Nanni Moretti, tra ironia e disillusione

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Dall'infanzia tra film e pallanuoto al successo con Ecce Bombo: storia dell'unico regista italiano della sua generazione che può permettersi il lusso di fare i film che vuole, come e quando vuole.

Con i suoi film Nanni Moretti ha scritto sul grande schermo cinquant'anni di storia italiana, idiosincrasie, turbe e difetti. Lo ha fatto mettendosi sempre al centro della scena. Poi, nella sua età matura, ha deciso di defalcare la sua penna dal soggetto, creando un film "altro", come Tre piani, ispirato da un romanzo. È andato a Cannes, forse sicuro di vincere con questo cambio di rotta. E invece non ha vinto. Piuttosto, è invecchiato. Di colpo, come ha scritto sul suo profilo Instagram. Non sono bastati gli 11 minuti di applausi al termine della proiezione del film, che arriverà nelle sale italiane il 23 settembre, a consolarlo. Perdere davanti a una storia in cui la protagonista rimane incinta di una Cadillac ha turbato il regista romano, e non poco.

Le origini

Nanni Moretti (all'anagrafe Giovanni) nasce a Brunico, in provincia di Bolzano, il 19 agosto 1953 da padre e madre romani in vacanza in Trentino-Alto Adige. Lui docente d'epigrafia greca e storico dell'antichità classica. Lei, professoressa di lettere al ginnasio. Moretti cresce a Roma e fin dall'adolescenza coltiva le sue due grandi passioni: la pallanuoto e il cinema.

L’inizio della carriera e il successo

Dopo aver frequentato il Liceo classico al Tasso e poi al Lucrezio Caro, a Roma, nel 1973 esordisce dietro la macchina da presa con il cortometraggio La Sconfitta. Usa una cinepresa Super 8 conquistata con i soldi ottenuti dalla vendita della sua collezione di francobolli. Il filmato rivista in chiave comica la crisi di un ex-militante sessantottino.

Segue Pâté de bourgeois, che mette insieme alcune storie di amici e di una coppia in crisi. Per il titolo Moretti usa un gioco di parole in francese tra paté de foie gras ed épater les bourgeois, che significa "stupire i borghesi". Segue il mediometraggio Come parli frate?, con cui rilegge I promessi sposi di Alessandro Manzoni dal punto di vista di Don Rodrigo, che interpreta lui stesso.

Il suo primo lungometraggio esce nel 1976: Io sono un autarchico. Usa ancora il Super 8, ma in questo film c'è un importante passo in avanti, che segnerà la cifra stilistica con cui Moretti diventa famoso: interpreta il protagonista, dando vita al suo alter ego, Michele Apicella. Moretti inizia a far parlare di sé, interessando persino Alberto Moravia e i fratelli Taviani, che gli offrono una parte nel film Padre padrone.

Il successo vero, di critica e di pubblico, arriva nel 1978 con Ecce Bombo. Abbandonato il Super 8, il film viene girato in 16 mm e approda al Festival di Cannes: costato 180 milioni di lire, incassa 2 miliardi. La critica è in visibilio, ma si accende anche una polemica legata a una scena del film in cui Moretti rimprovera Alberto Sordi di non aver mai preso una posizione politica. Il dissapore tra i due verrà sotterrato circa vent'anni dopo.

I film da non perdere

Nanni Moretti ha alle spalle una lunga carriera che, nel corso degli anni, ha sempre offerto ai suoi spettatori un punto di vista unico sulla realtà in transito o appena trascorsa. Ha creato modi di dire ormai diventati dei cult. Ha messo su pellicola idiosincrasie e tormenti della borghesia, vizi e virtù. Al centro di tutto, nevrosi e cambiamento. Ecco i suoi film più belli da vedere e rivedere.
 

Ecce Bombo

Michele è uno studente universitario che vive una vita apparentemente ordinaria, tra la famiglia e il suo gruppo di amici delusi dalla politica. Tra cinema, pizzeria e bottiglieria, trascorrono le giornate al bar senza far nulla, sviscerando paturnie sentimentali, scarso dialogo famigliare e le trasmissioni in radio. In più, Michele deve gestire una relazione complicata con la fidanzata, Silvia, e con le donne in generale. Il titolo riprende volutamente e in maniera maccheronica l'espressione biblica "Ecce homo".

Sogni d'oro

Nel 1983 Nanni Moretti torna a interpretare Michele Apicella, questa volta nei panni di un registra frustrato dal senso di incomprensione che percepisce intorno al suo lavoro. Tormentato da incubi nei quali insegue una bella ragazza di nome Silvia, sempre più consumato dal tarlo della sua gelosia, alla fine si trasforma in un lupo mannaro. Nei panni della "preda" c'è Laura Morante, attrice che sarà croce e delizia del regista romano. Vince il Leone d'Argento - Gran Premio della giuria, ma il pubblico non sembra ugualmente convinto del risultato.

