La teoria economica dei diritti di proprietà
L'idea di Coase è all'origine di un vasto filone di ricerca che va sotto il nome di teoria economica dei diritti di proprietà, il cui sviluppo negli anni Sessanta del secolo scorso si deve agli economisti Armen Alchian e Harold Demsetz. Secondo questa teoria, l'esistenza dei diritti di proprietà e una loro perfetta definizione costituiscono fattori in grado di apportare maggiore efficienza nello svolgimento delle diverse attività economiche che in tal modo possono essere realizzate attraverso il meccanismo di mercato, dunque riconducendo implicitamente i casi di fallimento del mercato dovuti a economie esterne a una inesistente o cattiva definizione dei diritti di proprietà.
In questa teoria la proprietà intesa nel senso comune cede il posto a un concetto più evoluto, rappresentato appunto dai diritti di proprietà, a sottolineare che l'elemento su cui ruotano le transazioni di mercato non è tanto il bene genericamente inteso quanto un vero e proprio sistema dei diritti di proprietà che concerne non solo la proprietà del bene medesimo ma tutte quelle norme comportamentali intese a regolarne la disponibilità e l'eventuale trasferibilità. Si svuota cioè il bene del suo mero significato di oggetto di pura compravendita per indagare ciò che invece si tende a dare per scontato, ossia il complesso dei diritti di proprietà inerente a quel bene e che diviene l'elemento che più ne determina il valore economico.
L'importanza dell'istituzione di un sistema dei diritti di proprietà risiede nel fatto che con essa si decidono le modalità con cui si procede alla suddivisione dei costi e benefici di una corrispondente decisione di utilizzo di risorse con ovvie conseguenze sui loro criteri di allocazione. Non basta dotare una collettività di propri obiettivi, occorre anche saper indicare le modalità operative in termini di incentivi o di penalità per farle conseguire gli scopi prefissati. La proprietà privata si distingue da quella pubblica proprio per il diverso grado di trasferibilità dei diritti di proprietà – rispettivamente massimo e minimo – ed è proprio questo elemento alla base dei meccanismi di incentivazione o di penalizzazione applicati ai soggetti economici.