Giorgione
"Ritratto di Laura" (1506, Vienna, Kunsthistorisches Museum) Giorgione è il nome con cui è noto il pittore Giorgio da Castelfranco, che nacque a Castelfranco Veneto nel 1477 circa e morì a Venezia nel 1510.
"Il giudizio di Salomone" (1498-1500, Firenze, Galleria degli Uffizi) Il pittore attuò un modo di fare pittura rivoluzionario nello stile e nei contenuti. Le prime opere, tra cui "Il giudizio di Salomone", si svincolano dall'impostazione spaziale quattrocentesca per istituire un nuovo rapporto fra le figure e la natura, realizzato nella pittura “di tono”.
"Madonna col Bambino tra i Santi Antonio da Padova e Rocco" (1478 circa-1510, Madrid, Museo del Prado) Questa opera venne ultimata da Tiziano. Un nutrito gruppo di dipinti, di evidente influenza giorgionesca, è oggetto di controverse analisi critiche e viene variamente attribuito a questo o a quello dei giovani artisti che gravitarono intorno a Giorgione, da Lorenzo Lotto a Tiziano, da Sebastiano del Piombo a Palma il Vecchio, dal Pordenone allo Schiavone.
"Adorazione dei pastori" (1505-1510, Washington, National Gallery) Il colore nelle opere del pittore diventa l'elemento costruttivo della composizione, cogliendo direttamente “le cose vive e naturali... senza far disegno”, come comprese Vasari.
"La vecchia" (1506 circa, Venezia, Gallerie dell'Accademia) Abbiamo scarse e frammentarie notizie sulla vita del pittore, le opere attribuite o attribuibili a Giorgione sono una ventina in tutto.
"Madonna che legge" (1505 circa, Oxford, Ashmolean Museum) Giorgione visse nel clima culturale della Venezia dei suoi anni: l'élite intellettuale era laica, la sua filosofia della vita si era formata sul naturalismo aristotelico e sull' “epicureismo” orientale. Per quanto fosse probabilmente di umili origini, il pittore socialmente apparteneva a quella élite e dipingeva i suoi quadri per i propri nobili amici.
"Venere dormiente" (1507 poi 1511-1512, Dresda, Gemaldegalerie) La "Venere dormiente" è un nudo in perfetta armonia col paesaggio sul fondo nei toni caldi dei gialli e dei rosa, esempio dell'uso particolare che Giorgione faceva dei colori.
Particolare de "La tempesta" (1506 circa, Venezia, Galleria dell'Accademia) L'opera, insieme a "I tre filosofi", è quasi un “pretesto” per la pittura della nuova generazione. "La tempesta" rappresenta la natura potente e misteriosa, corsa da tensioni continue, di cui la madre e il soldato sono elementi inscindibili.
"Ritratto di Guerriero con scudiero" o "Il Gattamelata" (1508-1510, Firenze, Galleria degli Uffizi) I problemi di attribuzione e interpretazione iconologica delle opere del pittore costituiscono ancor oggi una questione aperta per la critica, che pure considera universalmente Giorgione l'artista che pose le basi della pittura cinquecentesca veneziana.
"Le tre età dell'uomo" (1500-1502, Firenze, Galleria Palatina) La riflessione del pittore sulle età dell'uomo si discosta dalla visione classica dell'argomento: in nessuna delle tre età raffigurate dal maestro di Castelfranco vi è traccia di decadenza o morte. La figura più poderosa è proprio quella dell’uomo maturo che tradisce una forza incredibile, con uno sguardo che sembra fuoriuscire dal quadro.