Bianca

Nel 1984 Moretti lancia Bianca, una commedia che si intreccia al giallo sentimentale e che consacra l'incontro tra il regista romano e colei che ne sarà a lungo la sua musa: Laura Morante. Moretti è ancora Michele Apicella, un giovane professore di matematica con manie ossessivo compulsive. Va a insegnare all'istituto Marilyn Monroe, dove si tengono lezioni su Gino Paoli e alle pareti c'è la foto di Dino Zoff. Biaca è la nuova insegnante di francese, che minaccia di turbare il suo mondo con una novità: la felicità.

La messa è finita

Nel 1985 è la volta di La Messa è Finita. In questo film, premiato con l'Orso d'argento a Berlino, oltre alla prima collaborazione con Nicola Piovani, Moretti veste i panni di un nuovo personaggio: don Giulio. Al suo ritorno a Roma dopo una missione all'estero, il prete ritrova gli amici di sempre in preda a sconquassi emotivi e biografici. La loro vicinanza scoraggerà don Giulio, che finirà per rintanarsi in una nuova missione in Patagonia.

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Palombella Rossa

Nel 1989 esce Palombella Rossa, uno dei film più duri di Moretti contro la sinistra italiana. Nonostante il suo impegno, il regista romano ha sempre severamente criticato il suo schieramento politico di appartenenza. Nel titolo si fa riferimento alla palombella, termine usato nel gioco della pallanuoto per indicare un tiro analogo al pallonetto nel gioco del calcio. Questa volta Michele Apicella è un funzionario del Pci, che perde la memoria in seguito a un incidente. Il film si sviluppa attorno a una partita di pallanuoto, in cui il protagonista cerca di recuperare i ricordi confusi attraverso una realtà che non riesce a comprendere. Celebre la frase che recita a una sbigottita giornalista: «Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!».

Caro Diario

Nel 1993 esce Caro Diario. Oltre a vincere il premio per la miglior regia al Festival di Cannes, il film mostra per la prima volta Moretti nei panni di se stesso e non attraverso la lente del suo alter ego. Qui racconta anche, sempre in modo ironico, la sua guarigione da un linfoma di Hodgkin.

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La Stanza del Figlio

Nel 2001 è la volta de La stanza del figlio, in cui vengono descritti gli effetti che la morte accidentale di un figlio provoca in una famiglia di ceto medio. Il film riceve nel 2001 la Palma d'oro al Festival di Cannes e il David di Donatello.

Il Caimano

Nel 2006 torna a Cannes con Il Caimano, un'opera di metacinema con cui il regista mette in scena il suo desiderio di realizzare un film sulla vita di Silvio Berlusconi. Presentato nel pieno della campagna elettorale per le elezioni politiche di quello stesso anno, Il Caimano ha suscitato numerose polemiche presentando scenari apocalittici che sarebbero seguiti a un rifiuto del leader di Forza Italia di abbandonare il potere. Presenti anche brani di apparizioni televisive di Berlusconi dell'epoca.

Habemus Papam

Nel 2011 Moretti fa un'incursione in Vaticano, raccontando le dinamiche e i retroscena legati all'elezione di un Pontefice durante un conclave.

Mia Madre

Nel 2015 si mette al lato della "sua" storia e lascia il ruolo da protagonista, suo alter ego, a una donna. Margherita Buy interpreta una regista che affronta la morte della madre. Pur presente nel cast, Moretti sembra operare una sorta di seduta psicanalitica osservando la protagonista vivere la sua tribolazione per la perdita della genitrice.

Tre piani

Tratto dall'omonimo romanzo di Eshkol Nevo, Tre Piani è un film incentrato su un condominio romano. Qui una serie di eventi trasforma l'esistenza dei suoi abitanti, rivelando le difficoltà delle loro vite di genitori, fratelli o vicini di casa. Presentato al Festival di Cannes nel 2021, ha riscosso 11 minuti di applausi. È il primo film il cui soggetto non è stato scritto da Moretti.

Gli attori “di Nanni” (quelli ricorrenti)

Lungo la sua filmografia si distinguono alcuni nomi ricorrenti. Dai caratteristi ai protagonisti, Moretti ha sempre mostrato un grande attaccamento ad alcuni professionisti come il padre Luigi e Dario Cantarelli, che appaiono in sei film come caratteristi.

Tra i personaggi principali da lui più amati c'è Silvio Orlando: con il regista romano ha recitato in cinque film, assumendo il ruolo di protagonista ne Il Caimano.

La più amata è stata sicuramente Laura Morante, apparsa in Sogni d'Oro, Bianca e, più avanti, in La Stanza del Figlio. Un altro volto femminile spesso ripreso da Moretti è quello di Margherita Buy, apparsa ne Il Caimano, Habemus Papam, Mia Madre e Tre Piani.

Vincenzo Salemme è stato parte del cast di Sogni d'Oro, Bianca e La messa è finita. Infine, si deve a Moretti l'inizio della popolarità di Jasmine Trinca, studentessa di liceo lanciata nel mondo cinematografico dal film La Stanza del Figlio, e poi ritrovata ne Il Caimano.

La vita privata

Nanni Moretti ha condiviso la sua vita con Silvia Nono, figlia del musicista Luigi Nono, con cui ha avuto un figlio, Pietro. Dopo aver passato i suoi primi anni, fino alla giovinezza, nel quartiere Trieste, è diventato uno storico abitante di Monteverde Vecchio, a Roma.