Tucidide
La vita
Le notizie sulla sua vita si ricavano, oltre che da due biografie antiche e dal Lessico Suda, un'enciclopedia letteraria d'epoca bizantina, da pochi ma importanti cenni presenti nella sua opera. Tucidide nacque ad Atene attorno al 460 a.C da una ricca famiglia aristocratica, proprietaria di terre e miniere d'oro in Tracia. In gioventù assistette agli inizi delle ostilità tra Atene e Sparta, che sfociarono nella guerra del Peloponneso (431-404): ne intese subito l'importanza e le prese a soggetto dei suoi scritti. Malgrado le tendenze conservatrici della sua famiglia, fu fervente ammiratore di Pericle, comprendendo che la sua politica, formalmente democratica, era in realtà espressione della sua autorità assoluta e del suo carisma. Sopravvisse all'epidemia di peste che sconvolse Atene nel 430: fu egli stesso colpito, ma guarì.
Nel 424, eletto stratego e preposto alla difesa degli interessi ateniesi nell'Egeo settentrionale, non riuscì a evitare la conquista della città di Anfipoli (alle foci del fiume Strimone) a opera del generale spartano Brasida. Fu allora condannato all'esilio: non è certo se nei 20 anni di allontanamento da Atene si ritirò nelle sue proprietà in Tracia o se, invece, viaggiò nel Peloponneso o se rimase per alcuni periodi ad Atene, come attesta Aristotele e come pare provato dalla conoscenza diretta che lo storico sembra avere di fatti avvenuti in quegli anni ad Atene. Qui forse morì (attorno al 403 a.C.): secondo una testimonianza antica (ripresa da alcuni studiosi moderni) fu ucciso dai Trenta Tiranni, gli oligarchi che avevano preso il potere ad Atene dopo la sconfitta; ma è più probabile che sia morto alcuni anni dopo (attorno al 399 a.C.). La sua opera si interrompe bruscamente a metà di una frase; è stata avanzata l'ipotesi che la parte conclusiva sia confluita nei primi libri delle Elleniche di Senofonte.