Il romanico in Francia
Alla fine del sec. X, con il diffondersi del movimento di riforma del monachesimo, iniziò una fase di rinnovamento artistico che si concluse nei due secoli successivi con la piena maturità del romanico. Questo portò in Francia una grande varietà di caratterizzazioni regionali. Le più importanti furono quelle normanna (Jumièges, Caen), con matronei, copertura lignea, sistema di pilastri a fascio e colonne alternati; del Poitou (St. Savin di Poitiers), con chiese 'a sala', senza luce diretta; aquitanica (Angoulême, St.-Front di Périgueux), a una sola navata coperta da cupole; provenzale (Arles, St-Gilles), con navate altissime voltate a botte e senza galleria; alverniate (Clermont-Ferrand), derivante dalle chiese di pellegrinaggio situate sulla via di Santiago de Compostella (St-Martial di Limoges, St-Sernin di Tolosa, Ste-Foy di Conques), tutte con matronei, volte a botte e semibotte, absidi con cappelle radiali.
In Borgogna si differenziarono tre gruppi: quello derivato dal complesso di Cluny III, con volte a botte acuta (Autun); quello di Vézelay, con volte a crociera; quello delle chiese cistercensi (Fontenay), caratterizzate dall'assenza della decorazione e dalla pianta a T.
In scultura si espressero varie scuole: le principali furono quella della Linguadoca (Moissac, Souillac, Cahors, Conques) e quella borgognona (Cluny) di impronta fantastica e visionaria; fiorenti furono anche quelle del Poitou e della Saintonge (Saintes, Aulnay, Angoulême, Poitiers). Più tarda (seconda metà sec. XII) è la scuola provenzale, di ispirazione classicheggiante (chiostro di St-Trophime ad Arles, facciata di St-Gilles-du-Gard).