àmia calva
sf. [sec. XIX; dal greco amía, specie di tonno]. Pesce amiiforme (Amia calva) appartenente alla famiglia degli Amiidi e diffuso nelle acque lente dell'America settentrionale. Il corpo, di aspetto fusiforme, è ricoperto da piccole scaglie e può arrivare a 60-70 cm di lunghezza; la colorazione dei maschi è di un verde assai intenso con una macchia nera sulla pinna caudale, mentre le femmine sono uniformemente rossastre. La pinna dorsale è assai lunga, la caudale a lembo libero non inciso, l'anale, le pettorali e le addominali sono brevi e arrotondate. Come nei Teleostei, le vertebre dell'amia calva si presentano concave su ambedue le facce. Le squame cicloidi, la pinna caudale dal profilo arrotondato, funzionalmente omocerca ma strutturalmente eterocerca, la valvola spirale intestinale e il polmone ben sviluppato sono caratteristiche tipiche di pesci molto antichi. L'amia calva si nutre di pesci, anfibi, piccoli rettili acquatici e invertebrati. La riproduzione ha luogo in primavera: le uova, numerosissime (alcuni milioni), sono deposte dalle femmine nei nidi precedentemente preparati dal maschio che, poi, se ne prenderà cura fino alla schiusa. L'amia calva possiede una vescica natatoria grande e molto alveolata, un vero polmone con funzione respiratoria che riempie di aria portandosi in superficie con una certa frequenza. Possedendo branchie ben sviluppate, l'amia calva non è obbligata a respirare aria, ma il polmone rappresenta un valido aiuto per l'assunzione di ossigeno, la cui concentrazione nell'acqua si fa insufficiente quando la temperatura supera i 10 gradi. Inoltre il polmone è l'unico organo respiratorio attivo, apparentemente in grado di garantire all'amia calva la sopravvivenza in periodi di siccità quando essa giace nell'acqua fangosa. In questi periodi l'amia calva può ridurre la perdita d'acqua dovuta all'escrezione eliminando urea e acido urico.