Referendum costituzionale 2016: cosa cambia se vince il SI
Il referendum costituzionale per il quale i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimersi in una data ancora da definire, entro la fine del 2016, è il frutto di un DDL che porta il nome del ministro per le riforme costituzionali, Maria Elena Boschi.
Il Disegno di Legge Costituzionale,
presentato al Senato dal Ministro Boschi, recita così: “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione”.
Il Ministro Boschi e il Primo Ministro Renzi hanno dichiarato che si dimetteranno qualora la riforma venga respinta.
La riforma costituzionale proposta prevede alcuni punti fondamentali:
- Superamento del bicameralismo, modifica sostanziale del Senato e riduzione del numero dei Parlamentari
- Modifica della modalità di elezione del Presidente della Repubblica
- Abolizione dello CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro)
- Modifica della modalità di richiesta di referendum da parte dei cittadini
BICAMERALISMO: SENATO E NUMERO DEI PARLAMENTARI
A oggi tutte le leggi, ordinarie o costituzionali, devono essere approvate dalle 2 Camere.
Anche la fiducia al Governo deve essere concessa da deputati e senatori ma, con la riforma, la camera dei deputati diventerà l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto e l’unica istituzione incaricata di approvare le leggi ordinarie e di bilancio oltre che di accordare la fiducia al governo.
Il Senato diventerà piuttosto un organo rappresentativo delle autonomie regionali
e passerà da 315 membri eletti dai cittadini a 95 nominati dai consigli regionali (21 saranno sindaci e 74 consiglieri).
Questi 95 Senatori resteranno in carica per la durata del loro mandato di amministratori locali; scompariranno anche i Senatori a vita: al loro posto il Capo dello Stato nominerà 5 Senatori in carica per soli 5 anni.
Sarà la Camera ad approvare le leggi e, grazie a questo cambiamento, il percorso di approvazione sarà molto più rapido.
La funzione fondamentale del Senato sarà quella di comunicazione tra lo Stato, le Regioni e i Comuni.
ELEZIONE DEL CAPO DELLO STATO:
Ad eleggere il Presidente della Repubblica (il Capo dello Stato) saranno Deputati e Senatori, proprio come oggi ma, nella votazione, scompaiono i 59 delegati regionali.
Cambia anche il quorum: l’elezione ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi della assemblea. Dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell’assemblea. Dal settimo scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti.
REVISIONE DEL TITOLO V:
Il Titolo V non è nient’altro che un capitolo della Legge Costituzionale attualmente in vigore che riguarda Regioni, Province e Comuni.
Con la riforma, alcuni ambiti come l’ambiente, la gestione dei trasporti e della navigazione, l’ energia, le politiche per il lavoro e la sicurezza e l’ordinamento delle professioni e altri tornano ad essere di competenza esclusiva dello Stato.
ABOLIZIONE DELLO CNEL:
Si tratta del Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (composto da 64 consiglieri): è un organo esterno con funzione di consulenza per quanto riguarda le leggi sull’economia e il lavoro. Il Consiglio può anche proporre alle camere delle leggi in materia economica: il DDL Boschi ne prevede l’abolizione.
REFERENDUM:
Con la riforma si introduce la possibilità, con la raccolta di 150.000 firme, di organizzare referendum propositivi, ovvero proposte di nuove leggi ordinarie (non costituzionali) da parte dei cittadini.
Ad oggi i referendum possono solo confermare o abrogare leggi già approvate.
Per questo tipo di referendum (abrogativi) il quorum sarà fissato al 51% dei votanti delle ultime politiche. Invece se la raccolta raggiunge tra le 500 e 800mila firme resta il quorum del 51% degli aventi diritto al voto.
Credit foto: governo.it