Comune di Parigi: 150 anni dall’assalto al cielo della bandiera rossa
Fu la prima grande esperienza di autogoverno della storia contemporanea: a 150 anni dall'inizio della rivolta, scopriamo tutto quello che c'è da sapere sulla Comune di Parigi.
Dal 18 marzo al 28 maggio 1871 la capitale francese fu retta dalla prima grande esperienza di democrazia diretta della storia contemporanea, nata dopo un’insurrezione: la Comune di Parigi, autogoverno di matrice socialista e anarchica che autogestì la città fino alla repressione da parte dell’esercito della Terza Repubblica, capace di massacrare almeno almeno 20 mila comunardi nel giro di una settimana.
La Terza Repubblica Francese e la Comune di Parigi
Dopo la sconfitta di Sedan patita nella guerra franco-prussiana, il 4 settembre 1870 la popolazione di Parigi impose la proclamazione della Terza Repubblica, contando di ottenere riforme sociali e la prosecuzione del conflitto. Il governo provvisorio guidato da Adolphe Thiers, però, deluse presto le aspettative dei parigini, avviando ben presto negoziati con Otto von Bismarck. La Guardia Nazionale, formata perlopiù da operai e artigiani, rifiutò di arrendersi al nemico: quando il 18 marzo 1871 l’esecutivo tentò di prendere il controllo dei cannoni del terrapieno di Montmartre, scoppiò una sommossa e il governo Thiers, che aveva tentato a più riprese di disarmare la città in fermento, si rifugiò a Versailles. Molti edifici simbolo del potere autoritario vennero distrutti o dati alle fiamme e in città si instaurò un governo rivoluzionario di matrice democratico-socialista, la Comune di Parigi, che ebbe come simbolo la bandiera rossa issata sull’Hôtel de Ville quello stesso giorno.
Composizione e programma della Comune di Parigi
Per colmare il vuoto politico, con il voto di 229.167 parigini il 26 marzo fu eletto un governo cittadino, che di fatto sostituì l'istituto parlamentare della Terza Repubblica, proponendosi di combattere il governo conservatore di Versailles. Due giorni dopo, in una Place Hôtel de Ville gremita, furono resi noti i nomi degli eletti al Consiglio della Comune. L’autogoverno comunitario mirava innanzitutto ad assicurare al popolo i servizi di base e la sicurezza pubblica. La Comune creò aiuti pensionistici per le vedove e gli orfani di guerra, equiparò i salari dei funzionari pubblici a quelli degli operai, eliminò l'esercito permanente e armò i cittadini. Stabilì inoltre l'istruzione laica e gratuita, rese elettivi e revocabili i magistrati, procedette alla restituzione dei beni dati allo Stato nel periodo precedente alla rivoluzione, portando avanti un’amministrazione finanziaria estremamente scrupolosa. Iniziò allo stesso tempo l’epurazione degli oppositori e ai lavoratori fu permesso di acquisire la fabbrica dove lavoravano in caso fosse stata lasciata dal proprietario. Non solo: il governo comunitario garantì la libertà di stampa, pensiero e associazione.
L’Unione delle donne per la difesa e la cura dei feriti
La Comune di Parigi, con i suoi principi di uguaglianza, rappresentò un’esperienza importante anche per i movimenti femministi. Con il governo Thiers pronto a riprendersi la città, il 9 aprile 1871, sotto la guida di un’operaia rilegatrice, Nathalie Lemel, e di un’insegnante, l’aristocratica russa Elisabeth Dmitrieff (iscritta all'Internazionale e in contatto con Marx) fu fondata l'Union des Femmes pour la Défense de Paris et les soins aux blessés (Unione delle donne per la difesa di Parigi e le cure ai feriti), con lo scopo di procurare infermiere e ambulanze, organizzare mense, trovare vestiario, collaborare con le commissioni governative per la creazione di lavoro femminile. E quando il 21 maggio l'esercito entrò a Parigi, le donne dell'Unione corsero alle barricate per difendere la città dagli attacchi. Tra le figure femminili più importanti della Comune ci fu l’insegnante e scrittrice Louise Michel, che combatté a Montmartre e a più riprese nei mesi successivi. Pronta a morire per le sue idee, fu arrestata e deportata per dieci anni in Nuova Caledonia, fu a lungo in contatto con Victor Hugo, che le dedicò il poema Viro Major.
La “settimana di sangue” e la sconfitta dei comunardi
La Comune ebbe vita molto breve. A partire dal 2 Aprile, con l’appoggio di Bismarck, l’esercito di Thies dette il via a una serie di attacchi che culminarono 21 maggio con la presa di Parigi. Iniziò così la «settimana di sangue», una lotta sanguinosa tra l’esercito e i comunardi, durata appunto fino al giorno 28, che terminò con la sconfitta dei socialisti. Il massacro continuò anche dopo la caduta della Comune, visto che Thiers procedette a una vera a propria persecuzione degli esponenti o dei simpatizzanti della Comune. La repressione fu spietata: in tutto furono circa 30 mila i morti, seguiti da diverse migliaia di cittadini condannati ai lavori forzati, alla reclusione e alla deportazione. Il successivo 2 luglio si svolsero le elezioni, che videro la vittoria dei moderati.
La Comune di Parigi con gli occhi degli artisti
La Comune di Parigi fu un’esperienza politica e sociale unica, rimasta nell’immaginario collettivo francese e non solo. E per questo rappresentato nelle varie forme d’arte, come la pittura. Ad esempio, nel dipinto Una strada di Parigi del neoimpressionista Maximilien Luce. Senza dimenticare che vi partecipò attivamente, Gustave Courbet il più significativo esponente del movimento realista.
Marx, la Comune di Parigi e altri racconti tra le pagine dei libri
Tra i più accaniti sostenitori della Comune di Parigi ci fu Karl Marx, entusiasta di quella che a suo modo di vedere era una "dittatura del proletariato". Quando la città insorse, l’autore de “Il Capitale” scrisse all’amico Louis Kugelmann esaltando l'eroismo dei «compagni parigini» e già a maggio del 1871 pubblicò il saggio La guerra civile in Francia.La Comune di Parigi (insieme alla guerra franco-prussiana) fa da sfondo poi a La disfatta, penultimo romanzo di Émile Zola, appartenente al ciclo dei Rougon-Macquart. Il già citato Victor Hugo dedicò al popolo di Parigi la raccolta di poesie “L'Année terrible”, che ne comprende una intitolata “Sur una barricade”. Ne “Il cimitero di Praga” di Umberto Eco, il protagonista si trova coinvolto proprio negli eventi della Comune di Parigi, che è anche al centro del romanzo “Le Cri du Peuple”, scritto da Jean Vatrin.
I film sulla Comune di Parigi
Pochissimi i film dedicati alla Comune di Parigi. Il più importante è probabilmente “La Commune”, girato nel 1999 da Peter Watkins: lungo cinque ore e mezza, è una rievocazione storica in stile documentaristico, con persone comuni al posto degli attori, particolarmente apprezzata dalla critica. È invece del 1929 “La nuova Babilonia”, pellicola sovietica che ha come protagonisti Jean, contadino arruolato nell'esercito di Versailles, e la commessa Louise, comunarda. L’ascesa e la caduta della Comune è infine al centro di 1871, film del 1990 di produzione britannico-francese.
Matteo Innocenti
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