Malaria: prevenzione, sintomi e cause della patologia che fa 800mila vittime all'anno

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Patologia dal lunghissimo decorso, la Malaria continua ancora oggi a mietere vittime: terza causa di mortalità infantile nel mondo, i decessi per Malaria sono circa 800.000 ogni anno, dei quali il 90% è concentrato in Africa.

Malattia altamente infettiva, la Malaria è causata da quattro protozoi di genere Plasmodium:  P.Vivax, P.Ovale, P.Malariae e P.Falciparum, dei quali è l’ultimo ad essere particolarmente pericoloso poiché in grado di provocare un'infezione letale dal brevissimo decorso. Il parassita entra in contatto con l’organismo umano a seguito della puntura della zanzara Anopheles che, se portatrice del germe, dà avvio all’infezione. Il Plasmodium, una volta all’interno del corpo umano, passa attraverso vari stadi di modificazioni al termine dei quali infetta globuli rossi e fegato, provocando la ben nota febbre intermittente il cui decorso può arrivare a interessare anche un intero decennio.  

Patologia debellata in molte aree del mondo grazie alle opere di bonifica delle aree paludose, la Malaria è tuttavia diffusissima nelle regioni intertropicali, tra le quali spicca il continente africano; essa è tuttavia presente anche in alcune zone a clima temperato e continentale quali Turchia, Territorio asiatico e URSS.

Tuttavia, nonostante sia una malattia altamente territoriale, dalla malaria non devono difendersi solo gli autoctoni delle zone colpite, ma anche le persone che viaggiano e si spostano nei paesi tropicali per lavoro o per turismo.

Ma conosciamo meglio la malattia, scoprendone origini e decorso. La malaria è una patologia infettiva che ha accompagnato la storia dell'uomo da sempre: attestata per la prima volta nella Cina del 2700 a.C, bisogna però aspettare Ippocrate, medico e filosofo dell’Antica Grecia, per la descrizione del quadro clinico della patologia, a cui ci si riferiva come ‘febbre intermittente’.

Causa della malattia, come detto sopra, è il protozoo Plasmodium, il cui isolamento lo ritroviamo in tempi piuttosto recenti: fu Alphonse Laveran, infatti, ad avere nel 1880 l'intuizione che la malaria potesse essere causata proprio dal sopracitato protozoo, intuizione che poi gli valse il Nobel per la medicina.

Per quanto riguarda la cura della Malaria, l’azione tempestiva è fondamentale, poiché alla lunga la persona colpita dalla patologia può riportare danni irreversibili a organi vitali. Ecco perché è necessario saper riconoscerne i sintomi, che solitamente appaiono tra i 9 e i 14 giorni dalla puntura della zanzara infetta. I sintomi sono spesso inequivocabili e rappresentati da manifestazioni di febbre molto alta, sudorazioni e intensi brividi e tremori che, scomparendo in pochi giorni, si ripresentano più intensi dopo un intervallo di tempo variabile.

Poiché ad oggi non esiste nessun vaccino per difendersi dalla malaria, per non rischiare l'infezione sono d'obbligo le misure di prevenzione tra le quali si nomina l'uso di zanzariere trattate con insetticidi e l'assunzione a intermittenza di farmaci antimalarici.

Misure assolutamente attuabili dai turisti in visita nei paesi tropicali, spesso a non poter agire sono proprio gli abitanti dei paesi maggiormente colpiti dalla patologia, per i quali procurarsi tali misure di sicurezza è spesso impossibile, nonostante il solo uso delle zanzariere, dicono gli esperti, è in grado di abbassare il tasso di mortalità infantile del 20%. 

Il mondo rimane quindi in attesa di nuove strategie atte a combattere la Malaria che recentemente ha altresì dato prova di forte resistenza farmacologica.