François Villon
- Introduzione
- Un destino tragico
- Le opere e i temi
- Derisione e lirismo
- La fortuna
- Riepilogando
Le opere e i temi
Nel 1456 (secondo quanto dichiara il poeta) Villon compose il poema in ottosillabi Le lais o Le legs (Il lascito) detto anche Petit testament (Piccolo testamento). Deluso da una donna crudele, il poeta annunciava la sua partenza da Parigi e prendeva congedo dagli amici. La tradizionale formula del lascito scherzoso offriva a Villon l'occasione per una sfilata di personaggi rappresentati con aspro sarcasmo, sebbene non sia facile oggi comprendere appieno le numerose allusioni. Quasi indecifrabili risultano le Ballades en jargon, note anche come Le jargon et jobelin (Ballate in gergo); si tratta di 11 ballate scritte in argot, lingua segreta della malavita. L'analisi linguistica dei documenti del processo ai Coquillards, che si svolse a Digione nel 1455, e il confronto con le Ballate di Villon sembra confermare che il poeta appartenesse alla banda. Il capolavoro di Villon è il Testament (Testamento), composto probabilmente tra il 1461 e il 1462. Si tratta di un lungo poema di 2023 versi suddivisi in 186 stanze di otto versi, inframmezzate da 3 rondeaux e 16 ballate, alcune delle quali composte in precedenza. Villon riprende la forma del testamento con un'intonazione ben più dolente e drammatica; accingendosi ad affrontare la partenza definitiva, la morte, il poeta ripensa alla sua vita, alla dolorosa fugacità delle cose terrene. La presenza incombente e ossessiva della morte, evocata anche nei suoi aspetti più crudamente fisici, dà il tono a tutto il poema, che alterna malinconia, gravità e veemente sarcasmo. Il poeta esprime l'odio nei confronti dei ricchi e in particolare del vescovo Thibaud d'Aussigny, che lo aveva fatto rinchiudere in carcere, la compassione per la miseria dei derelitti e delinquenti che hanno condiviso il suo destino, il pentimento per gli errori della giovinezza, l'orrore per la vecchiaia e la decrepitezza del corpo, il rimpianto per la fragilità dell'uomo e la brevità della vita, ma anche l'attaccamento ai piaceri della vita, alle donne e all'amore.
Il Testamento comprende alcune delle più belle ballate di Villon, la celebre Ballade des dames du temps jadis (Ballata delle dame del tempo che fu), la Ballade de la belle Heaumière aux filles de joie (Ballata della bella Heaumière alle ragazze di vita), la Ballade pour prier Notre-Dame (Ballata per pregare la Vergine), la Ballade de la grosse Margot (Ballata della grassa Margot). Il tema della morte, l'accorata pietà di fronte al destino degli uomini, l'intensa compassione per coloro che si sono macchiati di qualche terribile colpa, l'ansia della misericordia divina, ispirano la Ballade des pendus (Ballata degli impiccati, forse 1463), uno dei vertici della poesia del Medioevo.