Sparta e Atene

Atene

Attorno al centro di Atene, capitale dell'Attica, era avvenuta in epoca tardomicenea l'unificazione dei centri minori della regione (o sinecismo, da syn, “insieme” e oikéo, “abito”), ascritta dalla tradizione al re Teseo.

L'Atene arcaica e aristocratica. Dopo una fase arcaica di regime monarchico, seguì nel sec. VIII a.C. un governo aristocratico, che ebbe inizialmente la sua magistratura principale negli arconti. Inizialmente erano tre, con le funzioni rispettivamente di sacerdote, capo dell'esercito e magistrato esecutivo e duravano in carica 10 anni; in seguito furono portati a 9 ed eletti annualmente. Usciti di carica, gli arconti diventavano membri dell'areopàgo, organo che vigilava sugli altri magistrati e giudicava i reati di sangue. Al 624 a.C. risale la prima codificazione di leggi ateniese, a opera di Dracone.

Da Solone a Clistene. I secc. VII e VI a.C. furono percorsi da forti tensioni sociali e crisi agrarie, con un contrasto tra coltivatori e aristocrazia fondiaria. Solone, arconte nel 594-593 a.C. intervenne in favore dei piccoli contadini: annullò i debiti e introdusse un sistema politico di tipo timocratico, basato cioè su classi di reddito. L'opera di Solone fu un passo verso la democrazia, ma i contrasti riesplosero e portarono alla tirannide di Pisistrato (560 a.C.). Sotto di lui ad Atene si sviluppò la piccola proprietà, prosperarono i commerci e si ebbe un periodo di benessere. I suoi successori, i figli Ippia e Ipparco, accentuarono invece una pratica personale del potere, portando in evidenza gli elementi di degrado insiti nel regime tirannico. L'uccisione di Ipparco e l'espulsione di Ippia da Atene nel 510 a.C. furono opera soprattutto di aristocratici fuoriusciti che intendevano riconquistare il potere. Una soluzione politica che accontentava le classi medie fu proposta da Clistene (arconte nel 508-507 a.C.), che, con riforme radicali, avviò Atene a un assetto costituzionale decisamente democratico, su base quasi esclusivamente territoriale, con magistrature assegnate tramite un'articolata combinazione di elettività e sorteggio (solo la carica di stratega, che richiedeva provata competenza militare, restava esclusivamente elettiva), capace di garantire a tutti i cittadini la partecipazione alla vita politica.

L'imperialismo ateniese. La democrazia ateniese, rapidamente consolidatasi, subì un rovescio quando appoggiò la rivolta delle città elleniche della Ionia (la zona dell'Asia Minore che si affaccia sull'Egeo: 499-494 a.C.). Essa assunse un ruolo guida per l'intera Grecia nelle due Guerre persiane (490 e 480-479 a.C.), causa peraltro di sempre maggiori attriti con Sparta. La vittoria sui Persiani segnò l'inizio di un fervido cinquantennio detto pentecontetìa. Nel 477 a.C. Atene entrò a far parte della Lega delio-attica al cui interno assunse l'egemonia politico-economica. Il controllo sull'organizzazione dei tributi, l'introduzione della moneta ateniese nelle città soggette, l'appoggio dato ai regimi democratici indicano il livello raggiunto dalla potenza della città. Protagonista di questi anni e promotore dello sviluppo economico, politico e artistico-culturale fu Pericle, presidente del collegio degli strateghi per diversi anni. Nel 431 a.C. i due sistemi, ateniese e spartano, entrarono in un rovinoso conflitto che si protrasse per 27 anni e dal quale Atene uscì sconfitta e rovinata demograficamente ed economicamente. Per un anno fu soggetta a un regime oligarchico filospartano (i Trenta tiranni).

Dall'età ellenistica ai Romani. Nel sec. IV a.C. Atene riprese vigore e svolse una politica di equilibrio, prima appoggiando Tebe che contrastava il dominio di Sparta, poi, dopo l'affermazione del primato di Tebe (battaglia di Leuttra, 371 a.C.), legandosi alla potenza dorica. L'opposizione contro l'espansionismo macedone naufragò a Cheronea (338 a.C.). Sotto l'influenza macedone e poi sotto il dominio romano, rimase un grande centro di cultura, celebrato fino alla tarda antichità.