche culture eschimesi il più alto livello decorativo è raggiunto dalla cultura del “Vecchio Mare di Bering”, caratterizzata da elaborati intagli su avorio di tricheco. Notevoli ritrovamenti sono stati fatti a Ipiutak: oggetti di corno di caribù o avorio di tricheco, che rivelano rapporti con lo stile zoomorfo scito-siberiano. Per l'arte degli Eschimesi, abilissimi a incidere l'avorio e l'osso di tricheco, non si può stabilire una distinzione netta tra archeologia ed etnografia, perché temi e motivi ornamentali si sono tramandati sino a oggi e gli oggetti eseguiti ora per il mercato turistico richiamano quelli delle antiche culture, pur ripetendo in forme stereotipate soltanto alcuni segni convenzionali. Gli Athabaska hanno produzione artigianale assai scarsa, limitata alla decorazione delle vesti di pelle con aculei di porcospino, perline o conchiglie. I Tlingit e gli Haida sviluppano invece ampiamente l'artigianato: non conoscono la ceramica, ma lavorano con abilità il corno e il legno, scolpendo pali totemici, maschere, oggetti d'uso comune.