èuro (moneta)
sm. inv. [sec. XX; da Europa]. Unità monetaria prevista dal processo d'integrazione valutaria fra i Paesi membri dell'Unione Europea secondo gli accordi del Trattato di Maastricht. Logico sviluppo dell'ECU, l'euro, la cui denominazione è stata prescelta dal Consiglio europeo di Madrid nel dicembre 1995, veniva varato (aprile 1998) dagli 11 Paesi (Irlanda, Belgio, Lussemburgo, Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Austria, Germania, Finlandia, Paesi Bassi) dell'Unione Europea che avevano rispettato le condizioni richieste dal Trattato di Maastricht. Danimarca, Gran Bretagna e Svezia decidevano di non aderire alla moneta comune, mentre la Grecia, rimasta fuori in un primo momento per non avere rispettato i parametri d'ingresso, adottava l'euro a partire dal 1° gennaio 2001. Con l'adozione di questa unità monetaria, entrata in vigore dal 1° gennaio 1999, ma solo per quanto riguarda le operazioni non in contanti, i tassi di cambio dei Paesi membri divenivano irrevocabilmente fissi. L'euro veniva introdotto gradualmente nella contabilità delle banche e delle aziende ed entrava liberamente in circolazione dal 1° gennaio 2002 come unica valuta ufficiale dell'Unione Economica e Monetaria. L'amministrazione dell'euro spetta a un'unica banca centrale, alla cui presidenza si alternano esponenti dei Paesi membri dell'Unione Europea. Le banconote sono da 5, 10, 20, 50, 100, 200 e 500 euro; le monete (da 1, 2, 5, 10, 20 e 50 centesimi, e da 1 e 2 euro) hanno una faccia uguale per tutti (una carta geografica dell'Europa) e l'altra diversa per ogni Paese. Per l'Italia, per esempio, “l'uomo vitruviano” di Leonardo per la moneta da 1 euro, la statua di Marco Aurelio per i 50 centesimi e il Colosseo per i 5. Altri Paesi che hanno aderito alleuro sono: Malta, Slovacchia, Slovenia, Cipro ed Estonia. In Kosovo e in Montenegro di fatto circola l'euro.