La rivoluzione freudiana
Fondatore e padre e della psicoanalisi, Sigmund Freud nasce a Freiberg, in Moravia, nel 1856.
Laureatosi in medicina, divenuto neuropsichiatra, trascorre molti anni a occuparsi di isteria e ipnosi, dopo essersi appassionato agli esperimenti di Charcot, un collega francese che per primo aveva individuato e distinto la sfera psichica e quella organica come cause possibili di malattia psichiatrica.
Ma è del 1899 l'avvento ufficiale di quella che tutti chiamano la rivoluzione freudiana: la pubblicazione dell'Interpretazione dei sogni la stigmatizza, con essa Freud dichiara che una nuova disciplina è nata, la psicoanalisi appunto, costituita da un corpo teorico, psicologico e semantico, oltre che da un impianto tecnico, esplorativo e psicoterapico. La mente è il suo campo d'indagine, la cura delle nevrosi il suo obiettivo, l'interpretazione dei sogni e l'analisi delle manifestazioni psichiche, ricondotte a quanto le origina attraverso il metodo della libera associazione, sono i suoi strumenti terapeutici.
Brevemente, è possibile riassumere in tre punti chiave la rivoluzione freudiana imperniata su una nuova concezione del ruolo della sessualità, vera innovazione del pensiero scientifico dell'epoca, oltre che svolta, significativa e duratura, in ambito clinico e psichiatrico. Eccoli: la teoria dell'apparato psichico, la teoria degli istinti e la teoria della sessualità infantile.
Il modello dell'apparato psichico freudiano prevede una divisione dinamica e topica della mente, oltre che in inconscio, preconscio e conscio, ciascuno con la sua funzione e il suo funzionamento, in Es, che presiede alle pulsioni ed è governato dal principio di piacere; in Io, che si sviluppa dall'Es e, potendo distinguere tra sé e mondo esterno, è governato dal principio di realtà; in Super-Io, istanza superiore costituita dall'insieme delle norme e dei divieti che il bambino riceve dai genitori e introietta nel proprio apparato psichico.
Una contrapposizione di due pulsioni differenti è invece alla base della teoria degli istinti: quella tra Thanatos o pulsione di morte ed Eros, cioè vita, amore, piacere, che rappresenta l'istinto di conservazione espresso tramite l'energia sessuale libidica. La libido indica perciò tutti i desideri di piacere e il bisogno di soddisfarli: essa è connessa all'istinto sessuale, così come la fame è connessa all'istinto della nutrizione. Ed è in questa ottica che la vita dell'individuo, permeata di sessualità dalla nascita alla morte, diviene la sede di molti conflitti che la mente deve elaborare e risolvere.
Infine, la teoria della sessualità infantile traccia il percorso della crescita come un susseguirsi di fasi strettamente connesse a distretti corporei, la cui stimolazione provoca piacere. Abbiamo così la fase orale che individua il bambino molto piccolo, poiché il piacere deriva dalla stimolazione della mucosa della bocca; è poi la volta, dopo qualche anno, della fase anale legata al controllo sfinterico; a cui seguono la fase fallica, il periodo di latenza che arriva fino alla pubertà e la fase genitale o della sessualità matura.
Freud dunque ha introdotto un certo numero di concetti divenuti centrali nella storia della psichiatria, della quale, nonostante le numerose contestazioni e le revisioni recenti, ha significativamente modificato il corso.
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