La fine della Repubblica: il primo e il secondo Triumvirato
L'ascesa di Pompeo
Il giovane Gneo Pompeo, già ufficiale di Silla, si mise in evidenza attraverso tre imprese. Nel 77 a.C. ebbe ragione di Marco Emilio Lepido che, nell'Etruria e nella Cisalpina, aveva tentato di abolire la costituzione sillana. In Spagna, nel 72 a.C., domò l'insurrezione dei Lusitani guidata da Quinto Sertorio. In Italia, pose fine a una rivolta di schiavi guidata dal trace Spartaco nel 73 a.C., e già affrontata dal generale Marco Licinio Crasso. Insieme a questo fu eletto console nel 70 a.C.; allo scopo di diminuire l'attività del senato, i due restituirono l'autorità ai tribuni e il controllo dei processi ai cavalieri. Un altro uomo stava emergendo, Marco Tullio Cicerone, l'oratore che era riuscito a far condannare, per le molte ruberie, Verre, ex governatore della Sicilia. Nel 67 a.C. Pompeo, al comando di una potente flotta, vinse i pirati che spadroneggiavano nel Mediterraneo. Nel 66 a.C. Mitridate, il re del Ponto, tentò una nuova offensiva contro Roma. Pompeo fu mandato in Oriente e, dopo il suicidio del re, conquistò la regione, fece della Siria e della Giudea due provincie romane e sottomise l'Armenia e la Bitinia.