Smart working all'estero: dove, quando, come
Continuare a fare il proprio lavoro ma... all'estero? Quando possibile è assolutamente consigliato! Ecco dove andare e come organizzarsi.
Molti lavori oggi non hanno bisogno che di un computer. Grazie alla libertà dalla schiavitù della scrivania in un ufficio fisso e determinato, tantissimi professionisti oggi possono viaggiare continuando a lavorare. Di solito si tratta di freelance, ma non è sempre così. Sta di fatto che i cosiddetti remote worker, incoraggiati dalla pandemia, hanno iniziato a fare del nomadismo digitale uno stile di vita. Lo smart working fa il resto. Ecco dove, quando e come farlo in tutto il mondo.
Come fare smart working all'estero
Si può fare smart working ovunque? Teoricamente sì, ma praticamente no. Per questo, è bene mettere a punto un piano per capire come fare smart working all'estero senza ripercussioni per il proprio lavoro. Il primo fattore da tenere in considerazione nella scelta della meta è il fuso orario. Rispettare la successione di meeting online potrebbe diventare difficile o complicare i ritmi di sonno.
In più, è bene ricordare che lavorare dalla propria camera non fa bene. Meglio scegliere Paesi in cui sono diffusi gli spazi di coworking, così da sentirsi meno soli, ma anche riuscire a imbastire nuovi contatti di networking. Da non trascurare anche i mezzi di trasporto presenti sul territorio e soprattutto la velocità di connessione. Nella valutazione va inclusa anche la vita culturale, in modo da rendere il proprio soggiorno un momento di ispirazione per il proprio lavoro. Non meno importanti sono il costo della vita, il clima e la vivibilità, nonché le attività da fare nel tempo libero.
Dove fare smart working all'estero
Valutati i criteri necessari alla scelta della meta, non resta che documentarsi sulle normative vigenti nel Paese che si vuole visitare. In assenza di idee, ecco alcune nazioni perfette per chi aspira a diventare un nomade digitale.
Fare smart working in Indonesia
Tra le mete più gettonate, soprattutto per gli amanti del mare, è Bali, in Indonesia. Molto meno costosa di qualsiasi metropoli americana, permette di vivere a contatto con tanta cultura, natura, spiagge e attività. Gli spazi di coworking sono numerosi e disponibili. Fare networking qui è molto facile. Inoltre, la connessione internet è molto buona anche al di fuori degli spazi dedicati ai professionisti. Anche ristoranti e bar offrono ottime coperture.
Con il Single entry Visa si può soggiornare in Indonesia per 60 giorni con la possibilità di rinnovo di ulteriori 30 giorni, per quattro volte. In alternativa, c'è il Multiple entry Visa, che ha la validità di un anno per 60 giorni di soggiorno per ogni visita e non può essere prolungato. In più, necessita della approvazione dalla direzione Generale per l'Immigrazione di Jakarta.
Fare smart working in Spagna
Per chi desidera rimanere in Europa, la Spagna è una delle migliori destinazioni da mettere in lista. Il costo e la qualità della vita sono adatti a ogni budget. In più, tutto il Paese offre location molto interessanti per chi ha bisogno di uffici con viste mutevoli.
Una delle destinazioni più gettonate è Gran Canaria, dove è presente una delle comunità di nomadi digitali maggiormente attiva. Connessioni rapidissime, coworking, incontri ed eventi, case in condivisione e costo della vita tutto sommato ancora accessibile: qui è possibile lavorare con un clima primaverile presente pressoché tutto l'anno.
Poi c'è Barcellona, dove movida e arte completano la giornata di tutti i nomadi digitali. Da non trascurare anche le opzioni Tenerife, Benidrom e Fuerteventura.
In Spagna è possibile richiedere il visto per nomadi digitali proveniente da Paesi extra UE, denominato visto “di reddito”. Il requisito fa riferimento al reddito da lavoro straniero minimo, che dev’essere di almeno 26 mila euro all’anno. Il visto dura un anno, ma può essere prorogato a due. Durante la sua validità, tutti gli introiti devono provenire da attività localizzate su territori non spagnoli.
Fare smart working in Estonia
L'Estonia ha una lunga tradizione di accoglienza di nomadi digitali. Infatti, questo è stato il primo Paese a creare l'e-residency, un programma di residenza con cui gli imprenditori stranieri possono aprire la propria azienda all’interno dell’UE. I mestieri online qui sono i benvenuti. Ci sono ottime infrastrutture e connessioni a internet. È uno dei Paesi in cui le startup sono una realtà largamente diffusa e, quindi, fare networking è davvero facile. Gli spazi di condivisione sono ovunque e, quando c'è bisogno di una pausa, ci si può immergere nella rigenerante natura circostante. Il costo della vita è medio-basso, il che rende l'Estonia una meta ideale, soprattutto se si ama il freddo.
Per rimanere in Estonia e lavorare come nomade digitale, bisogna richiedere l'Estonia Digital Nomad Visa. Principale requisito: dimostrare di aver guadagnato - in media - almeno 3500 euro nei sei mesi precedenti alla richiesta del visto.
Quando fare smart working all'estero
Non c'è un periodo sconsigliato per fare smart working all'estero: ogni momento è, potenzialmente, quello giusto. Se questo strumento professionale è in uso nell'azienda, si può discutere con il proprio capo, concordando il momento migliore per assicurare la propria presenza fisica e quello ideale per supportare le attività da remoto.
Logicamente, si propenderà di più per i mesi estivi, quando i ritmi rallentano. Ma non vanno sottovalutati i momenti di bassa stagione, in cui viaggiare è più economico. In quel caso, se l'attività dell'azienda è più intensa, basterà organizzare meeting e lavoro da remoto collaborativo in armonia con i ritmi del committente.
Storia diversa se si lavora come freelance. L'unico criterio da rispettare sono le scadenze. Tutte le altre operazioni possono essere gestite in piena autonomia, senza per questo dover assicurare la propria presenza fisica per contratto.
Stefania Leo