Atteggiamenti

Dovendo vivere inseriti in un ambiente sociale complesso, è naturale pensare che noi attuiamo una sorta di classificazione di ciò che ci circonda in modo da poter meglio interagire con il nostro mondo. Le persone assorbono da una parte alcune delle credenze e degli atteggiamenti di chi sta loro vicino, ma molti degli atteggiamenti sono anche mutuati dalla cultura di appartenenza (ad esempio molti di quelli collegati alla religione o alla politica).

Un atteggiamento relativo a un determinato argomento nasce dunque sulle nostre convinzioni riguardanti quell'argomento (ad esempio, il mio atteggiamento sulla musica classica si baserà sulle mie idee riguardo la sua piacevolezza, ascoltabilità...) che, per produrre un qualche effetto sul comportamento, devono necessariamente essere associate o portare a delle conseguenze (se ritengo che la musica classica sia monotona probabilmente mi sentirò irritato o annoiato all'idea di andare ad ascoltare un concerto – conseguenza negativa; mentre se sono appassionato di questo genere di musica aspetterò con gioiosa anticipazione l'occasione di sentire un'esecuzione dal vivo – conseguenza positiva).

È dunque possibile dedurre che generalmente gli atteggiamenti di una persona su un argomento specifico si traducano in influenze individuali specifiche che si riflettono sui nostri comportamenti. Gli psicologi sociali iniziarono ad interessarsi di atteggiamenti confidando che, dato questo stretto rapporto atteggiamento-comportamento, sarebbero stati predittivi dei comportamenti degli individui, ma le ricerche hanno anche messo in evidenza come il rapporto tra le nostre opinioni, i nostri atteggiamenti e il modo di agire che attuiamo non sia sempre diretto e univoco. Infatti pressioni causate da situazioni specifiche possono portarci a modificare il nostro comportamento tanto da renderlo non compatibile con i nostri atteggiamenti e le nostre opinioni. Ad esempio, per quanto l'atteggiamento di Amilcare nei confronti della musica classica possa essere entusiasta, probabilmente non metterà mai un CD di Bach come sottofondo la sera che ha ospite a casa sua Matilde, su cui vuole fare una buona impressione e che notoriamente giudica la musica classica come estremamente noiosa. D'altra parte a Matilde può capitare di ascoltare musica classica (senza lamentarsi) quando si trova in compagnia di alcuni suoi amici che studiano musica antica al conservatorio.

Sulla base di queste considerazioni gli studiosi hanno ipotizzato che conoscenze sugli atteggiamenti delle persone ci permettono di trarre conclusioni valide sui comportamenti medi degli individui (potremmo quindi ragionevolmente aspettarci che Amilcare in una settimana o in un mese ascolti più musica classica di Matilde), mentre per prevedere comportamenti più specifici bisognerà indagare atteggiamenti specifici: ad esempio, per sapere che musica Amilcare farà ascoltare a Matilde, dovremmo indagare i suoi atteggiamenti e le sue credenze relativamente a che musica far ascoltare alle persone che vuole compiacere e non relativamente alla musica in sé.

La formazione degli atteggiamenti

Una vola esaminato il rapporto che può esserci tra un atteggiamento e il comportamento delle persone in situazioni diverse, ci si potrebbe chiedere come esse arrivino a formare i loro atteggiamenti nei confronti di specifici argomenti. La risposta più immediata è che le persone costruiscano degli atteggiamenti sulla base delle loro esperienze: se Amilcare non ha mai letto libri seri, ma solo fumetti o romanzi polizieschi, e sua cugina Ermengarda gli presta un trattato sulla vita dei coleotteri africani, probabilmente l'atteggiamento di Amilcare nei confronti della lettura di un certo livello non sarà mai particolarmente entusiasta. Ma non sempre è così: ad esempio, l'atteggiamento razzista di alcune persone nei confronti di particolari gruppi o etnie non è basato su alcuna esperienza e conoscenza diretta.

Proviamo dunque a esaminare velocemente le cause che possono portare alla formazione di particolari atteggiamenti.

