Produzione e tempo
Poiché i fenomeni economici avvengono nel tempo, e spesso una stessa causa può avere effetti diversi a seconda dell'orizzonte temporale considerato, nell'analisi economica si ritiene utile distinguere tra breve e lungo periodo. Tale distinzione è particolarmente rilevante nell'analisi della produzione, ambito in cui si fa riferimento al tempo necessario perché le imprese possano modificare la combinazione dei fattori impiegati nel processo produttivo.
Si assume, infatti, che nel breve periodo l'impianto, ovvero l'area in cui la produzione avviene e che comprende tutti gli input e i macchinari che concorrono a realizzarla, non costituisca una variabile di scelta, non potendo essere variato. Nel lungo periodo, al contrario, si assume che la combinazione di tutti i fattori di produzione possa essere liberamente scelta nella determinazione del processo produttivo ottimale.
• La legge dei rendimenti marginali decrescenti o legge delle proporzioni variabili
Nel breve periodo è possibile variare le quantità impiegate di uno dei fattori – il lavoro – ma non di entrambi i fattori. Secondo la legge dei rendimenti marginali decrescenti, il rendimento ottenibile dall'utilizzo via via crescente di un fattore produttivo (mantenendo costanti tutti gli altri) tende progressivamente a diminuire.
Graficamente, le funzioni di produttività media e marginale assumono la forma rappresentata nella figura 9.5 (b), quando si assume che la funzione del prodotto totale, calcolata al variare delle quantità impiegate di un dato fattore variabile, e assumendo come data la quantità di ogni altro fattore, assume la forma a S come nella figura 9.5 (a).
Nel grafico
x
è il corrispondente livello di produzione; x Quando la produttività uguaglia il rapporto tra prezzo
dell'input e quello del prodotto finito, si realizzano le condizioni di ottimo allocativo.
Media correlati
Figura 9.5 Rendimento decrescenti nel breve periodo. Solo il fattore x