Le crisi di governo più lunghe dell’Italia repubblicana

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Le crisi di governo, nella storia dell'Italia repubblicana, sono durate mediamente 33 giorni. Ve ne sono alcune, però, che si sono protratte molto più a lungo, arrivando a toccare addirittura i 128 giorni.

Nell’ordinamento italiano, l’espressione “crisi di governo” indica la situazione in cui un esecutivo presenta le proprie dimissioni a causa della rottura del rapporto di fiducia con le Camere.

Le crisi possono essere parlamentari o extraparlamentari. Le prime si verificano quando Camera o Senato votano una mozione di sfiducia, oppure se il governo pone la fiducia su una certa questione e uno dei due rami del Parlamento vota contro: nella storia repubblicana, solo Romano Prodi è “caduto” così, due volte. Le crisi extraparlamentari iniziano invece con le dimissioni spontanee del presidente del Consiglio, a seguito di una crisi politica all'interno della maggioranza (quello che successo con il governo Conte II, per intenderci).

La crisi può avere soluzioni diverse: tra consultazioni, incarichi esplorativi, ricerca di nuovi assetti politici e possibili elezioni anticipate, è difficile sapere quando e come finirà. Nella storia dell’Italia repubblicana, le crisi di governo sono durate mediamente 33 giorni, ma ce ne sono state alcune decisamente più lunghe. Eccole.

Governo Monti- Governo Letta: 128 giorni

Il 16 novembre 2011, l'insediamento del governo Monti (“erede” del Berlusconi IV, il secondo più longevo della Repubblica Italiana) segna la fine di una delle più brevi crisi di governo della storia recente, appena tre giorni. Il tecnico Mario Monti rassegnerà le dimissioni il 21 dicembre 2012 e bisognerà aspettare ben 128 giorni per la formazione di un nuovo esecutivo, quello guidato da Enrico Letta, che giura al Quirinale il 28 aprile 2013.

Governo Dini - Governo Prodi I: 127 giorni

Se l’esecutivo Monti è considerato il secondo governo tecnico nella storia repubblicana, il primo è quello presieduto da Lamberto Dini, che conferma le sue dimissioni l’11 gennaio 1996. La crisi di governo termina il successivo 18 maggio (127 giorni dopo), quando Romano Prodi si insedia per la prima volta a Palazzo Chigi.

Andreotti V – Cossiga I: 126 giorni

Il 20 marzo 1979 Giulio Andreotti presenta il suo quinto governo, raffazzonato e con l'esplicito intento di andare a elezioni anticipate. Ci riesce: quando il 30 dello stesso mese si presenta a Palazzo Madama, l’esecutivo non ottiene la fiducia e il Presidente della Repubblica Sandro Pertini scioglie le Camere con due anni di anticipo. Dopo la rinuncia di Pandolfi, è Francesco Cossiga a formare un nuovo governo, assumendo la carica di presidente del Consiglio il 5 agosto, a 126 giorni dalle dimissioni di Andreotti.

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Andreotti I - Andreotti II: 121 giorni

Non avendo ottenuto la fiducia del Senato, il 26 febbraio 1972 Andreotti si dimette. In carica per appena otto giorni, il suo governo monocolore democristiano è ancora oggi il più breve nella storia della Repubblica Italiana. In un anno turbolento (a marzo le Brigate Rosse compiono il loro primo sequestro), arrivano così le prime elezioni anticipate, che portano a un Andreotti bis dopo 121 giorni di crisi.

Prodi II – Berlusconi IV: 104 giorni

Dopo il passaggio dell’Udeur all’opposizione, Prodi pone la questione di fiducia al Parlamento. Supera l’esame della Camera dei Deputati, ma inciampa al Senato, dove proprio a causa del ritiro dell’Udeaur il governo non ha più numeri sufficienti. È il 24 gennaio 2008 e al presidente del Consiglio non rimane che rassegnare le dimissioni. Serviranno 104 giorni per avere un nuovo premier: Silvio Berlusconi, al quarto insediamento a Palazzo Chigi.

 

Matteo Innocenti

 

Foto: LaPresse