lassativi
farmaci impiegati per favorire l'evacuazione delle feci. Ne esistono vari tipi con diverso meccanismo d'azione: aumento del volume delle feci (agar-agar, crusca, psillio, cellulosa, carbossimetilcellulosa); emollienti fecali (glicerina, olio di vaselina); osmotici (lattulosio, sali di magnesio, sorbitolo, mannite, tamarindo); irritanti (cascara, senna, aloe, frangula, fenolftaleina, bisacodile, sodio picosolfato, olio di ricino), il cui impiego dovrebbe essere riservato a condizioni particolari, che richiedano l'immediato svuotamento (per esempio, in preparazione a esami radiografici, endoscopici, chirurgici), perché l'uso continuato può determinare coliti ipotoniche. I lassativi sono in generale controindicati in caso di stitichezza cronica, dolori addominali, occlusioni intestinali, allergie. Nei lattanti per facilitare l'evacuazione è sufficiente aggiungere un po' di zucchero al latte o un cucchiaio di olio. La somministrazione cronica di lassativi crea assuefazione, diminuendo la sensibilità dell'intestino al farmaco e obbligando ad aumentare le dosi, che finiranno, comunque, per essere inefficaci, rendendo difficile il ripristino della funzione intestinale normale. Per questo è bene, passata la situazione che ne ha richiesto l'uso, controllare lo svuotamento dell'intestino attraverso l'alimentazione o, in caso di assoluta necessità, limitarsi ai lassativi meno nocivi: per esempio, crusca, psillio, agar-agar, lattulosio. Una delle poche indicazioni all'uso cronico di lassativi -nel caso specifico, lattulosio- è costituito dalla cirrosi epatica, allo scopo di prevenire lo sviluppo di encefalopatia, favorita dall'azione batterica proteolitica intestinale.