Un mondo sempre più popolato

Esplosione demografica e disequilibri

Abbiamo appena visto che la popolazione mondiale raggiunge il primo miliardo d'abitanti intorno alla metà dell'800, che diventano 1,5 miliardi a fine secolo (tab. 3.1.1). La crescita demografica subisce un lieve rallentamento, anche a causa delle due guerre mondiali, nei successivi cinquant'anni (0,8% in media l'anno). Nel 1950, a ogni modo, la popolazione mondiale oltrepassa già i 2,5 miliardi.

  • L'esplosione demografica

Da allora il ritmo di crescita si fa convulso, tanto da far parlare di esplosione demografica (intorno al 2% in media dal 1950 al 1990, con punte fino al 2,4% negli anni '60), che porta al raddoppio della popolazione del pianeta in appena quarant'anni . Anche se più contenuto nell'ultimo decennio, il tasso di crescita resta alto (intorno all'1,6% in media dal 1990 al 2000), il che significa che ogni anno al bilancio del pianeta vanno aggiunti circa 85 milioni di persone (poco meno degli abitanti attuali di Germania e Norvegia messe insieme), con la possibilità di un ulteriore raddoppio della popolazione mondiale nell'arco dei prossimi 35-50 anni.
Ma il problema demografico non è principalmente questo. Ancora una volta il problema maggiore è rappresentato dall'evoluzione divergente tra paesi sviluppati (dove il tasso di incremento varia dallo 0,6% dell'Europa occidentale allo 0,8% degli Stati Uniti) e paesi in via di sviluppo (dove il tasso medio varia dall'1,7% dall'Asia, al 2% dell'America Latina, al quasi 3% dell'Africa).
La forte natalità di quest'ultimo gruppo di paesi ripropone il problema delle forbice esistente fra popolazione e risorse nel Sud del mondo, causa della sottoalimentazione cronica di 840 milioni di persone, un quarto delle quali in età infantile.

All'elevata natalità dei PVS si contrappone la denatalità dei paesi industrializzati, determinando un disequilibrio demografico (tabb. 3.1.2 e 3.1.3) su scala globale, causa questo di crescenti flussi migratori dalle regioni più povere a quelle più ricche del pianeta (tabb. 3.1.4, 3.1.5, 3.1.6, 3.1.7).Per queste e altre considerazioni, s'è parlato, a ragione o a torto che sia, di bomba demografica, di un meccanismo, cioè, gravido effetti economici e sociali dirompenti e suscettibile, se non disinnescato per tempo, di riversarsi in modo imprevedibile sulle prossime generazioni.

  • Le politiche demografiche

Una più precisa ricognizione delle tendenze demografiche in corso e la concertazione tra Stati circa gli interventi più idonei per far fronte ai problemi che ne derivano hanno formato l'oggetto di tre conferenze internazionali promosse dall'ONU nell'ultimo trentennio. Le oscillazioni che emergono nelle valutazioni e negli esiti di ciascuna conferenza riflettono gli orientamenti prevalenti dell'epoca.La prima conferenza mondiale sulla popolazione, svoltasi nel 1974 a Bucarest, in Romania, registra fondamentalmente la frattura di punti di vista esistente tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo sull'argomento. I paesi industrializzati, infatti, preoccupati del precario equilibrio creatosi tra popolazione e risorse naturali non rinnovabili, auspicano una politica di limitazione delle nascite nei paesi in via di sviluppo. Questi ultimi, invece, individuano il problema principale nei sovraconsumi dei paesi industrializzati, puntando piuttosto a un ridistribuzione più equa delle risorse a livello internazionale.

