Poeti epici

Valerio Flacco

Di Gaio Valerio Flacco Balbo (m. 90 ca d.C.) poco si sa: il soprannome Setino lo indica forse originario di Sezze, cittadina nel Lazio; visse al tempo degli imperatori Flavi, ai quali tributò elogi, e fece parte dei quindecemviri sacris faciundis; la data di morte è testimoniata da Quintiliano. Il suo nome è legato alla composizione degli Argonautica.

Argonautica

Il poema epico Argonautica (Gli Argonauti), incompiuto al verso 467 del libro VIII, era rimasto sconosciuto nel Medioevo e venne scoperto da Poggio Bracciolini nel 1416. Narra la mitica impresa nella Colchide per la conquista del Vello d'oro da parte degli Argonauti, tra cui Ercole, Peleo, Castore, Polluce, Orfeo, al comando di Giasone. Nei primi cinque libri del poema si narrano le avventure degli eroi nel lungo viaggio sulla nave Argo, l'arrivo in Colchide e il rifiuto del re Eeta di consegnare il Vello d'oro. Nel VI libro entra in scena Medea, la figlia del re, che si innamora di Giasone e che con la sua magia rende possibile l'impresa. Il poema si interrompe con Absirto, figlio del re della Colchide, che insegue Medea, Giasone e gli Argonauti. È probabile che il poema dovesse raggiungere i 12 libri.

Il poeta si ispira all'omonima opera in 4 libri dell'alessandrino Apollonio Rodio (sec. III a.C.), ma, a parte gli episodi principali, si allontana molto dal modello, con l'introduzione di epopee e digressioni geografiche. L'Argonautica rivela forti influssi virgiliani, sia perché l'impresa, come quella di Enea, è voluta dal Fato, sia per l'impostazione morale del racconto, sia per lo stile, rinnovato secondo il nuovo gusto poetico drammatico ed enfatico. Il personaggio più interessante è quello di Medea per l'analisi psicologica del suo conflitto tra il dovere verso il padre e l'amore per Giasone.