La magia
I meccanismi per far funzionare la magia erano diversi. Se usata nell'ambito funerario si basava sui sostituti, e così amuleti, ushebti e teste diventavano oggetti reali. Se era necessario affrontare animali maligni, si ricorreva a quella per analogia.
Si confrontava il caso del malato con quello di un dio e, così come veniva guarito il dio, allo stesso modo veniva guarito il malato. Questa modalità veniva usata spesso per i cosiddetti "termini di Horo", ai quali si ricorreva in caso di morso di serpenti e scorpioni: il malato si identificava con Horo, che fu salvato da sua madre Iside e da Thot, poiché entrambi erano a conoscenza delle formule magiche. Se il dio si negava, si ricorreva alla forza intimidatoria.
Inoltre esisteva la magia protettrice, che evitava morsi o disgrazie, come il malocchio, che si curava con l'amuleto udyat, l'occhio di Horo che Seth gli strappò durante un combattimento.
Anche il faraone ricorreva al potere della magia. La magia ufficiale era raffigurata nelle scene di caccia sulle pareti dei templi. La caccia degli uccelli simboleggiava l'aiuto divino affinché il faraone potesse sconfiggere i nemici. Contro gli attacchi degli stranieri venivano realizzate statuette di prigionieri e venivano scritti i "testi di esecrazione", perché la magia della parola non gli permettesse di attaccare l'Egitto. Molte statuette venivano distrutte o sotterrate.
Esisteva poi la magia malefica, che veniva praticata dalla popolazione più umile: consisteva nella costruzione di statue di cera nelle quali venivano conficcati spilli allo scopo di danneggiare qualcuno.
A partire dalla Bassa Epoca divennero molto popolari alcune statue sulle quali erano scritti testi che avevano il potere di guarire le persone dai morsi e dalle punture di animali nocivi. Sulle statue veniva versata dell'acqua, che successivamente veniva raccolta e bevuta dal malato. Una volta versata sulle iscrizioni, quest'acqua acquistava le proprietà magiche segnalate nelle formule. I testi con formule magiche venivano usati sia dagli uomini sia dagli dei. Nell'aldilà, il defunto doveva combattere contro gli spiriti maligni che volevano annientarlo. Ma anche il dio Ra doveva lottare contro il serpente Apofis. Le formule magiche presenti nel Libro dei Morti aiutavano entrambi a superare questo pericolo.