La seconda conferenza, svoltasi nel 1984 a Città del Messico, pur non appianando del tutto le divergenze tra Nord e Sud del pianeta, sfocia in una dichiarazione comune per cui, fatta salva l'esigenza di contenere l'espansione incontrollata delle nascite nei PVS, la pianificazione familiare è un diritto fondamentale della coppia, all'interno della quale occorre tener conto della salute della donna . Un orientamento più organico emerge infine dalla terza conferenza tenuta nel 1994 al Cairo, che allarga il concetto di politica demografica alla questione dello sviluppo umano e all'"equità tra i sessi", realizzabile attraverso la promozione della donna . In materia di pianificazione familiare, la conferenza del Cairo ribadisce il principio della libertà di scelta individuale, mentre per quanto riguarda lo sviluppo umano, indissolubilmente legato a quello dello sviluppo sostenibile, formula la proposta di destinare a questo il 20% delle risorse nazionali e il 20% dell'assistenza internazionale allo sviluppo.Per quanto riguarda le politiche demografiche dei singoli paesi, queste sono sostanzialmente di due tipi: di riduzione della natalità e di tipo tecnico-amministrativo.Le politiche di riduzione delle nascite si basano perlopiù sulla diffusione di metodi contraccettivi, fino, in alcuni casi all'incentivazione dell'aborto e delle sterilizzazione. Politiche di questo tipo sono attuate attraverso campagne di massa soprattutto in Cina ("un figlio a persona"), India e Thailandia (propaganda della sterilizzazione volontaria), in tutti tre i casi con esiti importanti, tanto che Cina e Thailandia stanno entrando nel regime demografico moderno, mentre l'India è nella seconda fase della transizione demografica.

Gli interventi tecnico-amministrativi tendono piuttosto a incentivare o a disincentivare le famiglie con più figli in modo indiretto, tramite finanziamenti, crediti agevolati, manovre fiscali ecc. Va da sé che gli incentivi in favore delle famiglie numerose sono adottati dai paesi ricchi per arginare il declino demografico.

 

Tabella Tabella 3.1.1 Popolazione mondiale 1800-2000 (in milioni di abitanti)

 1800190019501980199019952000
Europa*185350592758709,4701,9714,9
Asia588850140325553166,63460,03707,8
Africa100120222467607,1696,4777,7
America25180322604702,3759,8828,3
Australia e Oceania28111829,231,532,0
TOTALE MONDIALE9001508255044025214,75649,66060,7

(*) Fino al 1990 il dato comprende anche la parte asiatica della Russia

Tabella Tabella 3.1.2 Paesi a bassa crescita demografica (Fonte: UN Population and Vital Statistics Report 2000 - (*) stime da altre fonti)

postopaesitasso medio annuo di incremento 1995-2001
2ESTONIA-1,24
3GEORGIA-1,10
3SAINT KITTS E NEVIS*-0,78
5BULGARIA-0,66
6ALBANIA-0,40
7UCRAINA-0,38
8UNGHERIA-0,38
9ROMANIA-0,36
10KAZAKISTAN-0,35
11ARMENIA-0,31
12BIELORUSSIA-0,30
13LITUANIA-0,30
14CECA, Repubblica-0,16
15RUSSIA-0,16
16CROAZIA-0,09
17DOMINICA*-0,06
18SLOVENIA-0,05
19ITALIA-0,01
20MOLDAVIA0,02
21SOMALIA0,03
22PORTOGALLO0,04
23POLONIA0,08
24SLOVACCHIA0,12
25BELGIO0,14
26GERMANIA0,14
27IUGOSLAVIA0,14
28REGNO UNITO0,18
29GIAPPONE0,20
30SVEZIA0,25
Tabella Tabella 3.1.3 Paesi a elevata crescita demografica (Fonte: UN Population and Vital Statistics Report 2000 - (*) stime da altre fonti)

