Unità d'Italia: Garibaldi e le sue camicie rosse vanno alla conquista del regno borbonico
L'immaginario che l'Unità d'Italia evoca non è fatto solo di editti, promulgazioni e cambiamenti legislativo-amministrativi riguardo ai confini statali.
L'unità della penisola italiana non si fece, infatti, solo sulla carta; al contrario la proclamazione fu preceduta sia dalla strategia politica che dalle azioni concrete.
Tra queste ultime, quella che ha maggiormente affascinato l'immaginario collettivo è stata senz'altro la Spedizione dei Mille.
Un corpo di volontari protetti dal Piemonte e guidati da Giuseppe Garibaldi che, dopo essere partiti dalla spiaggia ligure di Quarto il 5 Maggio 1860, sbarcano a Marsala, in Sicilia, per adoperarsi nella conquista del Regno borbonico delle Due Sicilie col fine di annetterlo al Piemonte e conseguentemente al nascente stato italiano.
Una descrizione breve, quella sopra riportata, che però lascia presagire quale possa essere stato l'eco storico di una tale impresa. A capitanarla, come abbiamo detto, era Giuseppe Garibaldi, l'Eroe dei Due Mondi e Libertador per diversi popoli latino americani.
Al suo comando un corpo di 1162 volontari che, indossando una camicia rossa e portando con sé vecchi fucili privi di munizioni e polvere da sparo, salparono su due battelli a vapore che viaggivano 'nascosti' all'ombra di alcune navi inglesi.
Un viaggio che terminò a Marsala, dove i mille sbarcarono per combattere il regno borbonico. La popolazione locale accolse di buon grado le camice rosse, che furono aiutare e sostenute.
Ma alla calorosa accoglienza seguirono battaglie dovute alla resistenza borbonica. Prima a Calatafimi, poi a Palermo, dove la battaglia durò tre giorni ma terminò con la vittoria dei Mille. Una vittoria che diede forza alla poplazione, che cominciò ad insorgere e a unirsi alle truppe del Libertador.
La seconda fase della spedizione vide Garibaldi e i suoi seguaci pronti ad attraversare lo Stretto di Messina per poi sbarcare sulla terraferma della calabria e affrontare il resto del viaggio verso Napoli, Capitale del regno Borbonico.
I garibaldini entrarono a Napoli il 7 Settembre del 1960 e affrontò l'ultima e decisiva battaglia, quella sul fiume Volturno. Napoli era conquistata e Garibaldì potè terminare la sua avanzata verso nord.
Nel frattempo, infatti, le truppe regolari piemontesi avevano cominciato a scendere la penisola, andando alla conquista delle Marche e dell'Umbria.
La fine vera e propria della spedizione fu sancita dallo storico incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi nei pressi di Teano quando il Re prese possesso anche dell'Italia meridionale.