Chi è Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina
È diventato celebre per una serie tv in cui interpretava il presidente dell'Ucraina, fino a diventarne davvero la guida politica. Chi è Volodymyr Zelensky.
Volodymyr Zelensky è diventato in pochissimo tempo un volto politico noto non solo ai suoi concittadini ucraini, ma anche alla comunità internazionale. Il presidente dell'Ucraina, nazione in guerra contro la Russia dal 24 febbraio, è stato eletto pur non avendo alcuna esperienza politica pregressa. Infatti, era noto in patria come attore comico, mentre ora guida la resistenza nella capitale Kiev. Ecco chi è Volodymyr Zelensky, il presidente dell'Ucraina.
Biografia
Volodymyr Zelensky è nato a Kryvyj Rih il 25 gennaio 1978. La sua famiglia è di origine ebraica e di madrelingua russa. Si laurea in giurisprudenza all'Università Economica Nazionale di Kiev, ma non persegue la carriera scritta nel titolo e si dà alla recitazione.
Da comico a Presidente
Zelensky fonda la casa di produzione Kvartal 95, con cui produce cartoni animati, film e serie tv. Tra questi spicca l'esperienza di Servitore del Popolo.
La serie tv e il suo alter-ego Vasyl Holoborodk
Nella serie tv, il cui titolo originale è Sluha Narodu, lo stesso Zelensky interpreta Vasyl Holoborodk, un insegnante di storia che diventa presidente dopo aver acquisito molta notorietà grazie a un video in cui parlava di corruzione con toni molto forti.
La candidatura alla presidenza dell’Ucraina
Nel marzo 2018 alcuni dipendenti di Kvartal 95 fondano un partito politico con lo stesso nome dello show Servitore del Popolo, cavalcando la popolarità che Zelensky ha riscosso con la serie tv. Il 31 dicembre dello stesso anno Zelenskyy annuncia la sua candidatura per le elezioni presidenziali del marzo successivo.
Le elezioni presidenziali
Il successo della campagna elettorale di Zelensky, quasi interamente condotta sui social, è collegato alla sua popolarità come comico e alle sue posizioni su un tema chiave: la lotta alla corruzione. Diventa il candidato più votato al primo turno (con il 30,24% dei consensi) e al secondo turno sconfigge il presidente uscente Petro Porošenko con il 73% dei consensi, vincendo le elezioni il 21 aprile 2019. Le sue posizioni sono europeiste e anti-establishment.
Diventa presidente dell'Ucraina il 20 maggio 2019 Zelensky, giorno in cui presta giuramento e durante il suo messaggio di insediamento annuncia lo scioglimento anticipato della Verchovna Rada (Parlamento Ucraino). All'origine della scelta c'è la crisi politica creata all'interno della coalizione di forze politiche, che appoggiava il governo di Volodymyr Grojsman, sostenuto anche dall'ex presidente Petro Porošenko, maturata successivamente alle elezioni presidenziali.
Poiché nell'ordinamento ucraino il Presidente non può promulgare leggi senza l'approvazione del Parlamento, e nel Parlamento insediato non c'è una maggioranza direttamente collegata al nuovo Presidente, Zelensky decide di sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni.
Nelle consultazioni il partito di Zelensky ottiene il 44% dei voti, mentre il partito filo-russo di Viktor Medvedchouk, "Blocco di opposizione", si ferma all'11,5%. Il 29 agosto 2019 Zelensky nomina come primo ministro Oleksij Hončaruk, che ottiene la fiducia dal parlamento. È il primo ministro più giovane della storia dell'Ucraina.
Il rapporto con Putin e la Russia
Dato che la prima lingua di Zelensky non è l'ucraino, ma il russo, molti elettori credono inizialmente che lui sia filorusso. Negata la vicinanza a Mosca, Zelensky lavora per il progressivo avvicinamento dell'Ucraina all'Occidente. Ma il neopresidente ucraino si mette al lavoro in una nazione che nel 2014 ha subito la perdita della zona di Crimea e che deve controllare, non senza difficoltà, le spinte filo-russe nella regione del Donbass. Secondo il suo punto di vista, le cose possono cambiare solo dopo la caduta di Vladimir Putin.
Il 7 settembre del 2019, forse per rasserenare i rapporti con la Russia, fa uno scambio di prigionieri. Ma nell'aprile 2021, in seguito al trasferimento di numerose truppe russe ai confini con l'Ucraina, Zelensky contatta il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, spingendo per l'ingresso dell'Ucraina nella Nato.
Le accuse di colpo di Stato
Il 26 novembre 2021, Zelensky attacca duramente Vladimir Putin e l'oligarca ucraino Rinat Achmetov, accusandoli di aver pianificato un colpo di stato ai suoi danni. Sia il governo russo che il magnate respingono le accuse. Ma all'inizio del 2022 l'intelligence americana rende noto che le probabilità di invasione dell'Ucraina da parte della Russia sono molto alte.
Lo scoppio della guerra e la scelta di non fuggire
Il 24 febbraio Zelensky tiene un discorso in tv, sia in ucraino che in russo, in cui invita i cittadini russi ad esprimere dissenso contro i propri leader nel tentativo di prevenire una sanguinosa guerra. Nel discorso respinge le accuse di legami con il neonazismo, evidenziando le sue origine ebraiche, e nega di voler attaccare le regioni russofone del Donbas, controllate da separatisti filo-russi. Ma, nonostante tutti gli sforzi di mediazione, il 25 febbraio l'esercito russo dà inizio all'invasione dell'Ucraina, preceduta da massicci bombardamenti sulle principali città.
Zelensky annuncia l'entrata in vigore della legge marziale e dà il via alla mobilitazione di massa, con l'arruolamento volontario nell'esercito dei cittadini maggiorenni in grado di combattere. Il presidente ucraino non si allontana da Kiev, anche se la capitale viene assediata dalle truppe russe, e rifiuta il salvacondotto che gli Stati Uniti gli propongono. Il 28 febbraio, nonostante il conflitto in corso, firma la richiesta di adesione dell'Ucraina all'Unione europea, inizialmente prevista per il 2024.
Diverse testate giornalistiche occidentali lo hanno definito "eroe nazionale" ed "eroe globale". Inoltre, Zelensky ha riportato in auge il saluto Slava Ukraini (Gloria all'Ucraina), diffuso durante la guerra fredda tra gli oppositori del regime sovietico in Ucraina, come simbolo di resistenza e patriottismo.
Stefania Leo