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  • Mendel, il fondatore della genetica

Mendel, il fondatore della genetica

Gregor Mendel (1822-1884) era un monaco del monastero di Brno (nell’attuale Repubblica Ceca), con una vasta cultura matematica acquisita all’università di Vienna. Per dieci anni, dal 1854 al 1864, egli coltivò e studiò i meccanismi dell’eredità di circa 28.000 piante di Pisum sativum, dalle quali era stato attratto per la presenza di alcuni caratteri che si presentavano in due forme alternative (il colore del seme, giallo o verde; il bacello, liscio o rugoso; i fiori, ascellari o apicali ecc.).
Mendel non fu il primo a compiere studi di questo tipo, ma ebbe alcune intuizioni che gli permisero di introdurre degli elementi di novità: la scelta di un numero elevatissimo di individui per seguire gli esperimenti nel corso di numerose generazioni; l’analisi di un solo carattere per volta; l’interpretazione statistica dei risultati; l’uso di simboli per esprimere in modo chiaro e schematico gli incroci.
L’opera di Mendel, sebbene pubblicata e inviata alle principali società scientifiche del tempo, fu ignorata fino al 1900, quando tre studiosi di scienze biologiche, l’olandese H. de Vries, il tedesco K.E. Correns e l’austriaco E. Tschermak, l’uno indipendentemente dall’altro, riscoprirono i risultati di Mendel e ne riconobbero l’importanza.