Abbiamo citato poc'anzi l'esperienza, che non può comunque essere tralasciata, o sottovalutata: atteggiamenti che poggiano su un'esperienza diretta avranno senz'altro più peso che quelli derivanti da esperienze di terzi che ci vengono comunicate. A livello sociale, i primi ad avere un'influenza sugli atteggiamenti dei bambini sono i loro genitori, che, più o meno consapevolmente, trasmettono i loro propri ai figli, rappresentando, quanto meno nei primi anni di vita dei bambini, la loro principale fonte di conoscenza. Più avanti i bambini impareranno e avranno l'occasione di confrontare le proprie esperienze anche con un gruppo di coetanei, la cui influenza diventerà progressivamente più forte, per raggiungere il suo massimo nel periodo adolescenziale. Non è da sottovalutare neanche l'importanza degli strumenti di comunicazione di massa (stampa, radio, televisione, internet...) che, per quanto non abbiano un'influenza assoluta sulle credenze degli ascoltatori, giocano tuttavia un ruolo importante nella formazione e nel consolidamento di determinati atteggiamenti (basti pensare allo spazio dedicato, ad esempio, nei telegiornali, ad alcuni fatti piuttosto che ad altri, per capire quanto siano trasmessi, insieme alle notizie, determinati atteggiamenti nei confronti delle stesse).

È possibile modificare gli atteggiamenti?

Quanto abbiamo detto porta a credere che generalmente sia logico aspettarci una coerenza tra gli atteggiamenti, le credenze delle persone e i loro comportamenti. Ma cosa succede quando si avverte una forte dissonanza tra un atteggiamento e un comportamento? Ad esempio Amilcare potrebbe non sopportare la musica dance, ma iniziando una relazione con Matilde (che al contrario non sopporta la musica classica che piace a lui) e trovandosi ad ascoltare spesso questo tipo di musica si troverebbe davanti a un conflitto. Secondo gli psicologi sociali, in casi come questi le persone tendono a ridurre il disequilibrio che avvertono o cercando di minimizzarlo (la coppia potrebbe provare a non ascoltare musica quando è insieme), oppure cambiando l'atteggiamento (Amilcare potrebbe decidere che conoscendola meglio la musica dance non è poi così male, oppure Matilde potrebbe riconsiderare la sua posizione relativamente alla musica classica). Questo avviene, secondo la teoria dell'equilibrio, perché le persone trovano più piacevoli le situazioni che avvertono come equilibrate (dove c'è quindi armonia tra gli atteggiamenti e i comportamenti che ad essi sono correlati). Altre volte la disarmonia è percepita a livello cognitivo, quando le persone sono combattute tra due atteggiamenti non coerenti tra di loro. Ad esempio, Matilde può sapere che mangiare troppo cioccolato nuocerà alla sua dieta, ma continua comunque a mangiare cioccolato perché è triste ed è convinta che il cioccolato migliorerà il suo morale. Per ridurre la dissonanza data da questa contrapposizione probabilmente Matilde arriverà a modificare uno dei due atteggiamenti (smettere di mangiare il cioccolato o convincersi che tutto sommato, specie se in quantità non elevate, non potrà causare gravi danni alla sua linea), coerentemente con quella che gli studiosi hanno battezzato teoria della dissonanza.

In genere però gli atteggiamenti delle persone si modificano poco alla volta sulla base di nuove esperienze e di maggiori conoscenze.

Gli psicologi sociali sono molto interessati anche alla possibilità di modificare intenzionalmente gli atteggiamenti degli altri (dei propri figli, degli studenti, degli amici, degli elettori...). Inizialmente si pensava che gli individui modificano gli atteggiamenti sulla base dei rinforzi che ricevono, assumendo quindi gli atteggiamenti più rinforzati a livello sociale o personale. Successivamente è stata avanzata la teoria delle risposte cognitive, secondo la quale le persone modificano i loro atteggiamenti sulla base delle nuove informazioni che ricevono. La comunicazione di nuove informazioni di per sé non è sufficiente a modificare gli atteggiamenti di una persona ma la porterà probabilmente a rivedere le sue posizioni: riuscendo a non far nascere immediatamente opposizione nei confronti delle nuove informazioni (portando dunque gli ascoltatori a contraddirle, e rinsaldandoli contemporaneamente nei loro atteggiamenti) ma suggerendo alle persone nuove ipotesi, sarà prossibile riuscire a modificare anche i loro atteggiamenti.