Pino è: la musica, Napoli, il cuore

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Dal successo come cantante alla carriera di attore, fino alla vita privata e agli eccessi che hanno portato alla prematura morte. Le cose da sapere su un artista entrato nella leggenda.

Il 4 gennaio 2015 il mondo della musica piangeva la scomparsa di Pino Daniele. Il cantautore e chitarrista di origini napoletane ha profondamente innovato il linguaggio musicale italiano a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Ha collaborato con moltissimi artisti, esibendosi su palcoscenici internazionali. La sua passione per i generi musicali più diversi è sfociata nella creazione di un nuovo stile, il tarumbò, unione tra tarantella e blues.

 

Chi era Pino Daniele

Giuseppe Daniele, detto Pino, nasce a Napoli il 19 marzo 1955, primogenito di sei figli.

L'infanzia nei bassi di Napoli

La famiglia Daniele non dispone di molti mezzi. Il padre è un lavoratore portuale e l'intera famiglia vive in un basso. Così,  viene affidato a due zie acquisite, Lia e Bianca, che gli garantiscono una vita decorosa. La sua prima esibizione da musicista in erba avviene a 12 anni durante una festa per bambini. Consegue il diploma di ragioniere e impara a suonare la chitarra da autodidatta, mentre sullo sfondo si agitano le proteste sessantottine, che ne influenzano l'espressione artistica..

Batracomiomachia, la prima band

Dopo l'esordio con i New Jet, gruppo creato con un compagno di classe, approda ai Batracomiomachia. Si tratta del primo complesso musicale in cui Daniele farà vere esperienze di composizione ed esecuzione. I componenti sono: Paolo Raffone, Rosario Jermano, Rino Zurzolo, Enzo Avitabile ed Enzo Ciervo.

Nel 1975 inizia la carriera di session man, accompagnando Jenny Sorrenti, ma anche Edoardo Bennato, Gianni Nazzaro e Bobby Solo.

"Napoli Centrale"" e la notorietà

Nel 1976 Pino Daniele entra nei Napoli Centrale, gruppo in cui suona con James Senese. Con questo artista Daniele compirà un percorso di crescita musicale molto importante, contribuendo agli album Pino Daniele (1979), Nero a metà (1980) e Vai mo' (1981).

L' album di esordio

Il 1976 è anche l'anno in cui il produttore Claudio Poggi ascolta una cassetta con un provino di Pino Daniele. All'interno c'erano brani originali, che lo convincono a produrre prima il 45 giri con i brani Che calore e Fortunato, per poi arrivare all'album d'esordio Terra mia (1977). Qui vengono registrati brani divenuti iconici nella carriera di Daniele, come Terra mia, Suonno d'ajere, 'Na tazzulella 'e cafè, Libertà e soprattutto Napul'è, composta a soli diciotto anni.

Il passaggio al blues

Con l'album Pino Daniele, il cantante chiude gli anni Settanta, distaccandosi dalle influenze partenopee e abbracciando sonorità più blues. Nell'album spiccano numerosi brani divenuti successivamente classici della sua produzione, come Je so' pazzo, Je sto vicino a te, Chi tene 'o mare, Putesse essere allero, Basta na jurnata 'e sole e Donna Cuncetta.

La consacrazione al concerto di Bob Marley

Gli anni Ottanta vedono la consacrazione di Pino Daniele, chiamato ad aprire il concerto milanese di Bob Marley, allo Stadio San Siro, davanti a circa 80 mila persone. Nello stesso anno esce Nero a metà, nel quale manifesta in maniera matura il nuovo sound napoletano, un latin blues costruito su sonorità tipicamente mediterranee.

Il Neapolitan Power

Il 19 settembre 1981 Daniele tiene un grande concerto in Piazza del Plebiscito, a Napoli, di fronte a 200 mila persone. Con lui, sul palco, ci sono Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tony Esposito, James Senese: tutti parteciperanno all'album Vai mo'. In questo contesto si va definendo il cosiddetto "Neapolitan Power" (letteralmente: energia napoletana), all'insegna dell'innovazione artistica in seno alla tradizione campana, con richiami preponderanti a blues, jazz, funk e rock. Ne è un esempio il brano Yes I Know My Way.

Le canzoni che canticchiamo

Ancora oggi numerose canzoni della discografia di Pino Daniele sono apprezzate e cantate, come veri inni nazionali. Ecco le più famose.

