Varianti del Covid-19: tutto quello che dovreste sapere
Le varianti del Coronavirus diffuse in Italia: quali sono, cosa occorre sapere, rischi e misure di protezione individuale.
Il virus del Covid-19 viene perlopiù trasmesso attraverso le goccioline prodotte dalle persone infette quando tossiscono, starnutiscono o espirano. Questo è noto e tutti abbiamo imparato a conviverci, attenendoci alle restrizioni imposte dal governo e prendendo singolarmente le dovute precauzioni. Tuttavia, è altrettanto noto che i virus evolvono e il Covid non ha fatto eccezione. Da tempo hanno infatti iniziato a circolare alcune varianti di Sars-CoV-2. Le cose da sapere.
Le varianti più diffuse
Esistono molte varianti di Coronavirus. Ecco quali sono le più diffuse in Italia.
Variante Alpha
La variante inglese, rinominata dall'Oms variante Alpha, è stata isolata per la prima volta a settembre del 2020 nel Regno Unito, per la, precisione nel Kent. In Italia il primo caso è stato rilevato due mesi dopo. Questa variante ha una trasmissibilità più elevata e c’è chi ipotizza una maggiore patogenicità. Della variante inglese è stata anche individuata una mutazione: la cosiddetta “supervariante” scozzese.
Variante Gamma
Meno diffusa di quella inglese, segnalata per la prima volta il 5 gennaio 2021 la variante brasiliana, rinominata variante Gamma, è tuttavia molto presente in Italia. Viene monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata rispetto al ceppo circolante in Italia da inizio 2020. La variante brasiliana, inoltre, potrebbe diminuire l’efficacia dei vaccini.
Variante Beta
Il primo caso di variante sudafricana, rinominata dall'Oms variante Beta, è stato rilevato in Europa il 28 dicembre 2020. Per questo ceppo, vale quanto detto per la variante brasiliana: ha una trasmissibilità più elevata e potrebbe risultare pià resistente al vaccino.
Variante nigeriana
La cosiddetta variante nigeriana è stata individuata a Napoli e sarebbe stata “importata” in Italia da un professionista di ritorno da un viaggio in Africa. Sembrerebbe simile a quella inglese.
Variante Delta
La variante indiana, poi denominata Delta, è stata rilevata per la prima volta in India ed è, rispetto alla variante Alpha, più contagiosa del 40-60%. All'esordio ha una sintomatologia simile all'influenza (in particolare raffreddore/naso che cola), che poi può portare alla perdita di gusto e olfatto.
Variante Omicron
La variante Omicron è stata isolata per la prima volta il 23 novembre in Sudafrica. Il primo paziente italiano è stato individuato in Lombardia: un 40enne campano che si trovava a Milano per una visita medica. Secondo la dottoressa Angelique Coetzee, che è stata la prima a osservare la variante Omicron, i sintomi fino a ora riscontrati sono lievi: nessun paziente ha manifestato problemi gravi e tutti si sono ripresi in massimo 5 giorni.
Non si possono ancora dare informazioni complessive: le diverse varianti sono ancora in fase di studio.
Le varianti sono più pericolose?
Per le varianti brasiliana e sudafricana non è stato ipotizzato al momento un aumento della letalità, che potrebbe invece verificarsi con la variante inglese. Ad ogni modo, una maggiore trasmissibilità si traduce in un aumento delle infezioni, con conseguente incremento del numero di casi gravi.
I vaccini funzionano anche sulle varianti?
I vaccini sembrano essere pienamente efficaci sulla variante inglese, mentre per quella sudafricana e quella brasiliana potrebbe esserci una diminuzione nell’efficacia. Ma non ci sono evidenze: al momento, nel mondo sono in corso diversi studi in merito.
Con le varianti, come cambiano le misure di protezione individuale?
Non devono cambiare. Uso della mascherina, distanziamento sociale, igiene delle mani: sono queste le precauzioni da adottare per evitare di contrarre il Covid-19, valide anche per proteggersi dalle diverse varianti.
Matteo Innocenti