Il reddito di esercizio
Il reddito di esercizio è la somma algebrica dei componenti positivi e negativi di reddito registrati dall'impresa nello svolgimento della sua attività in un dato intervallo di tempo. Costituiscono componenti positivi di reddito i ricavi, le plusvalenze patrimoniali, le sopravvenienze attive, i dividendi e gli interessi attivi, i proventi immobiliari e le rimanenze. Costituiscono componenti negativi di reddito i costi, gli interessi passivi, le minusvalenze patrimoniali, le sopravvenienze passive, le perdite, gli accantonamenti.
I ricavi
Per ricavo si intende il valore monetario attribuibile ai beni ceduti e ai servizi prestati dall'impresa nello svolgimento dell'attività economica volta al conseguimento dell'oggetto sociale. Il ricavo rappresenta un componente positivo di reddito, che viene iscritto nel conto economico dell'esercizio in cui si manifesta la sua competenza. Costituiscono ricavi di competenza i corrispettivi delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi che hanno trovato nell'esercizio i correlati costi o che in questo sono maturati economicamente. Mentre i ricavi di esercizio, che hanno manifestazione numeraria nel medesimo periodo amministrativo, concorrono per intero alla determinazione del risultato economico, i ricavi pluriennali vi partecipano solo per la quota di competenza.
Inoltre, i ricavi futuri che sono maturati ma non si sono ancora manifestati numerariamente sono accertati tramite i ratei attivi, e i ricavi sospesi sono rinviati all'esercizio successivo mediante i risconti passivi.
I costi
Si dicono costi le spese monetarie sostenute per l'acquisizione dei fattori di produzione, ossia beni e servizi necessari per il perseguimento delle finalità proprie di ciascuna impresa. Costituiscono un componente negativo di reddito, da iscriversi nel conto economico dell'esercizio nel quale si manifesta la sua competenza. A seconda delle finalità informative perseguite i costi possono essere classificati in svariati modi: in base alla natura economica della spesa, alla funzione aziendale cui ineriscono, al tempo necessario per l'esaurimento dell'utilità nell'ambito dei processi produttivi, alla correlazione con il volume della produzione.
Altri componenti positivi e negativi del reddito
Alcuni componenti sia negativi, sia positivi del reddito fanno riferimento all'ordinaria gestione finanziaria dell'impresa: si tratta dei proventi e oneri finanziari. Oltre a voci di ricavo e costo vi sono compresi anche valori di natura patrimoniale (es., i dividendi e le plusvalenze/minusvalenze ordinarie che derivano dalla vendita di attività finanziarie). Lo schema previsto dall'art. 2425 cod. civ. impone che in tale aggregazione siano ricompresi: i proventi finanziari e patrimoniali derivanti da partecipazioni, sia dell'attivo immobilizzato sia dell'attivo circolante (es., i dividendi derivanti da partecipazioni in società, le plusvalenze derivanti dalla vendita di partecipazioni ecc.); gli altri proventi, che possono derivare o da crediti iscritti nelle immobilizzazioni o da altri titoli rappresentativi di diritti di credito (es., obbligazioni, buoni del tesoro ecc.) o da altri proventi (es., gli interessi attivi su conti correnti bancari); e infine gli interessi passivi e gli altri oneri finanziari (es., interessi su mutui, spese bancarie, costi di emissioni prestiti ecc.).
Si rilevano, poi, diversi ricavi e costi che non derivano dall'attività ordinaria dell'impresa: si tratta dei proventi e degli oneri straordinari. Il concetto di straordinarietà ha una duplice interpretazione. Da un lato, fa riferimento all'insieme dei proventi e oneri che derivano da operazioni eccezionali o anormali, cioè poco frequenti; dall'altro, viene associato ai proventi e agli oneri che derivano da operazioni ed eventi distinti dall'ordinaria attività aziendale, differenti cioè dall'attività caratteristica, finanziaria e fiscale. L'art. 2425 cod. civ., che regola la struttura del conto economico, adotta quest'ultima interpretazione e suddivide i proventi e oneri straordinari nelle seguenti categorie: plusvalenze e minusvalenze patrimoniali (es., le minusvalenze, o eventualmente plusvalenze, che si realizzano nel caso di conversione o ridimensionamento del processo produttivo; le svalutazioni di immobilizzazioni per perdita duratura di valore) e sopravvenienze e insussistenze attive e passive (es., sopravvenute inadeguatezze degli accantonamenti precedentemente iscritti nel passivo, furti, espropri ecc.); imposte relative a esercizi precedenti (es., gli oneri derivanti da un errore di conteggio nell'accantonamento per imposte) e rivalutazioni o svalutazioni derivanti dalla variazione dei criteri di valutazione adottati rispetto all'esercizio precedente (es., la svalutazione o rivalutazione derivante dall'utilizzo di un criterio differente per la valorizzazione del magazzino).
Altre componenti positive del reddito sono date dalle plusvalenze, determinate dal realizzo di beni a un prezzo superiore al costo di acquisizione, o all'ultimo costo riconosciuto fiscalmente, depurato dai relativi ammortamenti e dagli oneri di diretta imputazione.
Sono, inoltre, componenti straordinarie del reddito d'esercizio le sopravvenienze attive. Queste si realizzano ogni volta che si manifestano ricavi che non era possibile prevedere e relativi a situazioni ed eventi già definiti nel passato. Esempi possono esserne un rimborso assicurativo concernente un sinistro avvenuto, la riscossione di un credito che in passato era stato considerato inesigibile e come tale stralciato dai crediti e contabilizzato come perdita, il rimborso di imposte relative a esercizi precedenti ecc. Concettualmente devono essere distinte dalle plusvalenze, le quali sono sempre componenti positive e straordinarie del reddito d'esercizio ma consistono nella realizzazione di un ricavo conseguente a un maggior valore, rispetto a quello contabile residuo, in occasione dell'alienazione di cespiti aziendali.