Amore senza fine

Pubblicata per la prima volta nel 1998, Amore senza fine esce nell'album celebrativo Yes I Know My Way. Il disco ripercorre 20 anni di carriera e contiene 16 brani, di cui 13 riarrangiati e 3 inediti. Fra questi c'è proprio questa ballad romantica, che diventa uno dei brani più trasmessi di quell'anno.

Quando

Contenuta nell'album Sotto 'o sole, Quando rappresenta un vero e proprio inno per i fan di Pino Daniele. La canzone fa parte della colonna sonora del film, uscito lo stesso anno, Pensavo fosse amore... invece era un calesse, diretto e interpretato da Massimo Troisi.  Inizialmente il brano riportava i versi «e vivrò, sì vivrò,/ tutto il giorno per vederti ballare», poi sostituiti, su suggerimento dello stesso Troisi, con «e vivrò, sì vivrò/ tutto il giorno per vederti andar via». Quando è anche un simbolo dell'amicizia e della sintonia artistica vissuta da Daniele e Troisi.

Quanno chiove

La terza traccia dell'album Nero a metà è una canzone d’amore che Daniele scrive per descrivere la vita di una prostituta. I versi raccontano una vita fatta di vergogna e rassegnazione, fortificata dalla certezza che «Tanto l’aria s’adda cagnà».

Je so pazzo

Il brano, lanciato al Festivalbar, è un simbolo del genere tarumbò. Il testo prende spunto dall'ultimo discorso di Masaniello, portavoce della collera del popolo napoletano, e si reincarna in un nuovo Masaniello, l’io narrante della canzone, pronto a dar voce ai bisogni e all'irrequietezza di una generazione in tempi e contesti mutati.

Dubbi non ho

La canzone fa parte di uno dei dischi di maggior successo del cantautore, Dimmi cosa succede sulla terra. Si tratta di una canzone d'amore, intrisa di atmosfere magiche e sognanti.

Napul è

Napul’è è uno dei brani più evocativi nella discografia di Pino Daniele. Composta nel 1977, guardando il lungomare di Mergellina, si è affermata come l'inno della Napoli nuova patria del blues. Si racconta una città ricca di indifferenza e drammi interni. Da sempre, Napul'è è un inno alla città, una dichiarazione d’amore e rassegnazione.

Io per lei

Pubblicata nell'album Non calpestare i fiori nel deserto, Io per lei è una storia d'amore in cui si celebrano l'indecisione e la paura, sempre presenti nel valzer dell'innamoramento.

Se mi vuoi

Sempre da Non calpestare i fiori nel deserto, Se mi vuoi rappresenta un'altra bellissima collaborazione musicale. Infatti, in questo brano Pino Daniele duetta con Irene Grandi.

Le collaborazioni e le contaminazioni

Nella sua carriera Pino Daniele ha collaborato con moltissimi artisti nazionali e internazionali. Il 1982 è un anno particolarmente prolifico su questo fronte. L'album di quell'anno, Bella 'mbriana, è forte dei contributi di Alphonso Johnson al basso e Wayne Shorter al sassofono soprano, entrambi provenienti dallo storico gruppo Weather Report.

Pino Daniele ha unito la sua creatività a quella di Richie Havens e Gato Barbieri, Chick Corea e Ralph Towner. Ha aperto i concerti di Carlos Santana e Bob Dylan. Collabora con Vasco Rossi come chitarrista e corista del brano Hai ragione tu, incluso nell'album Gli spari sopra.

Nel 1994 è protagonista di una tournée condivisa insieme a Eros Ramazzotti e Jovanotti, in uno spettacolo nel quale tre artisti con stili e influenze differenti si sono esibiti in set separati, ma che a turno si sono confrontati in intermezzi musicali intervenendo nei brani di ognuno dei tre.

Le contaminazioni con la musica nordafricana

Gli anni Duemila iniziano con importanti contaminazioni con la musica nordafricana. Dopo i primi accenni nella composizione di Non calpestare i fiori nel deserto (1995) e Dimmi cosa succede sulla terra (1997), Medina (2001) vede la partecipazione del maliano Salif Keïta, del franco-algerino Faudel, del turco Omar Farouk Tekbilek, del tunisino Lotfi Bushnaq e dei 99 Posse.

