Colonizzazione dello spazio: scenari futuri
La sistemazione permanente dell’uomo in colonie spaziali autosufficienti e ben organizzate, socialmente armoniose e confortevoli: questo è quello che si intende con l’espressione “colonizzazione dello spazio”. Per molti potrà sembrare fantascienza, ma anche gran parte delle attuali conquiste scientifiche, tecnologiche e sociali, un tempo erano considerate tali.
Quanto manca alla colonizzazione dello spazio?
Le prime colonie abitate sulla Luna, su Marte o in entrambi i posti sono progetti sempre più concreti e prossimi a diventare realtà. Secondo la migliore delle ipotesi, mancano soltanto 10 anni alla colonizzazione dello spazio.
La NASA ha recentemente annunciato che farà tornare i propri astronauti sulla Luna nel 2024 e questa volta per restarci, anche se attualmente non ha piani specifici in merito. Anche la Russia, la Cina e l’Europa stanno progettando basi lunari. La creazione di una colonia su Marte sarà molto più difficile, ma già la piccola compagnia olandese Mars One, la NASA e SpaceX di Elon Musk stanno programmando missioni in merito.
Perché lo spazio è il nostro futuro?
Per via della sua vicinanza alla Terra e della sua geografia ben studiata, la Luna sembra essere il candidato ideale. Avere una base su questo satellite naturale faciliterebbe le missioni e gli sforzi di colonizzazione verso altri pianeti e lune, fungendo da trampolino di lancio verso Marte, Venere, la Cintura degli Asteroidi e oltre. Mediante la costruzione di infrastrutture su questa superficie, si potrebbero riparare e rifornire di carburante i veicoli spaziali che si dirigono più lontano nel Sistema Solare, andando a ridurre i costi delle missioni.
Un altro vantaggio riguarda la ricerca: un avamposto lunare permetterebbe agli scienziati di condurre osservazioni di radioastronomia e astronomia ottica lontano dai rumori di fondo della Terra e dall’inquinamento. Ulteriori ricerche relative agli effetti della bassa gravità sul corpo umano aiuterebbero gli astronauti ad affrontare al meglio e con maggiore preparazione i viaggi nello spazio di lunga durata.
Inoltre, la Luna presenta abbondanti risorse, come l’elio-3 e vari metalli preziosi che potrebbero essere estratti dalle compagnie private da sotto e sopra la superficie lunare.
Per quanto riguarda Marte, invece, le ragioni della colonizzazione sono più romantiche. Secondo gli scienziati si tratterebbe del pianeta più simile al nostro: proprio per questo è diventato il simbolo della speranza nel futuro dell’umanità.
Il punto di vista di Stephen Hawking
“Sono convinto che gli esseri umani debbano lasciare la Terra”, queste le parole di Stephen Hawking durante lo Starmus Festival di Trondehim, in Norvegia.
Lo scienziato, infatti, non sembrava troppo ottimista sul nostro destino e per questo suggerì all’umanità intera di trovarsi un’altra casa. Affermò addirittura che il tempo a nostra disposizione era limitato e che l’espansione su altri corpi celesti sarebbe stata una specie di assicurazione nel caso in cui un grande asteroide, una guerra nucleare o un disastro ambientale come il cambiamento climatico avrebbero reso la terra inabitabile.
“Un nuovo asteroide potrebbe colpirci e la Terra potrebbe essere assorbita dal Sole, in ogni caso viaggiare verso mondi lontani è fondamentale ed è ciò che potrebbe addirittura elevare l’umanità”.
Una terra non basta: dove andremo?
A quanto pare Marte sta per essere avvicinato, ma prima di arrivare a toccare il suolo di questo pianeta, l’uomo tornerà sulla Luna e si preparerà per la più grande avventura mai concepita finora. Il satellite fungerà da fattore di preparazione verso Marte: è vicino alla Terra e questo consente comunicazioni quasi in tempo reale e il controllo remoto dei mezzi robotici e inoltre la creazione di una base sulla superficie lunare fornirebbe un punto di partenza più economico per le missioni su altri pianeti del sistema solare.
SpaceX: il piano di Elon Musk per colonizzare Luna e Marte
L’imprenditore Elon Musk ha sempre detto di voler rendere il genere umano una “specie multiplanetaria”, cioè di voler dare la possibilità, a chi lo desidera, di lasciare la Terra e stabilirsi su un altro pianeta per colonizzarlo.
L’imprenditore guarda alla Luna, e anche più lontano, a Marte. E così nei suoi hangar si stanno costruendo alcuni prototipi di quella che sarà la StarShip, che si potrebbe definire la prima, vera nave spaziale terrestre, in grado di trasportare oltre 100 tonnellate di carico, oppure 100 coloni con il loro equipaggiamento. Se diamo credito alla sua visione, nel 2023 SpaceX porterà i primi turisti paganti in orbita lunare, mentre nel 2024 dovrebbe essere pronta la prima astronave per il Pianeta Rosso.
Jeff Bezos e le Colonie O’Neil
Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, ha grandi piani per la sua società spaziale Blue Origin, e per realizzare le sue ambizioni legate all’esplorazione dello Spazio è disposto a spendere notevoli quantità del suo patrimonio personale.
Il progetto di Bezos prevede che il lander lunare “Blue Moon”, trasporti due tonnellate di carico per viaggio con lo scopo di iniziare a costruire l’infrastruttura di una base lunare. Inizialmente la missione era stata prevista per il 2020, in accordo con i programmi della NASA legati al razzo spaziale Space Launch System, ma in un secondo momento Bezos aveva fatto intendere che sarebbe andato avanti da solo con il suo progetto.
Come saranno strutturate le sue colonie spaziali? Tempo fa il fisico americano Gerard K. O’Neil decise di far progettare ai suoi studenti delle grosse strutture abitabili spaziali e proprio questa sarebbe l’idea di Jeff Bezos. Enormi strutture ad anello rotanti per garantire una gravità simulata in grado di ospitare habitat autosufficienti, dotati di vegetazione, animali di tutti i tipi e persone che vivono e lavorano all’interno.
Vita su Marte: quali sono le possibili conseguenze del viaggio spaziale per l’uomo?
Marte presenta delle somiglianze con la Terra. Il funzionamento del tempo è molto simile (un giorno marziano dura 24 ore e 39 minuti) e quindi gli esseri viventi sarebbero in grado di avere un ciclo diurno quasi identico, ma anche l’inclinazione assiale è molto simile, il che significa che ha gli stessi modelli stagionali di base del nostro pianeta. C’è anche un’abbondante presenza di acqua ghiacciata, in gran parte concentrata nelle calotte polari, ma sfortunatamente le somiglianze finiscono qui.
Marte è un ambiente freddo, arido, irradiato e inospitale per la vita così come la conosciamo. Proprio per questo, l’antropologa Cameron Smith ha ipotizzato che in soli 300 anni l’umanità potrebbe notevolmente trasformarsi per adattarsi alle caratteristiche del pianeta ospitante, come la microgravità e le radiazioni elevate.
Claudia Monticelli