Domenico Modugno, il cantastorie che ci fa (ancora) Volare
C'è stato un uomo che ha inciso più di 230 canzoni, interpretato 38 film per il cinema e 7 per la televisione, recitato in 13 spettacoli teatrali, condotto alcuni programmi televisivi e vinto quattro Festival di Sanremo. Il primo nel 1958 con un brano intitolato "Nel blu dipinto di blu". Ecco la storia di Domenico Modugno.
«Penso che un sogno così non ritorni mai più/Mi dipingevo le mani e la faccia di blu/Poi d'improvviso venivo dal vento rapito/E incominciavo a volare nel cielo infinito».
Comincia così, e poi sappiamo benissimo come continua, la più famosa canzone della musica leggera italiana: “Nel blu, dipinto di blu”, per tutti (o quasi) “Volare”. Ripercorriamo la vita e la carriera di Domenico Modugno, che l’ha scritta e poi cantata per la prima volta a Sanremo nel 1958.
Le origini
Domenico Modugno nasce a Polignano a Mare il 9 gennaio 1928. A sette anni si trasferisce con la famiglia a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, dove impara il dialetto locale simile al siciliano, con cui scriverà le sue prime canzoni. Durante l’adolescenza impara a suonare chitarra e fisarmonica. A 19 anni si trasferisce a Torino in cerca di fortuna, lavorando prima come cameriere, poi come gommista. Tornato in Puglia nel 1949, dopo il servizio militare a Bologna, inizia a esibirsi nelle serenate alle ragazze con il suo gruppo di amici e scopre l’amore per il teatro.
Dal teatro al successo
Ripartito in cerca di fortuna, prima di nuovo a Torino e poi a Roma, nella Capitale vince un concorso per attori dilettanti che gli permette di iscriversi al Centro Sperimentale di Cinematografia. Dopo una comparsata nel film Filumena Marturano (1951), recita in diverse pellicole e spettacoli teatrali, esibendosi nel frattempo come musicista e rumorista alla radio.
Si fa notare nel film Carica eroica (1952), nel ruolo di un soldato siciliano che canta una canzone popolare per far addormentare un bambino: chiamato nella trasmissione Trampolino per presentarla, l’esibizione viene apprezzata dal direttore del secondo canale RAI, Fulvio Palmieri, che gli propone di condurre una trasmissione musicale. Nasce così “Amuri...amuri...”, programma radiofonico delle 22, in cui interpreta una canzone in ogni puntata e che gli permette di diventare una voce nota agli italiani.
L’anno della svolta è il 1953: Modugno viene messo sotto contratto dalla RCA, con cui pubblica i primi dischi in dialetto siciliano e salentino. L’ascesa dell’artista è lenta, ma costante, come autore e interprete. Il successo, italiano e mondiale, arriva nel 1958, quando con la canzone “Nel blu, dipinto di blu” trionfa al Festival di Sanremo insieme a Johnny Dorelli.
Le canzoni più famose di Modugno
Considerato uno dei padri della musica leggera italiana, Domenico Modugno ha scritto e inciso circa 230 brani. Ecco i più famosi e amati.
Nel blu, dipinto di blu - 1958
Modugno la porta a Sanremo “accompagnando” il ritornello con la liberatoria apertura delle braccia, diventato marchio di fabbrica. E vince. Non solo il Festival, ma anche tre Grammy. Partito alla conquista dell’America con una lunga tournée, viene soprannominato dagli statunitensi Mr. Volare, che impazziscono per “Nel blu dipinto di blu”, la canzone italiana più eseguita al mondo dal 1958 a oggi.
Vecchio frac
Una delle poche canzoni in italiano pre-Volare, nel 1955 gli causa un problema con la censura.
«Ad un attimo d'amore che mai più ritornerà» diventa: «Ad un abito da sposa primo e ultimo suo amor», perché le allusioni a contatti fisici sono considerati immorali. Come Modugno stesso racconterà, la canzone è ispirata al principe Raimondo Lanza di Trabia, morto suicida l’anno prima.
La lontananza
Presentata al Cantagiro 1970, segna il ritorno di Modugno nei primi posti dell’hit parade, dopo alcuni anni di assenza. Il testo è frutto di una collaborazione con Enrica Bonaccorti, conosicuta durante l’allestimento dello spettacolo teatrale “Mi è caduta una ragazza nel piatto”.
