Piccolo Principe: Antoine, la volpe, la rosa e i grandi bambini

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Amicizia, altruismo, amore, prendersi cura dell'altro e desiderio di rimanere bambini: storia e curiosità su "Il Piccolo Principe", uno dei classici internazionali più conosciuti e tradotti di tutti i tempi.

Il Piccolo Principe è forse il racconto più famoso dell'autore, aviatore e militare francese Antoine de Saint-Exupéry. Pubblicato il 6 aprile 1943 a New York, vede la luce in inglese e solo qualche giorno dopo arriva nelle librerie in francese. Di questo libretto, oltre ai disegni creati dallo stesso scrittore, sono famose le numerose frasi divenute col tempo celebri aforismi per il loro carattere universale.

Antoine de Saint-Exupéry e la genesi de Il Piccolo Principe

Il Piccolo Principe è nato da una vera sosta, risalente al 1935, nel Sahara marocchino. Saint-Exupéry era lì assieme al compagno di avventure André Prevot. I due rischiarono di morire disidratati. Da questo evento realmente accaduto il libro ha mosso i primi passi, iniziando proprio dall'incontro tra il pilota protagonista e un bambino proveniente da un lontano asteroide, in pieno deserto.

Sull'origine della storia ci sono diverse teorie discordanti. Quella che sembra mettere d'accordo un po' tutti è ciò che l'ha ispirata. Infatti, si dice che Saint-Exupéry sia stato impressionato dalla famosa fiaba di Christian Andersen, La Sirenetta. Bloccato in ospedale a causa di varie lesioni accumulate durante i suoi incidenti aerei, avrebbe ascoltato la storia dalla voce di un suo amico, all'inizio degli anni Quaranta. Da lì, la convinzione di voler scrivere una fiaba tutta sua.

Dopo aver scritto il libro, Saint-Exupéry lasciò un “sacchetto di carta sgualcito ” con il suo progetto di manoscritto e illustrazioni originali sul tavolo di un amico prima di partire di nuovo per la guerra. Le 140 pagine del manoscritto avevano una prosa illeggibile, erano macchiate dal caffè, e rovinate da bruciature di sigarette. Sembra che fosse stato inteso come un regalo d’addio, teoria confortata dal biglietto trovato all'interno: «Mi piacerebbe lasciarti qualcosa di splendido, ma questo è tutto quello che ho».

Dedicato a Léon Werth….

Il piccolo principe di Saint-Exupéry è dedicato a Leone Werth. I due diventarono grandi amici dopo un primo incontro, avvenuto nel 1931. Nonostante non avessero molto in comune, Saint-Exupéry ne ammirava gli scritti. Sosteneva che l'essenza di Werth era «la sua ricerca della verità, il suo spirito osservatore e la semplicità della sua prosa». Viene considerato il mentore letterario di Saint-Exupéry, che gli dedica un altro libro oltre al Piccolo Principe: Lettera a un ostaggio.

Ne Il Piccolo Principe si legge:

«A Leone Werth.
Domando perdono ai bambini di aver dedicato questo libro a una persona grande. Ho una scusa seria: questa persona grande è il migliore amico che abbia al mondo. Ho una seconda scusa: questa persona grande può capire tutto, anche i libri per bambini. E ne ho una terza: questa persona grande abita in Francia, ha fame, ha freddo e ha molto bisogno di essere consolata. E se tutte queste scuse non bastano, dedicherò questo libro al bambino che questa grande persona è stata. Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano.)

Perciò correggo la mia dedica:

A Leone Werth
quando era un bambino».

Saint-Exupéry non riuscì mai a vedere né la fine della Seconda guerra mondiale né il suo Piccolo Principe stampato. Al termine del conflitto, Werth scrisse: «La pace, senza Tonio [Saint-Exupéry], non è interamente pace». In più, apprese della dedica del volume solo quando l'editore Gallimard gli mandò a casa un'edizione speciale.

Il romanzo più tradotto al mondo

Il Piccolo Principe è attualmente tradotto in circa 300 lingue più numerosi dialetti, compreso quello barese e hassaniya, un dialetto arabo parlato nel Sahara del Marocco. Questa grande quantità di versioni lo rendono il libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia e il Corano

L'annuncio del raggiungimento del nuovo record è stato dato nel 2017 dalla Fondation Antoine de Saint-Exupéry di Parigi, che gestisce i diritti internazionale dell'autore. Si calcola che siano state vendute oltre 200 milioni di copie nel mondo del romanzo.

