Il periodo delle origini
In sintesi
Primi secoli (secc.VIII-VII a.C.) | Nei primi secoli della sua storia, Roma ha una produzione anonima e tramandata oralmente, ma nulla di specificatamente letterario. |
Le iscrizioni | I primi documenti pervenuti della lingua latina sono epigrafi di difficile interpretazione come il Lapis Niger (secc. VII-VI), il Vaso di Dueno (secc. VII-VI), la Cista Ficoroni e le iscrizioni sulle tombe della famiglia degli Scipioni (sec. III), interessanti perché prima testimonianza diretta del verso saturnio. |
La prosa: il diritto | Le Leggi delle XII Tavole costituiscono non solo una grande conquista della plebe, che otteneva la certezza del diritto, ma hanno anche importanza preletteraria come primo documento di prosa organizzata. |
La prosa: la cronaca | La redazione annuale degli Annales e la loro riunificazione in 80 libri con il titolo di Annales Maximi fornisce la storia del popolo romano. |
La prosa: l'oratoria | È l'unica attività intellettuale degna di un patrizio, perché necessaria per fare carriera. Appio Claudio Cieco (sec. IV a.C.), il primo oratore di cui ci è giunta notizia, convinse il Senato a respingere la pace con Pirro con una famosa orazione (280) che era ancora letta ai tempi di Cicerone. |
La poesia | Il più antico verso romano è il saturnio e il primo componimento di cui si ha memoria è il carmen. Di questo genere sono i più antichi inni religiosi: il Carmen Saliare e il Carmen Arvale; il primo cantato dai sacerdoti Salii in primavera e in autunno per l’apertura e la chiusura della guerra; il secondo dai sacerdoti Arvali per propiziare la fertilità dei campi. Profani sono i carmina convivalia e triumphalia e le neniae. |
Le origini del teatro | Forma primitiva di poesia teatrale sono i versi fescennini, battute licenziose che i contadini si scambiavano durante le feste, e la satura, rappresentazione più complessa, di origine etrusca, con canto, recitazione, danza e gesticolazioni mimiche. Decisamente più importante per il teatro è l'atellana, farsa di origine osca recitata su un canovaccio da maschere fisse, quali Pappus, Maccus, Bucco e Dossennus. |