La poesia epigrammatica
- La poesia epigrammatica
- Epigramma ed epigrammisti
- Angelo Silesio, il cherubino della Slesia
- Approfondimenti
- Riepilogando
Epigramma ed epigrammisti
Nato in Grecia nella forma di iscrizione funeraria, l'epigramma si tramandò come genere poetico fatto di brevi componimenti ispirati da motivi, situazioni, vicende in ambito circoscritto. L'arte epigrammatica passò non soltanto nella letteratura latina ma di qui anche nelle letterature moderne. L'epigramma venne coltivato infatti dalla poesia latina umanistica ed ebbe successo appunto nel Seicento, bene adattandosi alla concettosità e alle ricercatezze della poesia barocca.
Czepko
Il poeta Daniel Czepko von Reigersfeld (Koischwitz, Liegnitz, 1605 - Wohlau, Slesia, 1660) studiò medicina a Lipsia e giurisprudenza a Strasburgo. Umanista colto e fecondo, appartenne al circolo mistico-teosofico di A. Frankenberg, fu seguace ed editore di J. Böhme. La sua opera principale, cui attese per vent'anni, è il poema Coridone e Fillide (Coridon und Phyllis, 1647), in cui flagella gli oppressori dei contadini e denuncia le violenze e le ipocrisie del potere costituito. I suoi scritti religiosi furono proibiti dalla Chiesa luterana. Tuttavia è indubbio che i Seicento distici di sapienti (Sexcenta Monodisticha Sapientium, 1640-47) rappresentano uno dei vertici assoluti della poesia epigrammatica e della letteratura mistica, mettendo in parola costantemente il crinale tra dicibile e indicibile. Raccolta di 600 epigrammi tedeschi in distici alessandrini, quest'opera fu autenticamente ispirata a una coscienza del divino tanto intensa quanto lucida. Essa conobbe ampia diffusione e servì da modello anche a Silesius.
Logau
Friedrich von Logau (Nimptsch, Slesia, 1605 - Liegnitz 1655), pseudonimo di Salomon von Golaw, è il maggior autore di epigrammi dell'età barocca. I suoi Tremila epigrammi tedeschi (Deutscher Sinn-Getichte Drey Tausend, 1654) rivelano un autore di intelligente arguzia, animato da una profonda fede religiosa. In una lingua limpida, rivolse la sua satira contro la guerra, il fanatismo religioso, il decadimento morale e l'ingiustizia sociale, mettendo a nudo miseria, vizi e dolore sotto le false apparenze dello sfarzoso mondo barocco.