La tragedia
La genesi del genere tragico
Questo genere di rappresentazione drammatica ebbe origine verso il VI sec. a.C. in Grecia. Dal primitivo carattere sacro, legato al culto degli dei e al mito degli eroi, si evolse rapidamente per abbracciare nel contenuto, sempre di tono elevato, avvenimenti luttuosi che avessero per protagonisti personaggi illustri, per lo più mitici, portati sulla scena per interessare lo spettatore a problemi morali, religiosi, politici.
Il problema delle origini della tragedia
Quello delle origini della tragedia è stato un problema molto dibattuto dai filologi, a iniziare dall'incerta interpretazione del termine tragodìa (da trágos, capro, e oidé, canto), ora inteso come “canto per il capro” (cioè “per il sacrificio di un capro” o “per ottenere in premio un capro”) ora come “canto del capro”, cioè dell'attore mascherato da capro. Accogliendo questa seconda lettura, la tragedia si legherebbe al ditirambo, il canto lirico in onore di Dioniso, i cui interpreti erano appunto uomini mascherati da capro. L'origine dionisiaca della tragedia si fonderebbe anche su un passo della Poetica di Aristotele, in cui si afferma che la tragedia nacque “da coloro che guidavano il ditirambo”. In ogni caso, se si prescinde dal fatto che i concorsi drammatici avevano luogo durante le festività dionisiache, le radici del fenomeno tragico non sono più rintracciabili nei grandi testi di Eschilo, Sofocle ed Euripide e nulla sembra rimanere in essi di propriamente dionisiaco. Pertanto alcuni studiosi, prescindendo dalla testimonianza aristotelica sopra citata, ricollegano la tragedia a origini misteriche o ad antichi riti della fecondità o ancora al culto degli eroi. Una famosa interpretazione, più rilevante tuttavia sul piano storico-filosofico che filologico, è quella di F. Nietzsche che, nell'opera La nascita della tragedia (1872), individuò la genesi del fenomeno tragico nella fusione dell'elemento dionisiaco (inteso come vitalità, passionalità, disordine) con l'elemento apollineo (ordine, chiarezza, armonia), presenti, prima che nella tragedia, nello spirito stesso dell'uomo greco.
Tragedia e dramma satiresco
Del tutto incerto è anche il rapporto fra tragedia e dramma satiresco (così chiamato perché il coro era costituito da satiri). Il dramma satiresco seguiva la trilogia della tragedia (le tragedie venivano presentate al pubblico in cicli di tre opere alla volta) e, coi toni scherzosi o ludici dei suoi temi e dei suoi personaggi, assolveva forse a una funzione distensiva. Secondo una tradizione antica, il dramma satiresco rappresenterebbe una ripresa dell'elemento propriamente dionisiaco, venuto meno nel testo tragico e reclamato con forza dal pubblico.