José Saramago: oltre la cecità
Origini, esordio, stile e carriera dello scrittore e premio Nobel portoghese.
Il 16 novembre 1922 nasceva lo scrittore José Saramago. Dopo aver regalato al mondo capolavori come Cecità, lo scrittore è stato consacrato dall'Accademia di Svezia con il Premio Nobel per la letteratura nel 1998. Nel centenario della sua nascita esce per la prima volta in italiano La vedova (Feltrinelli), suo romanzo d'esordio.
Chi era José Saramago
José de Sousa Saramago nasce ad Azinhaga, in Portogallo, il 16 novembre 1922.
Le origini
Suo padre era un agricoltore che, nel 1924, trasferì la famiglia a Lisbona, dove lavorò come poliziotto. Pochi mesi dopo l'arrivo nella capitale portoghese, il fratello minore del futuro premio Nobel, Francisco, muore a soli quattro anni per una broncopolmonite.
La formazione
A causa delle difficoltà economiche, Saramago è costretto ad abbandonare gli studi all'Istituto Tecnico e a impegnarsi in occupazioni precarie di ogni tipo. Poi trova un impiego stabile come direttore di produzione nel campo dell'editoria.
Carriera
Il mondo dei libri, entrato a far parte del mondo professionale di Saramago, avrebbe trovato sbocco nei romanzi scritti dall'autore portoghese. La celebrità è solo questione di tempo.
Gli esordi da scrittore
José Saramago scrive il suo primo romanzo Terra del peccato, scatenando le ire del dittatore del Portogallo, Antonio del Oliveira Salazar. Lavora come traduttore dei più importanti scrittori francesi contemporanei e del passato. Inoltre, presta la sua penna al giornalismo, lavorando come critico letterario.
Lo stile narrativo
Lo stile letterario di José Saramago è reso unico dalle prospettive controverse e insolite da cui parte. Riesce così a mettere in luce il fattore umano dietro ciò che accade. Le sue opere potrebbero anche essere definite allegoriche. Il suo fraseggio è complesso e l'uso della punteggiatura è anticonvenzionale. L'ironia è un'altra delle sue cifre stilistiche. Non ci sono eroi, ma uomini, con pregi e difetti.
I romanzi
Nella sua vita José Saramago ha scritto diciotto romanzi, quattro raccolte di racconti, tre racconti per l'infanzia più cronache, diari, scritti autobiografici e resoconti di viaggio. A lasciare il segno sono naturalmente i suoi scritti in prosa.
Nel 1984 scrive L'anno della morte di Ricardo Reis. La vicenda è ambientata nel 1936, a poco meno di tre anni dalla Seconda Guerra Mondiale, anno dell'esplosione della guerra di Spagna, che porterà all'instaurazione della dittatura fascista di Francisco Franco e alla morte di Reis.
Un'altra opera cardine nella bibliografia di Saramago è Il Vangelo secondo Gesù Cristo (1991). Si tratta di una rivisitazione fittizia della vita di Gesù Cristo, in cui l'autore lo dipinge come un personaggio umanizzato, con passioni e dubbi, mettendo un forte accento sulla prima parte della sua esistenza.
Cecità (1995) è forse il romanzo più famoso di José Saramago. Si tratta di un racconto fantastico in cui l'autore portoghese disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità. Regnano dunque indifferenza ed egoismo, in una guerra tutti contro tutti.
Le poesie
Nel 1966 José Saramago pubblica Le poesie possibili. Questo è il volume che segna il suo esordio nella scena letteraria portoghese. Il volume è diviso nelle sezioni "Fino al midollo" (48 poesie), "Poesie a bocca chiusa" (8 poesie), "Mitologia" (14 poesie), "L’amore degli altri" (10 poesie) e "In quest’angolo del tempo" (67 poesie).
Altre opere
Tra le altre opere degne di nota, nel 1981, Saramago pubblica Viaggio in Portogallo. Si narra dell'autore, chiamato semplicemente il viaggiatore, che compie un viaggio nel proprio paese.
Il premio Nobel
José Saramago riceve il premio Nobel per la letteratura nel 1998, dopo la pubblicazione di Storia dell'assedio di Lisbona, Il vangelo secondo Gesù Cristo e Cecità. La motivazione con cui l'accademia lo premia recita così: Con parabole, sostenute dall'immaginazione, dalla compassione e dall'ironia ci permette continuamente di conoscere realtà difficili da interpretare. Riferendosi a suo nonno, durante la cerimonia di premiazione disse: «L'uomo più saggio ch'io abbia mai conosciuto non era in grado né di leggere né di scrivere».
Le affermazioni contro Israele
Il conflitto israelo-palestinese ha portato Saramago a schierarsi contro gli ebrei. Ha dichiarato: «Vivere nell'ombra dell'olocausto ed aspettarsi di essere perdonati di ogni cosa che fanno, a motivo della loro sofferenza passata, mi sembra un eccesso di pretese. Evidentemente non hanno imparato molto dalla sofferenza dei loro genitori e dei loro nonni».
Le vignette anti-islamiche
Nel 2007 José Saramago è al centro di numerose critiche circa l'atteggiamento tenuto nei confronti delle reazioni verificatesi nei paesi musulmani, dopo la pubblicazione da parte di un quotidiano danese di alcune vignette satiriche anti-islamiche. A tal proposito, lo scrittore dichiara: «Quello che mi ha davvero spiazzato è l'irresponsabilità dell'autore o degli autori di quei disegni. Alcuni ritengono che la libertà di espressione sia un diritto assoluto. Ma la cruda realtà impone dei limiti». Tuttavia, viene poi accusato di aver assunto una posizione contraddittoria rispetto a un caso analogo di satira rivolta a figure simbolo della religione cristiana e protestante.
L'ateismo e la critica alla Bibbia
Dichiaratosi ateo, Il Vangelo secondo Gesù Cristo gli attira notevoli critiche, tanto da indurlo a lasciare il Portogallo per andare a vivere alle Canarie. Con l'uscita di Caino (2009), ritorna a polemizzare con la chiesa portoghese, criticando la Bibbia, poiché descrive un Dio «vendicativo, rancoroso, cattivo, indegno di fiducia».
Vita privata di Saramago
José Saramago si sposa nel 1944 con Ida Reis e con lei dà alla luce Violante, la loro unica figlia, nata nel 1947. Nel 1988 sposò, in seconde nozze, la giornalista spagnola Pilar del Rio, che da lì restò al suo fianco per tutta la vita.
La morte
José Saramago è morto a causa di una leucemia cronica nel 2010, a 87 anni, nella sua casa di Lanzarote.
Citazioni di José Saramago
- Il viaggio non finisce mai, solo i viaggiatori finiscono.
- Oltre alla conversazione delle donne, sono i sogni che trattengono il mondo nella sua orbita.
- La gioventù non sa quel che può, la maturità non può quel che sa.
- Il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo.
- Quanto alla leggerezza del fardello, così dovrebbe essere ogni volta che uomo e donna portano con sé ciò che hanno, e che ciascuno di loro si porti dentro l'altro, per non dover ritornare sui loro passi, è sempre tempo perduto e basta.
Stefania Leo
Foto: LaPresse