Meraviglioso
Quando viene pubblicata nel 1968 non ha il successo sperato (e meritato). Colpa anche dell’esclusione da Sanremo: nell’edizione successiva alla tragica scomparsa di Luigi Tenco, viene infatti ritenuta inopportuna una canzone che inizia con riferimenti al suicidio.
Dio, come ti amo
Modugno vince quattro volte a Sanremo, l’ultima volta con “Dio, come ti amo” nel 1966. Ultimo all’Eurovision, il brano rimane in vetta alle classifiche solo una settimana, superata da “Nessuno mi può giudicare” di Caterina Caselli.
Tu si' na cosa grande
Testo di Roberto Gigli e musica di Modugno, “Tu si' na cosa grande” si aggiudica il Festival di Napoli nel 1964 (cantata anche Ornella Vanoni). Negli anni è poi reinterpretata da molti artisti, tra cui Mina, Renato Zero, Claudio Villa, Nino D’Angelo e Alex Baroni.
Piove
Con “Nel blu, dipinto di blu” condivide due cose. Ha vinto a Sanremo (nel 1959) ed è conosciuta con il titolo errato, dato che molti la indicano come “Ciao ciao bambina”.
Piange... il telefono
Pubblicata nel 1975 e cantata insieme a Francesco Guadagno, questo brano in forma di dialogo è in realtà una cover del successo francese Le téléphone pleure, eseguito da Claude François in duo con Frédérique Barkoff.
Amara terra mia
Nel 1973 Domenico Modugno canta lo sradicamento profondo che accompagna gli emigranti italiani, spinti lontano da fame e povertà, rivisitando “Addije, addije amore”, canto tradizionale abruzzese attribuito alle raccoglitrici di olive della Majella. Anche in questo caso, per il testo, si avvale dell’aiuto di Enrica Bonaccorti.
Cinema
Nel corso di una carriera da artista totale, Modugno interpretata 46 film, di cui una decina come protagonista. Tra essi la commedia erotica La sbandata (1974) e diversi musicarelli ispirati alle sue canzoni.
Televisione
Sette le sue apparizioni da attore in prodotti realizzati per la televisione: da ricordare 'Scaramouche' (1965) e 'Il marchese di Roccaverdina' (1972). Nel corso della carriera, Modugno conduce inoltre vari programmi in radio, tra cui Gran Varietà.
Curiosità
- Nel 1973, in occasione della campagna per il referendum sull'abrogazione della legge sul divorzio, ha donato al Partito Socialista i diritti d’autore della canzone “L’anniversario”. A metà degli Anni ‘80 Modugno si avvicina aderisce al Partito Radicale, con cui viene eletto alle Camera dei Deputati nel 1987.
- “Accusato” di spacciarsi per siciliano, Modugno ha avuto un rapporto conflittuale con la sua Polignano. Il 26 agosto 1993, in una sorta di riappacificazione con i concittadini, proprio qui ha tenuto l’ultimo grande concerto della carriera, alla fine del quale ha dichiarato: «Chiedo scusa, ma per la fame avrei anche detto di essere giapponese!».
- Domenico Modugno è tra gli artisti italiani che hanno venduto più dischi, circa 70 milioni di copie nel mondo. E l’unico, insieme a Renato Carosone, ad aver sfondato negli Stati Uniti senza dover incidere canzoni in inglese.
Gli amori di Modugno
Negli anni del teatro, Modugno conosce l’aspirante attrice Franca Gandolfi, che sposerà il 26 giugno 1955. La coppia ha avuto tre figli, Marco, Massimo e Marcello. Ma il cantautore anche un quarto, fabio, da una relazione extraconiugale con la regista e ballerina Maurizia Calì.
La morte
Dopo aver subito un ictus nel 1984, che gli lascia una parte del corpo paralizzata, Domenico Modugno muore il 6 agosto 1994, nella sua casa affacciata sulla spiaggia dei Conigli di Lampedusa. Infarto, all’età di 66 anni. Riposa nel Cimitero Flaminio di Roma.
Matteo Innocenti
Foto apertura: LaPresse