Uno sguardo alla Pinacoteca Ambrosiana
Ritratto di musico, Leonardo da Vinci, tempera e olio su tavola, 1485-1490 Il “Musico” costituisce un’assoluta novità rispetto alla tradizionale ritrattistica milanese: l’intensa caratterizzazione espressiva del volto, stagliato sul fondo scuro e solcato da intensi chiaroscuri, svela i rapporti di Leonardo con la ritrattistica fiamminga e, allo stesso tempo, le ricerche fisiognomiche del maestro e le sue indagini sui moti interiori.
Ritratto di dama, Giovanni Ambrogio De Predis, tempera e olio su tavola, 1485-1500 Il ritratto viene inizialmente attribuito a Leonardo e associato al "Ritratto di musico"; durante un restauro si è capito che è invece opera di De Predis. L'identità della donna nel quadro è tuttora ignota, si pensa si possa trattare di Beatrice d'Este.
Madonna col Bambino e angeli detta Madonna del padiglione, Sandro Botticelli, tempera su tavola, 1490-1495 L'opera è uno dei numerosi tondi, realizzati da Botticelli dal 1470 fino agli ultimi anni, nei quali è possibile leggere il frutto della sua continua ricerca di tecniche compositive prospettiche e cromatiche.
Adorazione del Bambino, Bartolomeo Suardi detto il Bramantino, tempera e olio su tavola, 1490-1499 Suardi occupò una posizione notevole a Milano, nel 1525 Francesco II lo nominò "architectum et pictorem nostrum, familiarem et curialem". La sua formazione pittorica fu complessa: già le prime opere, tra il 1485 e gli inizi del secolo, mostrano un discorso stilisticamente rigoroso, che a una base di cultura padovano-ferrarese, assimilata in un probabile alunnato presso il Butinone, abbina la lezione plastica e cromatica del Foppa. Fondamentale fu poi per l'artista il rapporto con Bramante.
Ritratto di giovane, copia da Giorgione, olio su tavola, 1520 circa Le scarse testimonianze sulla sua vita di Giorgione e la mancanza di lavori autografi rendono molto difficile l'attribuzione delle sue opere, ancora oggi fonte di discussione. Soltanto una trentina di dipinti gli sono attribuiti con assoluta certezza; questa risulta una copia.
Canestra di frutta, Michelangelo Merisi da Caravaggio, olio su tela, 1594-1598 Questa natura morta di Caravaggio è caratterizzata da grande luminosità e da una attenta e puntuale raffigurazione di elementi naturali. Il quadro nasconde un significato simbolico: mentre le foglie di sinistra sono rivolte al sole, quelle di destra appassiscono, a suggerire il ciclo della vita e della morte.
Presepe, Alessandro Vitali, olio su tela, 1598 Questo dipinto è una replica da Federico Barocci, un pittore di soggetti soprattutto religiosi, che presentano sempre un'impostazione a scorci e “a ghirlanda” di tipo correggesco, movimentata da numerose figure e dall'abbondanza di particolari, con personalissimi effetti di colore.
Allegoria del fuoco, Jan Bruegel il Vecchio, olio su rame, 1608-1610 Jan Bruegel ebbe i soprannomi di "Bruegel dei velluti, dei fiori e del paradiso" a causa dei temi scelti come soggetti delle sue opere. Il pittore soggiornò a lungo a Milano, dove conobbe il cardinale Federico Borromeo che fu suo protettore e raccolse diverse sue opere.
La Maddalena penitente, Guido Reni, olio su tela, 1640-1642 Nel decennio successivo al 1630 Reni fu occupato nell'esecuzione di un folto gruppo di opere di soggetto religioso, che segnarono una più viva aderenza ai temi della devozione cattolica, cui si accompagnò un'estrema raffinatezza formale e cromatica.
Rose, Gaetano Previati, olio su tela, 1900-1924 Previati si formò all'Accademia di Brera a Milano e le sue prime opere, fin dal 1890-91, furono di tipo divisionista, con l'uso del colore a stesure filamentose monocrome. In altre pitture coeve il tema del paesaggio venne risolto in uno squisito decorativismo di sapore già floreale.