La Scapigliatura e i bohemiennes italiani
Ritratto di Cletto Arrighi, pseudonimo di Carlo Righetti (Milano, 1828-1906), giornalista, politico e scrittore italiano. Dipinto di Tranquillo Cremona Il termine Scapigliatura è un ricalco della denominazione francese bohème e fu usato per la prima volta da Cletto Arrighi nel romanzo "Gli ultimi coriandoli" (1857), fornendo poi il titolo al romanzo successivo, "La scapigliatura e il 6 febbraio" (1862). Fervida di atteggiamenti rivoluzionari, la Scapigliatura mosse all'attacco dei miti e delle regole costituite nel clima di una Milano che recitava già la parte di capitale economica d'Italia e di grande metropoli.
Esponenti della Scapigliatura, da sinistra: Luigi Conconi, Carlo Alberto Pisani Dossi, Giovanni Giachi e Emilio Praga La Scapigliatura non costituì mai, in effetti, un vero e proprio gruppo, ma solo un orientamento di rottura. Il "realismo" europeo fu il pretesto per provocare e attaccare (persino attraverso un furioso sperimentalismo formale) la sentimentale tradizione retorico-umanistica.
Iginio Ugo Tarchetti (San Salvatore Monferrato, 1839 - Milano, 1869), scrittore italiano Nato nel Monferrato, Ugo Iginio Tarchetti dopo gli studi superiori fu ufficiale di carriera e partecipò alla repressione del brigantaggio nel Meridione, fatto che lo indusse a lasciare la vita militare. A quegli anni risalgono le prime composizioni, le prose poetiche "Canti del cuore" (1865). Della sua produzione narrativa sono di particolare interesse tre romanzi: "Paolina" (1865), storia di una povera fanciulla nella crudele realtà della città; "Una nobile follia. Drammi della vita militare" (1866), violenta denuncia antimilitarista delle ipocrisie sociali; ma soprattutto "Fosca" (1869), l'opera più riuscita, che narra l'inquietante passione di un giovane per una donna brutta e malata, che, tuttavia, lo lega a sé per fascino morboso e perverso.
Ritratto di Carlo Alberto Pisani Dossi, scrittore e politico italiano, in un dipinto di Tranquillo Cremona, 1867 Carlo Dossi, pseudonimo di Carlo Alberto Pisani Dossi (1849-1910) è considerato l'esponente della Scapigliatura che più di ogni altro tentò di scardinare le tradizionali forme letterarie. Esordì pubblicando il racconto "Educazione pretina" (1866); di poco posteriori sono i suoi capolavori, i romanzi "L'Altrieri-nero su bianco" (1868) e "Vita di Alberto Pisani scritta da C. D." (1870). Di Dossi sorprende l'intelligenza, la modernità, il furore espressionistico già novecentesco.
Ritratto con firma autografa di Emilio Praga, scrittore, librettista italiano, esponente della Scapigliatura Il milanese Emilio Praga (1839-1875) iniziò la sua attività artistica come pittore (scapigliati furono anche vari pittori dell'epoca) e solo successivamente si volse alla letteratura. Fin dalle prime raccolte di versi, "Tavolozza" (1862) e "Penombre" (1864, il migliore della poesia scapigliata), egli prese posizione contro le poetiche romantiche e in particolare contro Manzoni. La sua ribellione lo condusse ad atteggiamenti di forte anticlericalismo.
Arrigo Boito, compositore, librettista e scrittore Il musicista e scrittore veneziano Arrigo Boito (1842-1918) conobbe a Parigi musicisti famosi, tra i quali Verdi, e dal 1862 frequentò a Milano gli ambienti intellettuali più avanzati. Con il "Libro dei versi" (1873) e l'opera musicale "Mefistofele" (1868), propose la sua scelta scapigliata, di un grottesco macabro e crudo.
Arrigo Boito, Mefistofele, 1868. Scenografia di Luigi Brilli per la II scena del II atto A metà degli anni Settanta dell'Ottocento la sperimentazione radicale di Arrigo Boito si fece più prudente: il "Mefistofele" (in una nuova redazione del 1875) ottenne grande successo. Rilevante la sua attività di librettista (soprattutto per Verdi, per cui scrisse i libretti del "Falstaff" e dell'"Otello"), mentre del suo "Nerone" pubblicò nel 1901 il libretto, ma mai la partitura.
Giuseppe Rovani, "Cento anni" (1869). Illustrazione per l'edizione Aliprandi, Milano 1898 La scapigliatura vide in Rovani il suo precursore e Dossi lo elesse come suo maestro; in realtà Rovani fornì agli scapigliati solo un mito biografico e una sperimentazione linguistica. Nel suo romanzo più riuscito "Cento anni" (1859-64), una sorta di "comédie historique" sulla scia di Balzac, il gusto cronachistico del romanzo storico si congiunge con l'interesse per il romanzo di costume.
Daniele Ranzoni (1843-1889), "La lettura", acquerello su carta, 33 x 49,5 cm I due maggiori esponenti della Scapigliatura pittorica sono considerati Cremona, con la sua pittura evanescente, e Danile Ranzoni, le cui opere hanno un profondo luminismo sensuale e intimistico.
Tranquillo Cremona (1837-1878), "L'attrazione" (1874), olio su tela Nelle arti figurative la Scapigliatura prese l'avvio dopo il 1865, trovando nella pittura di Tranquillo Cremona il punto d'incontro degli ideali degli artisti lombardi. Movimento non omogeneo, intriso di romanticismo ed espressione di disparati fermenti e irrequietudini, la Scapigliatura rappresenta la più significativa tendenza della pittura lombarda del secondo Ottocento, indispensabile premessa di tutte le successive esperienze.