Introduzione
Negli anni precedenti il primo conflitto mondiale, artisti del calibro di Oskar Kokoschka, Kraus Kraus, Vasilij Kandiskij, Marc e Arnold Schönberg elaborarono una poetica alternativa sia al naturalismo, giudicato eccessivamente prosaico, sia all'impressionismo, avvertito come un raffinato ma vacuo sdilinquimento. La rivoluzione che si impose nel breve volgere di quegli anni, rovesciando i presupposti estetici della musica, e ancor più dell'arte figurativa, prese voce nella rivendicazione di un'espressione artistica che si alimentasse ai tratti esistenziali più profondi e inconsci. In ambito musicale questo mutamento di poetica si affermò portando alle estreme conseguenze e quasi "distillando" quegli elementi di concentrazione sul soggetto e sulle sue tensioni già presenti in Gustav Mahler, Richard Strauss e nel cosiddetto "post" o "tardo" romanticismo. A tale scopo, il linguaggio espressionista si avviò verso uno stato di tensione permanente, che asciugava il discorso musicale dagli elementi più "esteriori", "retorici" e "naturalistici" mediante tecniche compositive le più idonee all'astrazione e alla purezza formale.