Conformismo e devianza
In sintesi
Redazione De Agostini
Il problema | Come nel caso dell'interazione personale, anche nel caso dei rapporti sociali è necessaria la presenza di un sistema normativo che regoli i comportamenti dei soggetti. |
Tipi di norma | Le norme presenti in una società possono essere distinte in due grandi categorie. Il termine folkways (usi) indica l'insieme di norme più esplicitamente relative alle abitudini di una determinata cultura e ritenute meno importanti. Mores (costumi) sono le norme ritenute essenziali, la cui infrazione colpisce i valori fondamentali della comunità e rispetto a cui si prevedono gravi sanzioni. |
Il controllo sociale | Accanto ai processi di socializzazione, per tutelare il proprio sistema normativo la società ha elaborato diverse forme di controllo sociale: di tipo interno (diretto e indiretto) ed esterno (forze dell'ordine, polizia, vigili urbani ecc.). Secondo la catalogazione di Parsons, le tipologie di intervento adottate nei confronti dei devianti sono: l'isolamento, l'allontanamento e la riabilitazione. |
Devianza e criminalità | La devianza riguarda i comportamenti mediante i quali individui o gruppi violano le norme importanti di una società. |
Tipi di devianza | Secondo S. Dinitz l'azione deviante può darsi come: contrasto rispetto al prevalente modello fisico, fisiologico o intellettivo (è il caso degli individui deformi e dei minorati psichici); infrazione delle norme religiose e ideologiche (è il caso degli eretici e dei dissidenti); infrazione delle norme giuridiche (è il caso dei ladri e degli assassini); comportamento difforme dalla definizione culturale di salute mentale (è il caso degli individui psicopatici e dei nevrotici); rifiuto dei valori culturali dominanti (è il caso dei bohémien e degli hippy). |
Criminalità | La criminalità è dunque solo una delle tante manifestazioni della devianza. |
Teorie sulla devianza | Teorie biologiche: sono le più antiche e ricercano le cause della devianza in fattori biologici ereditari. Dalle prime impostazioni (come quella di Lombroso), si è passati a elaborazioni piuttosto complesse (come quella di Cowen), basate sull'analisi dei cromosomi (nel caso specifico, Cowen rileva la presenza tra i criminali di un cromosoma Y in più rispetto agli altri individui). Teorie psicologiche: si rifanno principalmente alle teorie freudiane. Esse ricercano la causa della devianza in conflitti non risolti, processi di identificazione, meccanismi reattivi ecc., verificatisi in particolari situazioni dell'infanzia e dell'adolescenza. Teorie dell'anomia: sulla base della rielaborazione del concetto durkheimiano di anomia, Merton ha sviluppato una teoria che considera la devianza come effetto del conflitto, interno alla società, tra fini socialmente approvati e mezzi socialmente approvati disponibili. L'individuo, pur condividendo i valori e i fini della società, non sempre ha i mezzi per perseguirli; si crea allora una spaccatura tra individuo e sistema culturale. Teorie delle subculture: sottolineano, all'interno della medesima società, la presenza di differenti sistemi valoriali e culturali. La devianza non sarebbe dunque assoluta, ma relativa ad altri parametri di riferimento, diversi da quelli del gruppo di cui ci si sente parte. Teorie dell'etichettamento: si fondano sull'analisi di Beker secondo cui il nucleo dei processi devianti è da rintracciare nelle norme che definiscono un determinato comportamento lecito o deviato. È l'etichettamento di un comportamento come deviante a renderlo tale. Lemert sostiene che, accanto alla devianza primaria (atto di trasgressione), vada considerata la devianza secondaria, ossia l'assunzione della definizione di sé come deviante da parte del soggetto. Teorie della funzionalità: secondo una prospettiva che risale a Durkheim (attualmente sostenuta da autori come A.K. Cohen), la devianza sarebbe funzionale al sistema sociale. Essa infatti rafforza la coscienza collettiva e, conseguentemente, l'unità della società. |
La delinquenza giovanile | Un caso di comportamento deviante particolarmente significativo è quello della delinquenza giovanile. Da molte ricerche effettuate in diverse aree geografiche emerge che i picchi più alti di criminalità sono relativi proprio all'età giovanile. Le ricerche risultano concordi nel rilevare che i ragazzi sottoposti a misure rieducative o penali sono caratterizzati da una deprivazione economica e culturale e appartengono ai gruppi sociali più sfavoriti. |
I malati mentali | Un'altra grande categoria di devianti è quella dei malati mentali. I disturbi psichici vengono solitamente distinti in nevrosi (disturbi meno gravi e che non compromettono in modo radicale l'esistenza normale) e psicosi (disturbi gravi). La diagnosi della malattia mentale, come rilevato dal celebre esperimento di Rosenhan, non è mai priva di ambiguità. |
La deistituzionalizzazione | La ricerca sociologica si è occupata di questo ambito in particolare in relazione alla critica nei confronti delle "istituzioni totali", sviluppatesi per tutti gli anni '60 del XX secolo. Ospedali psichiatrici, riformatori, strutture carcerarie risultavano infatti, secondo molti studiosi, centri che aumentavano la distanza tra soggetto e società e, lungi dall'agevolarlo, impedivano il processo di reinserimento. Gli individui vissuti a lungo in tali strutture divenivano col tempo persone istituzionalizzate, ossia incapaci di concepire un modo di vita difforme da quello dell'istituzione. |