Il dialetto hassanya è parlato nel Sahara marocchino. Sconosciuto al grande pubblico è stato molto significativo per Antoine de Saint-Exupéry, dato che proprio dalla zona in cui viene utilizzato ancor oggi questo dialetto, lo scrittore francese ha tratto ispirazione per il suo celebre racconto. 

I personaggi del Piccolo Principe

I protagonisti de Il Piccolo Principe sono il bambino che dà il titolo al libro, l'aviatore (che non viene mai rappresentato nelle illustrazioni del volume) e la volpe. Tuttavia nel racconto si susseguono diversi personaggi secondari: il re solitario, il vanitoso, l'ubriacone, l'uomo d'affari, il lampionaio, il geografo, il controllore, il venditore di pillole, il serpente, la rosa, la pecora, il baobab, il fiore e i tre vulcani. Si tratta di personaggi anche solo tratteggiati in una frase, ma che concorrono a costruire l'universo emotivo e immaginario in cui il pilota e il Piccolo Principe si muovono.

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Il pilota

Il libro inizia con il ricordo della sensazione di fallimento sperimentata dal pilota all'età di sei anni. È in quel momento che decide di rinunciare alla passione per il disegno, ferita che non dimentica. Ma continua a disegnare «per non dimenticare, giustamente, a che punto la mancanza d’immaginazione degli adulti potesse essere grande e scoraggiante». Il pilota è un cercatore di bambini in ogni adulto che incontra: è la metafora di come le nostre prime esperienze possono influenzare il nostro diventare adulti.

Il bambino

Il Piccolo Principe è un misterioso bambino proveniente da un pianeta lontano e minuscolo, con cui il pilota fa amicizia. Porta nella fiaba il valore del coraggio e della tenacia. Infatti, pur essendo solo, non si perde mai d'animo. Vuole conoscere gli uomini e le loro abitudini. Nel racconto viene esaltata la capacità di arrossire, residuo dell'infanzia.

La rosa

La rosa si trova sull’asteroide B612, il luogo da cui proviene il Piccolo Principe. È delicata e molto esigente: sopravvive solo grazie alle cure e alla protezione del suo amico. Il Piccolo Principe quindi è responsabile della rosa e della sua vita e questo la rende importante per lui, causandogli anche frustrazione. Infatti, «avrebbe voluto dimenticarla, ma in quel momento si rammentava di essere tutto per la rosa e se ne occupava di nuovo». 

Pensare a lei però allevia la solitudine: questo personaggio rappresenta il bisogno di stringere legami e relazioni con i nostri simili, ma senza rimanerne incatenati. Solo accettando la nostra natura di esseri sociali, potremo sentirci liberi.

Le frasi celebri e il loro significato

Il Piccolo Principe è un diventato un libro molto famoso anche per la quantità di citazioni generate dalle sue pagine. Da «L’essenziale è invisibile agli occhi» a «Ci vogliono i riti», le frasi celebri estrapolate da questa opera sono tantissime, replicate in lungo e in largo soprattutto sui social. Ecco le più famose.

L'essenziale è invisibile agli occhi

«Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi»: è questo il segreto che la volpe svela al Piccolo Principe. Sono i sentimenti che rendono speciale la relazione con gli altri, sensazioni impercettibili, immateriali eppure uniche, tanto da condizionare tutta la nostra vita. Tale frase riprende anche il disegno della pecora che non si vede perché è dentro alla scatola. La scatola è visibile con gli occhi, la pecora solo con il cuore. 

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Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano

Il pilota è rimasto aggrappato ad alcune certezze dell'infanzia, come il poter immaginare ciò che va oltre il disegno. Il Piccolo Principe è il mezzo di cui l'autore si serve per raccontare l'amicizia, la meraviglia, i sentimenti, il bisogno di legami che ci tengono vivi.

Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle

Nella vita si può vedere il bruco come un ostacolo, qualcosa di brutto da mettere da parte e che ci separa dalla bellezza o dal sogno desiderato. A parlare è la rosa del Piccolo Principe, che si dice disposta a sopportare qualche bruco pur di vedere le farfalle. È un invito per il lettore a pensare che sopportando qualche difficoltà, arriva anche la bellezza.

Se tu vuoi un amico, addomesticami!

