sf. [da circolare (aggettivo e sostantivo)]. [...]
la circolarità alla realtà o ai suoi aspetti fondamentali. 3) In psicologia il concetto di circolarità è stato ampiamente utilizzato dai teorici della comunicazione di indirizzo relazionale
sm. [sec. XVII; da sviluppare]. 1) Atto ed effetto dello sviluppare o dello svilupparsi; quindi svolgimento, trattazione a fondo di un argomento: lo sviluppo di un tema; incremento, potenziamento: lo [...]
Per gli studiosi di scienze sociali, l'idea di sviluppo è anzitutto di tipo relazionale, nel senso che prefigura un confronto fra due o più situazioni senza pretendere di misurare in
[...]
In contrasto con il paradigma imperativo, quelli dichiarativi, per esempio logico o relazionale, considerano i programmi come specifica di proprietà che una computazione deve soddisfare
loc. inglese usata in italiano come sm. o f. (propr. base di dati, da data, pl. di datum, dato, elemento primario). Termine entrato nell'uso comune in informatica intorno al 1964 per denotare una rac [...]
Il modello relazionale organizza i dati solitamente secondo la cosiddetta prima forma normale, che evita duplicazioni di dati.
sf. [sec. XIII; dal latino communicatĭo-ōnis]. 1) Azione ed effetto del comunicare: tra noi non c'è comunicazione di idee; il rendere noto, diffusione, partecipazione: comunicazione di una notizia; i [...]
insediamenti umani, comprendendo estensivamente ogni modalità del passaggio da punto a punto di qualsiasi oggetto di approvvigionamento o scambio necessario all'esistenza biologica, relazionale
filosofo inglese (Clapham 1846-Oxford 1924). Può essere considerato come la figura più rappresentativa dell'idealismo anglosassone. Nella sua opera più celebre, Appearence and Reality (1893; Apparenz [...]
., che è un'unità armonica e onnicomprensiva, in cui tutte le cose che sperimentiamo come apparenza, attraverso un riaggiustamento totale (per noi incomprensibile in quanto non relazionale
sf. [sec. XIV; dal latino causa]. 1) Ciò che produce oggettivamente un certo effetto; situazione o evento che è origine e principio di un fatto o fenomeno: “La storia non è accozzamento di fatti for [...]
La causa è perciò un concetto eminentemente relazionale: infatti individuare la causa di qualcosa significa, in genere, porlo in una relazione univoca con qualcos'altro.
loc. inglese usata in italiano come agg. (propr. senza guadagno). Detto di enti o associazioni impegnati in un'attività senza fini di lucro, soprattutto nell'ambito della solidarietà e del volontaria [...]
Essi assumono un carattere e una dinamica di scambio inediti in virtù di quel quid aggiuntivo dato, appunto, dal loro valore relazionale: la compartecipazione d'interesse fra i membri
sociologo italiano (Budrio, Bologna, 1946). Professore ordinario di sociologia della famiglia all'Università di Bologna, fa parte del comitato scientifico di importanti riviste di settore, tra cui So [...]
La morfogenesi familiare in prospettiva sociologica (1981), Introduzione alla sociologia relazionale (1983), La famiglia come relazione sociale (1989), L’etica civile alla fine del
sf. [sec. XX; psico-+terapia]. Ogni tecnica terapeutica rivolta alla cura dei disturbi mentali che faccia uso solo di metodi psicologici, e con l'esclusione quindi di farmaci, terapie di shock, ecc. [...]
Della cura dei disturbi psicotici si occupa in particolare la psicoterapia relazionale e familiare.
