Braille: genesi del codice che diede luce ai ciechi

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Tutto sul codice Braille, il sistema di lettura e scrittura tattile per i ciechi inventato da Louis Braille.

Con 39 milioni di ciechi e ipovedenti nel mondo, l'alfabeto Braille è la luce che attraversa i polpastrelli e permette a tutti quelli che hanno perso la vista di leggere, scrivere, lavorare e vivere una socialità completa. Il linguaggio puntinato è merito di Louis Braille. Rimasto cieco da bambino, durante i suoi studi comprese che c'era bisogno di un codice più efficiente ed efficace per permettere a tutti i non vedenti di vivere una vita in cui ci fosse anche la lettura.

Chi era Louis Braille

Louis Braille nasce a Coupvray, in Francia, il 4 gennaio 1809. A tre anni perde la vista a causa di un incidente: un punteruolo gli si conficca in un occhio. Ne scaturisce un'infezione, che si estende anche all'altro occhio rendendolo completamente cieco. A dieci anni entra nell'Istituto dei Ciechi di Parigi, una scuola per non vedenti dove si impara a leggere toccando con i polpastrelli le lettere in rilievo. Da studente diventa uno degli insegnanti degli istituto: è il 1827 e Braille si rende conto che il metodo di lettura delle lettere tradizionali in rilievo non dà molti frutti.

Così semplifica la notazione alfabetica creando una matrice composta da due punti in orizzontale e tre in verticale. Codifica così un nuovo alfabeto per non vedenti, che si dimostra più efficace per l'insegnamento e l'apprendimento della lettura. Il suo linguaggio puntinato entra subito tra gli strumenti didattici per non vedenti e ipovedenti.

Louis Braille muore a 43 anni, nel 1853, a causa di una grave forma di tubercolosi. Cent'anni dopo la scomparsa, la sua salma è stata trasferita nel Pantheon di Parigi come riconoscimento dell'invenzione in favore dell’umanità.

Cos'è il Braille

Il Braille è un alfabeto composto da 64 simboli, spazio vuoto compreso. Negli anni questo linguaggio e il suo insegnamento sono stati estesi anche a scritture diverse da quella latina. Secondo quanto riportato nell'opera L’Emploi du Braille dans le Monde (L’uso del braille nel mondo), pubblicata dall’Unesco nel 1990, ci sono 65 alfabeti attualmente comprensibili dalle persone cieche o ipovedenti. Di questi 29 sono stati codificati per le sole lingue europee. Inoltre, il codice Braille non è rimasto immutato nel tempo: dalla sua invenzione si è adattato al linguaggio corrente.

Come funziona il sistema Braille

L'alfabeto

I punti sono disposti su una matrice rettangolare 3x2. I segni vengono organizzati secondo 5 serie da 10 ciascuno, più 13 segni liberi. La prima serie comprende le lettere dalla "a" alla "j"; la seconda serie si ottiene aggiungendo ai segni della prima il punto 3 (lettere dalla "k" alla "t"); la terza serie si ottiene aggiungendo ai segni della prima i punti 3 e 6; la quarta serie si ottiene aggiungendo ai segni della prima serie il punto 6; la quinta serie ripete i segni della prima, trasferiti nella parte inferiore della casella. Le 10 cifre (da 1 a 0) corrispondono alle prime 10 lettere dell'alfabeto.

I numeri

Per distinguere i numeri, si antepone uno speciale segnanumeri alla prima cifra del carattere matematico che si vuole scrivere. Tuttavia, a causa del numero limitato di simboli, in alcuni casi è stato necessario associare diversi significati ad uno stesso carattere, distinguendoli gli uni dagli altri a seconda del contesto. Ogni lettore deve capire in autonomia qual è il significato giusto a seconda dell'argomento trattato o del linguaggio utilizzato.

Cosa ha significato il Braille per milioni di non vedenti

Secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della salute, ci sono circa 39 milioni di ciechi in tutto il mondo. L'alfabeto Braille dovrebbe essere uno strumento alla portata di tutti, ma a volte mezzi e volontà impediscono il progresso dell'apprendimento. Per rimarcare l'importanza di questo strumento, le Nazioni Unite hanno istituito un appuntamento mondiale dedicato all'alfabeto Braille il 4 gennaio di ogni anno. In Italia viene però celebrato per lo più l'appuntamento del 21 febbraio.

Secondo Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti «il sistema approntato da Louis Braille ha superato le frontiere e resistito all’usura del tempo ed oggi il nome del suo geniale inventore è entrato nel linguaggio comune». Oggi il Braille assicura ai ciechi la possibilità di lavorare, di vivere una vita sociale e culturale soddisfacente. Ma le criticità esistono ancora e vanno superate: in questo obiettivo, l'impegno delle associazioni nazionali è massimo.

«Nonostante le grandi conquiste nel campo dell’educazione dei ciechi e degli ipovedenti nella scuola – proseguono dall’UICI -, il percorso di integrazione non è ancora concluso, ma ha davanti a sé un lungo cammino: la scuola non sempre garantisce ancora, ai giovani ciechi e ipovedenti, pari opportunità di apprendimento, di accesso alla cultura e all’informazione». Infatti i testi scolastici arrivano in ritardo, l'assistenza scolastica domiciliare stenta, così come le consulenze a genitori e insegnanti di sostegno».

Stefania Leo