Questa frase mette al centro il valore delle relazioni, che passa attraverso la cura nel rispettare le attese e i sentimenti degli altri. Essere addomesticata per la volpe vuol dire creare un’affiliazione reciproca dove l’uno poi avrà bisogno dell’altro. Significa creare un legame di attaccamento, più vicino a quello che un bambino crea con i genitori che con un amico. Ci si può spingere oltre e tacciare questo passaggio come un'istigazione alla creazione di una dipendenza affettiva. 

Ma il rapporto tra la volpe e il Piccolo Principe aiuta quest'ultimo a fare chiarezza sul suo rapporto con la rosa. Capisce che la rosa è importante per il tempo e la cura che ha speso, per l'affetto e il legame che si è creato.

Ci vogliono i riti

Nella relazione tra la volpe e il Piccolo Principe i riti diventano il cemento della relazione. Lui si guadagna la fiducia dell'animale, andando a trovarla e creando il legame di attaccamento, di fatto insegnandogli come si costruisce un rapporto.

È il tempo che hai dedicato alla tua rosa ad averla resa così importante

Allo stesso modo, guardando a quest'altra frase famosissima, insieme ai riti è l'investimento di tempo in una relazione a rendere importante la persona con cui si entra in contatto. Le cure e le preoccupazioni, il pensiero di questo piccolo essere vivente incastona la rosa nella mente del Piccolo Principe. Anche affaticato dalla responsabilità di questo rapporto, continua a pensare a lei proprio perché ci ha speso tanto tempo, rendendola importante.

Gli adulti non capiscono mai niente da soli

Qui riemerge il sentimento fanciullesco dell'autore che ammira la capacità di semplificare le spiegazioni più complesse da parte dei bambini. La cosa strabiliante di questa età è che a un certo punto i più piccoli smettono di spiegare e si chiudono nel loro mondo, frustrati dall'ottusità degli adulti. Ed è forse così che, a poco a poco, smettendo di mostrare agli altri la semplicità delle cose, si diventa grandi.

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Le parole sono una fonte di malintesi

Gli adulti parlano tanto e disimparano a vedere con il cuore. Non sanno più andare oltre la scatola per scorgere la pecora disegnata all'interno. Usano tante parole, quando a volte basta stare in silenzio, uno accanto all'altro, per sentire la qualità e la bellezza di una relazione.

Il Piccolo Principe al cinema

Il Piccolo Principe è stato anche un punto di partenza per numerosi registi, che hanno reso omaggio alla creatura immaginaria di Saint-Exupéry. Nel 1966 il regista lituano Arünas Zebriünas ha girato Le stampe di Malenkiy (Маленький принц). Nel 1972 è stato il turno di Konrad Wolf, che ha diretto Der kleine Prinz. Due anni dopo, nel 1974, ha debuttato al cinema Il piccolo principe (The Little Prince), film americano girato da Stanley Donen, con Bob Fosse. 

Nel 1990 sono state terminate le riprese della la versione francese, intitolata Le Petit Prince, per la regia di Jean-Louis Guillermou, con Guy Gravis, Daniel Royan e Alexandre Warner. Tuttavia il film non è mai stato distribuito. Ma nel 2015, sempre dalla Francia, è arrivata al cinema la versione animata di quello che ormai è considerato un grande classico. Il titolo? Il Piccolo Principe, ovviamente. 

Anche Orson Wells avrebbe voluto realizzare un film su Il Piccolo Principe. Ne acquistò i diritti cinematografici il giorno dopo aver letto il libro, chiedendo alla Disney di gestirne gli effetti speciali, ma la sintonia con Walt non scattò mai e la sceneggiatura originale scritta da Wells è così rimasta solo un cimelio da museo.

Pilota di Guerra di De Gregori

Gli omaggi a questo intramontabile classico della letteratura sono tantissimi. Tra questi c'è anche Pilota di Guerra di Francesco De Gregori. La canzone è contenuta nell'album Terra di Nessuno. Si tratta della confessione di un pilota sulla sua grande solitudine a bordo di un aereo da guerra che "sparge sale sulle ferite delle città". Volendo allargare lo sguardo, si può concepire la canzone come un'ode alla condizione umana. 

Il fumetto di Hugo Pratt

Hugo Pratt ha dedicato un fumetto al Piccolo Principe. Ne è nato Saint-Exupéry - L'Ultimo Volo (Rizzoli Lizard). In queste pagine Pratt "incontra" l'autore in un viaggio di fantasia, ricostruendo il suo ultimo, misterioso volo. I due avevano in comue la passione per la scoperta del mondo e quella per la scrittura e il disegno.

 

Stefania Leo