La vita privata di Pino

Pino Daniele ha avuto diverse storie d'amore nella sua vita. Dopo due matrimoni, ha concluso la sua esistenza accompagnato da Amanda Bonini.

Le due mogli, Dorina e Fabiola

La prima moglie è stata Doriana Giangrande, corista nei suoi album Terra mia e Un uomo in blues. Di origini napoletane come il marito, è. Da questo matrimonio sono nati due figli, Alessandro e Cristina.

Dopo il divorzio da Giangrande, Daniele sposa Fabiola Sciabbarrassi nel 1991. Concepisce altri due tre figli, Sara, Sofia e Francesco. Nonostante stia provando a rifarsi una vita sentimentale, Fabiola non ha mai dimenticato Pino, tanto che ha anche scritto un libro in cui ricorda il marito scomparso, dal titolo Resta l’amore intorno.

L'ultima donna della sua vita, Amanda Bonin

L'incontro con Amanda Bonini ha segnato profondamente Pino Daniele, che per lei lascia la seconda famiglia. Non ufficializzano la relazione se non nel 2013. Inoltre, i due non hanno figli. Amanda assiste il compagno nella drammatica notte del 4 gennaio 2015. Questo la porterà al centro di una polemica con la ex moglie Fabiola, in cerca di verità su ipotetici soccorsi tardivi.

Il cuore malato

Secondo Achille Gaspardone, professore di fiducia del cantante, operativo al Sant'Eugenio di Roma, quando è arrivato nel nosocomio romano non c'era più nulla da fare. «La sua vita era appesa a un filo e lui lo sapeva bene. Ogni giorno era un giorno di vita in più guadagnato». Tutta la famiglia Daniele ha una storia clinica fondata sulla cardiopatia.

Grazie alla tecnologia degli stent, Pino Daniele ha guadagnato quasi 30 anni. Infatti, il primo bypass è arrivato a 30 anni e  nel tempo si sono susseguiti altri interventi. La sua situazione era gravissima, anche se dall'esterno non si percepiva. «Un unico vaso vascolarizzava tutto il cuore, una volta che questo ha ceduto non c'è stato nulla da fare». L'ultimo infarto è stato troppo intenso per poterlo salvare.

4 gennaio 2015

La sera del 4 gennaio 2015, da tempo sofferente di problemi cardiovascolari, Pino Daniele muore a causa di un infarto. Si trovava nella sua villa, un podere isolato nelle campagne tra i comuni di Magliano e Orbetello.

Il lungo addio di Napoli (e del mondo)

La sua scomparsa ha provocato forti risposte emotive soprattutto a Napoli, dove una folla di circa 100.000 persone si è riunita in Piazza del Plebiscito la sera del 6 gennaio per commemorarlo cantando le sue canzoni. Ci sono state due tappe per i funerali. La mattina del 7 gennaio 2015 si è tenuta una funzione al Santuario della Madonna del Divino Amore a Roma. La sera dello stesso giorno si è ufficiata quella in Piazza del Plebiscito, nella sua città natale, con una cerimonia svolta all'aperto officiata dal Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe a cui hanno partecipato circa centomila persone.

Dal 12 al 22 gennaio 2015, l'urna contenente le ceneri di Pino Daniele è stata esposta nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino a Napoli, per consentire alla città di rendere omaggio all'artista scomparso. L'urna è stata successivamente trasferita nel cimitero di Magliano in Toscana per esservi tumulata.

Nello stesso anno, a settembre, la città di Napoli ha visto una via intitolata a Pino Daniele, vicino la sua casa natale. Il 29 giugno 2016 è stata inaugurata presso il Museo della pace - Mamt un'esposizione permanente chiamata Pino Daniele Alive dedicata al cantautore napoletano. A tre anni dalla morte, il 14 maggio 2018 è stato pubblicato il singolo inedito Resta quel che resta. Il 7 giugno dello stesso anno l'artista è stato ricordato con un concerto omaggio tenuto presso lo Stadio San Paolo di Napoli durante il quale hanno preso parte Biagio Antonacci, Eros Ramazzotti, Jovanotti, Antonello Venditti, Giorgia, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia, Massimo Ranieri e Tullio De Piscopo, oltre alle band storiche di Vai mo' e Nero a metà.

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