postopaesitasso medio annuo di incremento 1995-2001
1LIBERIA8,23
2RUANDA7,71
3ANDORRA *3,92
3ERITREA3,78
5YEMEN3,74
6ARABIA SAUDITA3,37
7OMAN3,30
8GAMBIA3,23
9MARSHALL *3,21
10ANGOLA3,20
11NIGER3,19
12SALOMONE3,14
13KUWAIT3,09
14BOSNIA - ERZEGOVINA3,02
15GIORDANIA3,02
16MADAGASCAR2,97
17SIERRA LEONE2,95
18AFGHANISTAN2,89
19SWAZILAND2,88
20IRAQ2,80
21UGANDA2,80
22BHUTAN2,79
23CONGO2,79
24MALDIVE2,78
25PAKISTAN2,77
26HONDURAS2,75
27NICARAGUA2,74
28BURKINA FASO2,73
29MAURITANIA2,73
30COMORE2,72
17SIERRA LEONE2,95
18AFGHANISTAN2,89
19SWAZILAND2,88
20IRAQ2,80
21UGANDA2,80
22BHUTAN2,79
23CONGO2,79
24MALDIVE2,78
25PAKISTAN2,77
26HONDURAS2,75
27NICARAGUA2,74
28BURKINA FASO2,73
29MAURITANIA2,73
30COMORE2,72
Tabella Tabella 3.1.4 Paesi con pi� alta nativit� (Fonte: UN Population and Vital Statistics Report 2000)

postopaesin� nati vivi per 1.000 ab. 1995-2000
1SOMALIA52,3
2AFGHANISTAN51,3
3UGANDA51,1
3NIGER48,7
5ANGOLA48,4
6YEMEN47,7
7MALAWI47,6
8Gaza e Cisgiordania47,1
9MALI46,9
10SIERRA LEONE46,6
11CONGO, REP. DEMOCRATICA46,2
12BURKINA FASO46,0
13ETIOPIA44,6
14LIBERIA44,2
15CIAD44,0
16CONGO43,6
17MOZAMBICO43,5
18RUANDA43,3
19ZAMBIA42,5
20BURUNDI 
Tabella Tabella 3.1.5 Paesi con pi� bassa nativit� (Fonte: UN Population and Vital Statistics Report 2000)

postopaesin� nati vivi per 1.000 ab. 1995-2000
1BULGARIA8,8
2LETTONIA8,8
3CECA, REP.8,9
3ESTONIA8,9
5ITALIA9,0
6GERMANIA9,2
7ROMANIA9,2
8SLOVENIA9,2
9SPAGNA9,2
10GRECIA9,3
11RUSSIA9,6
12UCRAINA9,7
13BIELORUSSIA9,8
14UNGHERIA9,9
15GIAPPONE9,9
16SVEZIA10,2
17AUSTRIA10,3
18LITUANIA10,3
19Hong Kong (TJ)10,4
20BOSNIA ERZEGOVINA10,5
Tabella Tabella 3.1.6 Paesi con pi� alta fertilit� (Fonte: UN Population and Vital Statistics Report 2000)

postopaesin� medio figli per donna 1995-2000
1YEMEN7,60
2Gaza e Cisgiordania7,30
3SOMALIA7,25
3UGANDA7,10
5AFGHANISTAN6,90
6NIGER6,84
7ANGOLA6,80
8MALAWI6,75
9MALI6,60
10BURKINA FASO6,57
11CONGO, REP. DEMOCRATICA6,43
12LIBERIA6,31
13ETIOPIA6,30
14BURUNDI6,28
15MOZAMBICO6,25
16RUANDA6,20
17CIAD6,07
18CONGO6,06
19SIERRA LEONE6,06
20TOGO6,05
15MOZAMBICO6,25
16RUANDA6,20
17CIAD6,07
18CONGO6,06
19SIERRA LEONE6,06
20TOGO6,05
Tabella Tabella 3.1.7 Paesi con pi� bassa fertilit� (Fonte: UN Population and Vital Statistics Report 2000)

postopaesin� medio figli per donna 1995-2000
1SPAGNA1,15
2ROMANIA1,17
3CECA, REP.1,19
3ITALIA1,20
5BULGARIA1,23
6LETTONIA1,25
7SLOVENIA1,26
8GRECIA1,28
9ESTONIA1,29
10GERMANIA1,30
11Hong Kong (TJ)1,32
12BOSNIA ERZEGOVINA1,35
13RUSSIA1,35
14BIELORUSSIA1,36
15UNGHERIA1,37
16PORTOGALLO1,37
17UCRAINA1,38
18SLOVACCHIA1,39
19Macao (TJ)1,40
20AUSTRIA1,41
30COMORE2,72